Anoressia, sintomi e cause del disturbo mentale

L’anoressia è uno dei disturbi alimentari più diffusi nei paesi occidentali, ma prima di essere una patologia fisica è innanzitutto una malattia mentale, che porta molte donne all’autodistruzione, a riprova di come a volte i “virus” più pericolosi per la nostra salute siamo in realtà noi stesse. Ma da dove ha origine questo disturbo? Quali sono i sintomi? Anche gli uomini possono essere anoressici? Vediamo di indagare meglio assieme questa malattia devastante.

Anoressia, sintomi e cause del disturbo mentale

L’anoressia nervosa

Con il termine anoressia si intende generalmente la più specifica anoressia nervosa, in quanto la perdita di appetito può essere causata anche da fattori che non siano mentali. Malattie come l’epatite, il cancro, l’AIDS, la turbercolosi, assieme a sostanze tra cui le anfetamine e anche lo stress, possono infatti portare a un calo dell’appetito e quindi spingere verso la denutrizione.

L’anoressia nervosa invece è quella causata da un disturbo psicologico, che induce il malato a rifiutare il cibo, con la costante preoccupazione di ingrassare. Una vera ossessione, che porta a vedersi grasse anche quando oggettivamente non lo si è. Interessa per lo più le donne, in special modo quelle giovani, che trovano nell’adolescenza e la pubertà un terreno fertile per l’aggravarsi di questi disturbi mentali. Per essere però definita anoressica occorre che sussistano questi requisiti:

  • deve esserci una perdita di peso rilevante (oltre il 15% rispetto al peso considerato normale per età, altezza e sesso);
  • paura costante di ingrassare;
  • alterazione rispetto alla realtà di come si vede e percepisce il proprio peso e corpo;
  • amenorrea, cioè la scomparsa delle mestruazioni, che devono mancare da almeno 3 mesi consecutivi.

L’anoressia, anche se letteralmente significa “assenza di appetito”, in realtà non prevede la mancanza di questo stimolo, bensì la sua repressione, in nome di un canone di bellezza in cui la magrezza è eretta a massima aspirazione.

L’evoluzione della malattia può cambiare da soggetto a soggetto, con un progressivo aggravarsi, oppure con fasi altalenanti. Una guarigione è possibile, anche se nella maggior parte dei casi chi è stata anoressica nutrirà per sempre un rapporto controverso con il cibo. Nei casi più gravi inoltre può portare anche alla morte, per arresto cardiaco o anche per suicidio, a conferma di come si tratti principalmente di un disturbo mentale.

I sintomi dell’anoressia

I sintomi di questo disturbo si dividono in quelli legati all’aspetto psicologico e quelli provocati dalla conseguenze fisiche. Tra i primi il principale segnale di allarme è ovviamente un’eccessiva e ossessiva preoccupazione per il proprio aspetto fisico, che si tende a mantenere sempre il più magro possibile. Non sono pochi i casi in cui l’anoressia si è imposta a partire da diete ferree e programmi di allenamento estenuanti che non si sono interrotti arrivate al peso forma ideale. Le anoressiche, anche se possono ammettere in certi casi la propria magrezza, continueranno a considerare parti del proprio corpo troppo grasse, soprattutto l’addome, i glutei e le cosce. Seguirà quindi un costante controllo attraverso continue misurazioni sulla bilancia o con il metro. Questo influenzerà poi i livelli di autostima, innalzandoli quando il peso calerà (il che viene percepito come una vittoria del proprio autocontrollo grazie alla ferrea disciplina) oppure abbassandoli quando invece non si riuscirà a perdere i chili che si considerano di troppo. 

Per raggiungere i propri obiettivi, le ragazze anoressiche possono inoltre attuare comportamenti autodistruttivi, come indursi il vomito dopo aver mangiato o ricorrere a lassativi e diuretici. Ciò aggiunge altri sintomi oltre a quelli legati alla sola denutrizione. Tra questi ricordiamo: stipsi, dolori addominali, intolleranza al freddo, letargia o eccesso di energia, ipotensione, ipotermia, secchezza della cute, bradicardia, ipercarotenemia, ipertrofia delle ghiandole salivari fino ad arrivare all’erosione dello smalto dentale e callosità sul dorso della mano per quelle abituate a indursi il vomito tramite l’introduzione delle dita in bocca. 

