L’auricoloterapia è una disciplina olistica della Medicina Tradizionale Cinese. Il padiglione auricolare è il raggio d’azione di queste tecniche, volte a curare il corpo e la mente per ritrovare il benessere. In che modo? Attraverso la stimolazione di circa 200 punti sensibili, individuati dagli auricoloterapeuti, ciascuno connesso a una ben precisa struttura del corpo umano.

L’idea di base, infatti, è che il padiglione auricolare dell’orecchio esterno sia un microsistema che riproduce in maniera dettagliata l’organismo umano, anche perché è collegato al cervello in modo bidirezionale e dunque vi è un continuo scambio di informazioni.

Riguardo l’anatomia dell’orecchio esterno, ricordiamo che esso è (insieme a orecchio medio e orecchio interno), una delle tre porzioni in cui è suddivisibile l’orecchio. Comprende: padiglione auricolare, condotto uditivo esterno e timpano.

Auricoloterapia: cos’è?

Chiamata anche terapia auricolare, agopuntura auricolare e riflessologia auricolare, l’auricoloterapia è una pratica terapeutica di medicina alternativa, i cui primi esempi risalirebbero secondo testimonianze scritte addirittura al 500 a.C. La sua concezione moderna di disciplina vera e propria, invece, si attribuisce al neurologo di origine francese Paul Nogier, che nel 1957 pubblicò il suo Trattato di auricoloterapia contenente una mappatura del padiglione auricolare e dei punti sensibili, adatti alla stimolazione. Sicuramente Nogier aveva nozioni di agopuntura cinese.

Da allora l’auricoloterapia si è diffusa nel mondo dando origine a varie scuole, tra cui quella italiana, quella tedesca, quella americana. Ai lavori di Nogier si sono ispirati, approfondendoli, altri scienziati, per sperimentare nuovi campi di intervento e nuove teorie.

La stimolazione della superficie esterna del padiglione auricolare avviene utilizzando aghi da agopuntura, attraverso micro-scariche elettriche o ancora mediante laser.

Auricoloterapia: i benefici

Secondo i suoi praticanti, l’auricoloterapia apporterebbe benefici in caso di:

  • ansia, insonnia, attacchi di panico e depressione: la stimolazione del padiglione auricolare aiuterebbe la persona a rilassarsi e a liberare energia positiva, riducendo lo stress e migliorando l’umore;
  • disturbi alimentari: stimolare alcune specifiche parti del padiglione auricolare incrementerebbe l’attività metabolica del corpo umano, ridurrebbe l’appetito e regolerebbe il senso di sazietà;
  • dolori cronici: trattare certe zone del padiglione auricolare ridurrebbe la trasmissione degli impulsi nervosi causa dei dolori, favorendo il rilascio di endorfine, che hanno potere calmante e analgesico;
  • dipendenza da alcool e droghe.

Uno studio del dott. Giovanni Bertolotti, intitolato La Maladie de Parkinson traité avec Auriculothérapie, ha messo in luce le possibili influenze positive di questo trattamento su questa specifica malattia degenerativa, giungendo alla conclusione che:

l’auricoloterapia può avere un ruolo nel miglioramento significativo di alcuni dei sintomi che limitano la vita dei pazienti con malattia di Parkinson. Può quindi diventare uno strumento terapeutico complementare al trattamento medico classico.

Nello specifico, si fa riferimento a un miglioramento significativo nella depressione e nelle funzioni mentali dei pazienti di sesso femminile senza differenze di età e a un miglioramento nella deambulazione in tutte le categorie di pazienti, uniti a risultati interessanti in termini di espressione facciale, rigidità e agilità delle gambe.

Auricoloterapia: le controindicazioni

Tra i possibili effetti collaterali dell’auricoloterapia ci sono:

  • dolore o fastidio alle zone del padiglione auricolare stimolate;
  • indolenzimento a livello del padiglione auricolare;
  • infiammazione del padiglione auricolare;
  • infezioni.

Le controindicazioni dipendono dal tipo di strumento utilizzato e dal metodo. Per questo è bene che il medico sia messo a conoscenza della salute del paziente e del suo quadro clinico. La stimolazione con aghi, infatti, è sconsigliata a coloro che presentano abrasioni o lesioni a livello dei padiglioni auricolari, per evitare possibili infezioni, dolori o fastidi durante il trattamento.

Quella con micro-scariche elettriche, invece, è controindicata anche ai portatori di pacemaker, per non interferire con il corretto funzionamento del dispositivo e alle donne incinte, per evitare danni fetali e per non compromettere lo sviluppo del feto.

L’auricoloterapia funziona?

A oggi nessuno studio ha dimostrato in modo scientifico l’effettiva efficacia terapeutica dell’auricoloterapia. L’OMS ha riconosciuto e standardizzato i punti di agopuntura auricolare e, nello specifico dell’Italia, nel 1995 la Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici ha inserito la voce Auricoloterapia nel tariffario minimo dell’Ordine. Ciò vuol dire che è terapia medica ufficiale, ma praticabile da soli medici laureati in studi specializzati.

Esistono una scuola di auricoloterapia e un’associazione, l’AINA (Associazione Italiana Neuro Auricoloterapia).

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