Nella vita inevitabilmente ci si trova ad affrontare cambiamenti, più o meno importanti. Alcune persone ne incontrano di più sulla loro strada, tra quelli della vita quotidiana, ma anche a causa di perdite di persone o luoghi cari. In una situazione di cambiamento, può seguire spesso un sentimento di nostalgia, che porta a voler ritornare a qualcosa che è passato.

Questa emozione non è necessariamente negativa, ed è anzi una risposta positiva della nostra mente, che cerca di proteggerci dal dolore di aver lasciato qualcosa e ci prepara ad affrontare il nuovo. Vediamo come viene definita la nostalgia, che significato rappresenta in psicologia, come affrontarla in modo costruttivo e quando invece può fare male.

Nostalgia: significato ed etimologia

Il termine “nostalgia” è definito dal vocabolario Treccani come:

desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo che è stato di soggiorno abituale e che ora è lontano.

Si può definire più ampiamente come il desiderio di ritornare non solamente in luoghi, ma anche a eventi e tempi, situazioni del passato, nei quali si è stati bene. La volontà di provare nuovamente le sensazioni di gioia e piacere che si ricordano legate a un determinato evento o luogo felice vissuto in un periodo passato della propria vita.

L’etimologia della parola deriva dal greco, infatti nostos significa “ritorno a casa”, mentre algos vuol dire “dolore”. Il termine è stato usato per la prima volta dal medico svizzero Johannes Hofer nel suo saggio Medical Dissertation on Nostalgia by Johannes Hofer, 1688. Il dottore utilizzò la parola nostalgia per rappresentare il sentimento di dolore e sofferenza che provavano i mercenari svizzeri costretti a vivere lontani da casa per servire in eserciti stranieri.

La nostalgia in psicologia

La nostalgia è un’emozione e, in quanto tale, assume una funzione adattiva e un’utilità evolutiva. Per tanto tempo associata solamente a qualcosa di negativo, è stata oggi rivalutata, grazie a una serie di studi effettuati a partire dal 2004 da Routledge e colleghi che ha delineato il valore della nostalgia come un elemento che senso alla vita. La psicologia ritiene oggi che la nostalgia abbia una funzione esistenziale in senso positivo e protettivo.

Dagli studi di Routledge e colleghi è emerso che, in risposta a stimoli che aumentavano la consapevolezza dell’inevitabilità della morte, le persone con maggior propensione a sperimentare nostalgia risultavano avere più percezione del significato della vita, e meno pensieri legati alla morte, rispetto a chi invece aveva meno tendenza a provare questa emozione.

La nostalgia può essere vista come un viaggio emotivo nella memoria, ed è stimolata da suoni, immagini, odori, luoghi o gesti che riportano a qualcosa di specifico o a un periodo della vita più generico in cui ci sentivamo sicuri e felici. Essendo legata fortemente alla memoria autobiografica, aiuta le persone a costruire una continuità nella propria vita. Infatti spesso si manifesta in momenti di cambiamento o transizione, quando, in mezzo a incertezze legate al presente e al futuro, abbiamo bisogno di aggrapparci a qualcosa di conosciuto, che ci ha fatto stare bene e al sicuro.

La nostalgia rappresenta quindi un ancoraggio emotivo, un filo che unisce passato e presente, mantenendo un senso di continuità e coerenza nella nostra identità. Inoltre, la psicologia vede nella nostalgia un meccanismo di difesa, sia contro l’ansia, lo stress, momenti di difficoltà. Sia di fronte a un senso di smarrimento legato ai tempi in cui si vive.

Capita spesso di leggere online ad esempio commenti di persone che vorrebbero tornare al periodo storico della loro infanzia, nel quale si sono sentiti più felici in maniera genuina.

Nostalgia e malinconia sono la stessa cosa?

Il sentimento di nostalgia è molto simile a quello di malinconia, un’altra emozione che provoca dolore e malessere, un senso di tristezza e perdita. Tuttavia, quest’ultima si differenzia dalla nostalgia perché è un sentimento più profondo, così come la sua origine, e riguarda un senso di tristezza più generale e indefinito. Non sempre è legata a qualcosa di effettivo che è stato perso nel passato, ma si tratta di una sensazione più astratta, un male di vivere che può portare anche alla depressione, e deriva da uno stato più pessimistico.

La nostalgia invece è circoscritta e associata a ricordi specifici di luoghi, tempi o persone, è un desiderio per qualcosa o qualcuno che ha portato felicità, ma non si può riavere. Il sentimento di nostalgia è descritto come un mix di sensazioni: felicità, gratitudine e piacere causati dal ricordo positivo, e tristezza per l’impossibilità di tornare indietro nel tempo. La nostalgia, come abbiamo visto, è anche positiva, e si può sfruttare in modo anche costruttivo, mentre la malinconia è più pericolosa.

