Il piede che può “curare” malanni e problemi fisici ad altre parti del corpo? Che ci crediate o no, la riflessologia plantare sostiene proprio questo. I riflessologi infatti considerano il piede il vero e proprio specchio del corpo, e le malattie appaiono come punti più sensibili alla pressione sulle zone riflesse degli organi colpiti, tanto che è possibile curarle attraverso tecniche di massaggio specifiche.

La tecnica è di origine cinese, e risale a 5000 anni fa, mentre, verso il 1913, l’otorinolaringoiatra americano William Fitzgerald ha elaborato un metodo, chiamato “terapia zonale”, consistente appunto nell’esercitare una pressione in vari punti del corpo.

A cosa serve la riflessologia plantare

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Fonte: web

La riflessologia plantare è una tecnica mediante la quale viene ristabilito l’equilibrio energetico del corpo, tramite un particolare tipo di massaggio che, attraverso la stimolazione e compressione di specifici punti di riflesso sui piedi, che presentano una relazione “energetica” con organi e apparati, consente di esercitare un’azione intervento o di prevenzione su eventuali squilibri dell’organismo. Come detto, le origini della riflessologia plantare risalgono alle antiche civiltà, anche se fu Fitzgerald a codificare alcuni concetti in tema di riflessologia plantare; a sviluppare i concetti dell’otorino sarà però soprattutto la fisioterapista Eunice Ingham, oggi considerata la vera fondatrice della moderna riflessoterapia, che è basata sullo sfruttamento di una mappa dettagliata delle zone riflesse localizzabili sul piede umano.
La riflessologia plantare è particolarmente indicata per alcuni tipi di dolore, i più comuni, dal mal di schiena, al mal di testa, al fastidio ai seni nasali, può essere un valido supporto per smettere di fumare, contrastare i disturbi del sonno, ma è anche considerato estremamente efficace nella lotta all’ansia e agli attacchi di panico.

Ansia e riflessologia plantare

Come ben sappiamo, l’ansia è uno stato di paura e perdita del controllo fisiologico del corpo che dura più o meno a lungo, e che non ha una giustificazione razionale.

Prima di ricorrere a medicinali e antidepressivi si può provare a tenere sotto controllo lo stato d’ansia con dei semplici esercizi respiratori, dato che il nostro stato emotivo è strettamente connesso e, anzi, governato proprio dalla respirazione, al punto che, quando ci agitiamo, il nostro respiro diventa corto, toracico e affannoso. Governando il respiro, perciò, riusciremo a regolare anche la nostra emotività ma, qualora ciò non fosse sufficiente, a causa di un blocco energetico o strutturale a livello del diaframma, muscolo principale della respirazione addominale, si può provare a ottenere risultati proprio con la riflessologia plantare.

Come è possibile calmare ansia e attacchi di panico passando attraverso i piedi? In primo luogo perché questi ultimi sono la sede di moltissime terminazioni nervose, in grado di scatenare uno stato di agitazione ma, allo stesso tempo, anche di rilassare tutto il corpo, laddove adeguatamente manipolate. Non c’è però solo un’azione sul sistema nervoso, infatti il diaframma e il plesso solare, direttamente collegati al perdurare degli stati di ansia e dei disturbi dell’umore, sono stimolati in modo riflesso, consentendo al paziente di respirare in modo tranquillo e rilassato, e di conseguenza di sentirsi meglio.

Le applicazioni della riflessologia plantare

La riflessologia plantare è una terapia olistica, ovvero una tecnica curativa che considera la persona nella sua interezza, con corpo, mente e spiritualità, finalizzata a ridurre disturbi e patologie a carico dei diversi organi, delle ghiandole, delle strutture nervose, delle strutture ossee e delle articolazioni del corpo umano, che trovano una corrispondenza in punti specifici della pianta del piede.

Con la digitopressione, o il massaggio del piede, si può riportare alla salute un’altra parte del corpo, interessando tutto il piede o solo una specifica parte. Ovviamente il procedimento deve essere effettuato da un terapeuta esperto, dato che la manipolazione non si limita alla superficie, ma giunge sino alle terminazioni nervose del piede, per favorire l’attivazione e la produzione di sostanze neurochimiche che alleviano le tensioni e diminuiscono lo stress. Fitzgerald suddivise il corpo umano in 10 zone verticali e 3 orizzontali, e trovò nei piedi uniti corrispondenti punti riflessi: i polmoni, i reni e la colonna vertebrale sono posizionati metà su un piede e metà sull’altro, mentre tutti gli organi di destra sono collocati sul piede destro e quelli di sinistra sul piede sinistro. La testa, invece, è riflessa sulle punte delle dita.

In base alla patologia da trattare, lo specialista agisce perciò sulle zone che possono influenzarne i sintomi. Ecco perché imparare a “leggere” la mappa del piede è di estrema importanza per praticare un massaggio perfetto.

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La mappa del piede (Fonte: web)

Gli specialisti che effettuano la riflessologia operano in diversi campi della medicina (sia ufficiale che alternativa), e possono essere omeopati, fisioterapisti, podologi, osteopati, fitoterapeuti, naturopati o massofisioterapisti.

I benefici della riflessologia plantare

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Fonte: web

La riflessologia plantare tende al miglioramento in tre ambiti principali: congestione, infiammazione e tensione. L’obiettivo delle sedute è quello di eliminare gradualmente queste condizioni, che spesso sono intimamente collegate fra loro, riuscendo a ripristinare l’equilibrio del corpo. Grazie alla terapia zonale è possibile contrastare i disturbi patologici come le affezioni alle vie respiratorie, la stipsi, la sindrome del colon irritabile, il mal d’orecchi, l’eczema, la tonsillite, i disturbi legati alla menopausa o della vescica, la cattiva digestione e la lombalgia.

Secondo alcune opinioni la riflessologia plantare sarebbe inoltre utile anche per patologie degenerative come la sclerosi multipla, perché ridurrebbe i livelli di stress e ansia determinati dalla condizione patologica, il dolore, e stimolerebbe il paziente ad affrontare con coraggio e positività la malattia.

La riflessologia plantare in gravidanza

Tra le controindicazioni della riflessologia plantare si sconsiglia il ricorso a chi soffre di diabete, problemi di circolazione ai piedi o vasculite/ trombosi venosa profonda alle gambe, gotta, ulcera ai piedi, disturbi alla tiroide, epilessia e piastrinopenia. È invece indicata per le donne incinte, con alcuni avvertimenti: si raccomanda infatti di non praticare massaggi o riflessologia plantare durante i primi 3 mesi di gravidanza, e le sedute non devono superare i 45 minuti. Occorre inoltre evitare di soffermarsi sugli organi genitali e la zona pelvica, perché la loro stimolazione al livello del piede potrebbe provocare contrazioni; in tutti i casi, la riflessologia deve essere praticata con dolcezza e non più di una o due volte al mese. In caso di riposo rigoroso o di sanguinamento vaginale, poi, è meglio evitare il metodo.

Nonostante le dovute precauzioni, però, nessuna futura mamma dovrebbe privarsi del piacere della riflessologia, in gradi di dare sollievo e calmare le tensioni; i vantaggi sono infatti numerosi, sollevano dalle tensioni nervose, regolano e migliorano la circolazione sanguigna, i problemi digestivi, il mal di schiena, e anche il sonno.

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