Le cause dell’anoressia

Trattandosi di un disturbo psicologico, riuscire a individuare quali siano le cause specifiche dell’anoressia non è facile. Alcuni studi sembrano aver dimostrato anche una certa componente ereditaria, ma le cause sono comunque principalmente da ricercare nell’ambiente e nell’influenze esterne. Situazioni complicate a livello famigliare, fenomeni di bullismo o gravi traumi legati ad abusi possono infatti spingere le giovani donne verso l’anoressia, anche solo semplicemente per attirare l’attenzione, in situazioni in cui si sentono fortemente trascurate dai propri cari.

Studi recenti hanno inoltre individuato una responsabilità a livello celebrale, concretizzata in un contrasto tra la memoria a breve e a lungo termine, con il quale la ragazza non riuscirebbe ad “archiviare” correttamente la nuova immagine di sé che è riuscita a costruirsi, rimanendo quindi legata a quella di se stessa in sovrappeso del passato.

L’anoressia infantile

Solitamente l’anoressia nervosa interessa la fascia di età compresa tra i 12 e i 20 anni circa, ma può capitare che anche soggetti più giovani presentino disturbi legati all’alimentazione. Anche in questi casi l’origine del problema potrebbe essere legata a pericolosi canoni di bellezza da seguire, ma non solo. Possono esserci anche altri fattori che hanno a che fare con la sfera emotiva dei bambini. C’è però da dire che non sempre queste anormalità portano poi a problematiche legate al peso e che spesso si risolvono da sole con l’avanzare dell’età. Tra queste ricordiamo il disturbo emozionale con evitamento del cibo (lievi depressioni che si manifestano con poco appetito a tavola); l’alimentazione selettiva (ovvero ristretta a una piccola gamma di alimenti); l’alimentazione restrittiva (mangiano di tutto, ma poco); il rifiuto del cibo (che si manifesta unicamente in determinate circostanze, come per esempio solo a scuola); la fobia di deglutire (legata a specifiche tipologie di cibo, causata per lo più da traumi precedenti); la sindrome da rifiuto pervasivo (una grave forma di disturbo post-traumatico da stress).

L’anoressia maschile

Seppure sia una patologia che interessa per lo più le donne, anche gli uomini possono essere anoressici (interessano circa il 5-10% delle persone affette da questo disturbo). La rarità di questi casi ha provocato un numero scarso di studi che li riguardassero, anche perché è più difficile riconoscere in un uomo questa malattia (basti pensare al requisito dell’amenorrea, non individuabile in un maschio). Ciò è anche una delle cause per cui presentano spesso sintomatologie più gravi. Sono affetti da maggiori preoccupazioni riguardanti il cibo e ricorrono più frequentemente a sotterfugi per non mangiare. Presentano inoltre più disturbi psicosessuali, il che ha spinto alcuni studiosi a decretare lo scarso livello di testosterone come requisito per l’individuazione dell’anoressia.

Gli uomini anoressici tendono ad avere tratti schizoidi, ossessivi, passivo/dipendenti e antisociali, inoltre possono presentare depressione, ipersensibilità, senso di colpa e scarsa autostima, che li porta spesso alla ricerca di una perfezione irraggiungibile, alimentata anche da uno stereotipo di bellezza maschile che li vorrebbe grandi e muscolosi. Infatti una categoria di uomini soggetta a questo disturbo alimentare è quella degli atleti, dai corridori ai body builder.

