Nonostante non faccia parte delle medicina tradizionale, l’agopuntura è una pratica piuttosto conosciuta, anche solo per sentito dire. Molto meno, invece, lo è la neuro-agopuntura, una terapia medica nata dall’unione tra l’agopuntura e le moderne neuroscienze.

Un vero e proprio ponte che mette in collegamento i principi e metodi della millenaria medicina tradizionale cinese e le neuroscienze, per cercare un aiuto nella cura e nel trattamento di malattie neurologiche gravi come l’Alzheimer, la demenza, la neuro-disabilità infantile, il Parkinson, le paralisi cerebrali e la riabilitazione post ictus, oltre a tante altre malattie neurologiche.

Ma vediamo meglio di cosa si tratta e come si esegue la neuro-agopuntura.

Neuro-agopuntura: cos’è e come si effettua

Quando si parla di  neuro-agopuntura, si fa riferimento a una tecnica medica nata dall’unione dell’agopuntura classica, di diverse forme di craniopunture cinesi e giapponesi e dalla neuro-auricoloterapia occidentale, in modo particolare quella codificata dai neurofisiologi francesi. Una terapia che, di fatto, risulta essere efficace, poco costosa e che viene utilizzata in ambito medico in diverse branche della medicina, dalla riabilitazione neurologica a quella ortopedica, dalla geriatria e fino all’ambito oncologico.

Il trattamento, come nella tradizionale pratica terapeutica cinese, prevede l’utilizzo di piccoli aghi da posizionare un punti ben definiti sul corpo, allo scopo di sbloccare i meridiani presenti nel corpo e garantendo tutta una serie di benefici fisici a chi vi si sottopone. Il tutto unito alle conoscenze allo studio delle neuroscienze.

I principi della neuro-agopuntura

Dopo il forte stimolo dato dalla pratica tradizionale dell’agopuntura e dell‘inserimento degli aghi, infatti, subentra l’azione dei logopedisti e fisioterapisti che agiscono in una fase di “attivazione” fisicain cui vengono aumentati e potenziati i riflessi ottenuto dalla stimolazione con gli aghi e si memorizzano i risultati dello stimolo stesso.

La neuro-agopuntura, infatti, ha bisogno di quello che viene chiamato Dao Yin, ovvero una fase di attivazione del corpo, della memoria fisica e di quella procedurale. Tutte cose che necessitano a loro volta di un lavoro di riabilitazione molto preciso curato, raffinato, modellato su misura del paziente e in base alla patologia da trattare, anche a seconda della cronicità o della fase della stessa.

I benefici della neuro-agopuntura

In questo modo, la pratica della neuro-agopuntura permette di aumentare la circolazione e la funzionalità dei neuroni di chi vi si sottopone, andando a rieducarli e attivarli e trovando grande beneficio in patologie come le demenze, la malattia di Parkinson e l’Alzheimer, e in tutte quelle aree che riguardano la neuropsichiatria infantile.

Questo perché il cervello dei bambini è neuroplastico, e quindi risulta maggiormente modificabile rispetto al cervello di un adulto, permettendo alla pratica della neuro-agopuntura di contribuire in modo importante alla cura e al trattamento di malattie di varia natura.

Una pratica che, di fatto, vede notevoli risultati, soprattutto nell’ambito dei recuperi riabilitativi di importante rilevanza e su molte patologie che, attualmente, trovano nella Neuro-Agopuntura, l’unica possibilità di miglioramento.

E questo ovviamente anche in base al momento in cui si interviene. Come ogni cosa, infatti, la tempistica fa la differenza e un patologia “nuova” è senza dubbio più facilmente trattabile di una a livello cronico che dura da anni. Anche se comunque, anche in questi casi, la neuro-agopuntura è in grado di far ottenere notevoli miglioramenti.

I limiti e le controindicazioni

Un tipologia di trattamento che unisce la conoscenza antica con quella moderna e che, di fatto, non presenta grandi effetti collaterali, tossicità o controindicazioni. Se non le stesse presenti nell’agopuntura classica.

Essendo una procedura invasiva (per via degli aghi che entrano nel corpo), esiste il rischio di complicazioni, come quello legato alla comparsa di lesioni (quelle ai nervi e alle strutture vitali sono rare), o anche il rischio di sanguinamento e lividi, più frequenti per via della puntura stessa.

In casi più rari, poi, se non eseguita correttamente, l’agopuntura può provocare flebiti, infiammazione dei vasi linfatici o fistole tra arterie e vene agli arti. Una terapia di agopuntura non condotta adeguatamente, poi, anche se in casi rari, può causare un arresto del flusso mestruale, scatenare nuovi disturbi, o accentuare quelli già in essere.

Ecco perché è sempre importantissimo affidarsi solo a esperti qualificati e a strutture adeguate e certificate, godendo di questa pratica che si integra perfettamente la con medicina occidentale, in un connubio che punta al benessere della persona e al riequilibrio del suo stato fisico.

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