Entrambe le sensazioni ci possono aiutare a capire noi stessi, a comprendere il nostro legame col passato, ciò che ci rende felici, ma anche le dinamiche della memoria e delle emozioni. Nonostante la loro similarità, si tratta quindi di sentimenti separati, possono essere legati, ma anche presentarsi da soli, si può essere malinconici ma non nostalgici, e viceversa. È importante, quando si prova un’emozione di questo genere, capire l’origine, anche con l’aiuto di un professionista, e quando è il caso di intervenire.

Perché può far male vivere nel passato

La nostalgia ha funzioni psicologiche principalmente positive, che aiutano in momenti di transizione, a rimanere collegati e coerenti nella propria vita. Addirittura ad avere più consapevolezza sul senso della vita. Tuttavia, se non gestita nel modo giusto e costruttivo, che vedremo nel prossimo paragrafo, può risultare in qualche modo nociva. Infatti, in alcune situazioni, può fare male vivere nel passato, se questo tiene fermi e incapaci di avanzare.

Infatti la nostalgia può trasformarsi in un’emozione non più funzionale e positiva quando diventa persistente, un sentimento continuo, e intrusiva. Inoltre, bisogna prestare molta attenzione quando alla nostalgia si associano sintomi legati a depressione come malinconia, crisi di pianto, perdita di interessi, insonnia o altri disturbi del sonno. Così come sentimenti di auto-svalutazione, mancanza di voglia di fare e programmare, difficoltà nel svolgere funzioni quotidiane.

In tutti questi casi è importantissimo rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta.

Come affrontare la nostalgia in modo costruttivo

La nostalgia può rappresentare una risorsa importante nella nostra vita, e chi è più propenso a provarla può farsi aiutare da essa a gestire tanti aspetti del proprio presente, e del futuro. Per evitare di essere trasportati senza fine dai proprio ricordi e che la nostalgia diventi nociva, possiamo imparare ad affrontarla in modo costruttivo, con questi 6 consigli.

1. Accettarla

Il primo passo per poter affrontare al meglio la nostalgia, così come qualsiasi emozione che il nostro corpo e la nostra mente ci fanno provare, è accettarla. Comprendere e accettare di sentirsi nostalgici è un passaggio importante per provare a interpretare la nostalgia come una risorsa, non come una debolezza o solamente come tristezza.

2. Guardare il presente

La nostalgia aiuta a gestire meglio fasi del presente che creano difficoltà o incertezze, ma non solo. Si può usare la nostalgia per focalizzarsi sul presente, imparare quella che viene chiamata mindfulness, ovvero la consapevolezza del “qui e ora”. Non è una pratica semplice, e necessita di esercizio per poter entrare del tutto nell’ottica di vedere veramente gli aspetti positivi di ciò che ci sta intorno.

Anche nei periodi più stressanti o spaventosi, quando è più facile rifugiarsi in un passato più felice, possiamo trovare appigli positivi, che ci fanno apprezzare anche il presente.

3. Comunicare

Provare nostalgia è un’emozione, che può essere vissuta in maniera personale e autonoma, quando regala sensazioni dolci-amare. Quando invece sembra portare più tristezza, è bene comunicare questa emozione a qualcuno, dare valore alle proprie relazioni sociali. L’empatia è un forte strumento che aiuta a sentirci compresi e meno soli. L’unione fa la forza, così come il supporto di qualcuno, che sia una persona cara o un professionista, può aiutare a vedere le cose da un’altra prospettiva.

4. Creare

Comunicare la propria nostalgia, e cosa la provoca, si può fare anche trasferendola su un foglio, su un diario, o in un’opera d’arte. Disegnare, pitturare, costruire, suonare sono tutte attività attraverso le quali un’emozione viene esternata con l’arte.

Realizzare qualcosa di artistico e creativo serve anche a creare cose nuove, che rendono più bello il presente, e che possono diventare nuovi ricordi in accompagnamento, non necessariamente in sostituzione, a quelli felici del passato.

5. Trarre motivazione e insegnamento

Quando ci si sente affranti, la nostalgia può essere utilizzata per trarre motivazione, ripensando ai successi passati, alle situazioni superate in maniera positiva. In modo da ricevere anche insegnamento da noi stessi e dal nostro passato, imparando a sentirci più forti. La nostalgia prepara a vivere esperienze simili e a riproporre le strategie positive, proprio perché riporta a ricordi belli e piacevoli. Questo è utile per vedere in maniera più ottimistica il futuro, e a essere più motivati per affrontare ciò che verrà.

6. Contrastare la negatività

I pensieri negativi legati alle difficoltà del presente che portano a provare nostalgia di tempi migliori e più felici possono diventare intrusivi. Sfruttare la nostalgia in questo caso significa rivivere momenti di gioia del passato per sentirci più ottimisti, contrastando così i pensieri negativi. In sostanza, pensare a qualcosa di bello può aiutare a non pensare alle cose brutte, o ritenute tali dalla propria mente. E ad avere fiducia che i momenti piacevoli esistono e possono tornare.

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