In più, il fatto che l’anoressia è sempre stata considerata una malattia femminile, oltre a non invogliare gli uomini a riconoscere di esserne affetti, ha indotto in passato alcuni studiosi ad associare quella maschile all’omosessualità. In realtà non ha nulla a che fare con la sessualità, anche perché quest’ultima riguarda l’oggetto del desiderio sessuale e non l’identità di genere. Sembra però che alcune statistiche evidenzino una maggiore presenza di uomini anoressici tra gli omosessuali, ma ciò è da far dipendere innanzitutto a un’attenzione più alta per il proprio corpo che interessa in generale la popolazione gay; e in secondo luogo alle difficoltà legate all’accettazione della propria sessualità, che possono essere alla base di traumi psicologici. Tuttavia tali traumi sono da imputare alle difficoltà esterne causate dalla società, piuttosto che all’omosessualità in sé.

Anoressia e bulimia

La bulimia è assieme all’anoressia uno dei principali disturbi alimentari. È strettamente legata alla seconda, ma presenta delle sostanziali differenze. Una persona anoressica infatti tende a rifiutare il più possibile il cibo, mentre una bulimica, al contrario, si trova a cedere spesso ad abbuffate incontrollate, alle quali seguirà un enorme senso di colpa, che le porterà a auto-indursi vomito, a ricorrere a potenti lassativi o a dedicarsi ad allenamenti estenuanti e lunghi digiuni. Interessa per lo più persone adulte e non giovani, e non necessariamente ha un riscontro evidente nel peso di una persona, che può essere nella norma.

I sintomi fisici quindi differiscono rispetto all’anoressia, ma per quanto riguarda le cause psicologiche i punti in comune sono numerosi, soprattutto per quanto riguarda la scarsa autostima e il perseguimento di canoni di bellezza che esaltano l’eccessiva magrezza.

Le influenze della società: le modelle anoressiche

Come abbiamo già detto, tra le cause di questi disturbi alimentari rientrano anche le cattive influenze esterne, non solo derivanti dal nucleo famigliare, ma anche dalla società. In particolare una grave responsabilità deve essere attribuita al mondo della moda e in generale a quello dei media, i quali tendono a proporre canoni di bellezza in grado di abbassare l’autostima a qualsiasi donna. Davanti ai nostri occhi passano quindi i corpi perfetti e statuari (e photoshoppati, ricordiamocelo) di bellissime ragazze in copertina e i filiformi fisici delle modelle anoressiche delle passerelle.

Ultimamente l’attenzione riguardante questo tema si è fatta sempre più alta, contribuendo all’innalzarsi di più voci che chiedono al mondo della moda di presentare anche altri modelli di bellezza, come quello curvy. I danni che corpi troppo magri in passerella possono provocare, soprattutto nelle menti delle giovani donne, sono infatti ormai più che comprovati, quindi ben vengano tutte queste iniziative finalizzate alla difesa delle donne, tutte ugualmente belle.

Le cure per l’anoressia

È chiaro come l’anoressia rappresenti un problema grave per la salute a causa della denutrizione e quindi come sia da correggere il prima possibile l’alimentazione per ristabilire i corretti parametri del corpo. Tuttavia, come abbiamo già detto, le cause di questo disturbo sono principalmente psicologiche e quindi un intervento diretto e violento in cui si obbliga la ragazza a mangiare di più non risolverà nulla, anzi, rischierebbe di aggravare ulteriormente la situazione.

La prima strada da intraprendere è quindi quella di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra, che sia esperto nell’affrontare queste delicate questioni. Non sarà una terapia facile, in quanto le ragazze anoressiche tendono a non riconoscere di avere un problema e quindi reagiscono a ogni tentativo di aiuto con ostilità. Occorre però tenere duro, non demordere e non abbandonare chi soffre, continuando a dare loro innanzitutto il nostro sostegno. Già solo questo primo passo sarà un utile contributo per la guarigione.

Uscire da questo tunnel scuro fatto di disagi e malessere è possibile e sono molteplici le testimonianze che si trovano sul web. Una di queste è quella di Connie Inglis, giovane ragazza inglese, la quale ha combattuto contro l’anoressia per quasi 8 anni.