A volte l’apparenza inganna, ed è il caso dell’affettività coartata: questo fenomeno vede la persona solo apparentemente distante, distaccata e disinteressata quando in realtà dentro di sé non sa come esprimere le emozioni che prova.

Ecco quali sono le implicazione personali e relazionali dell’affettività coartata e come fare a ri-educarsi all’affettività.

Cosa si intende per affettività coartata?

L’affettività coartata si riferisce a una condizione in cui una persona mostra una gamma ridotta di espressioni emotive. Questo termine è spesso utilizzato in psicologia e psichiatria per descrivere individui i cui sentimenti sembrano limitati o difficili da esprimere liberamente.

Le persone con affettività coartata possono sembrare distaccate, fredde o indifferenti, non perché effettivamente lo siano, ma perché hanno difficoltà a mostrare esternamente le loro emozioni. Questo può derivare da vari fattori, tra cui traumi, disturbi psicologici, educazione emotivamente repressiva o strategie di coping disfunzionali.

L’affettività coartata può influenzare significativamente le relazioni interpersonali e il benessere psicologico dell’individuo tanto da essere spesso legata ad altre condizioni: ad esempio schizofrenia, depressione, traumi cerebrali, disturbo da stress post traumatico.

Come si manifesta la coartazione dell’affettività

La coartazione dell’affettività si manifesta attraverso una serie di comportamenti ed espressioni che indicano una limitata capacità di mostrare o provare emozioni. Ecco alcuni esempi:

  1. Risposte emotive smorzate: Una persona con affettività coartata potrebbe ricevere una notizia molto positiva, come una promozione o la nascita di un nipote, e manifestare una reazione emotiva blanda o quasi assente, senza mostrare la gioia attesa.
  2. Difficoltà nell’esprimere sentimenti: Questi individui possono faticare a esprimere amore, gratitudine o affetto verso amici e familiari. Ad esempio, potrebbero avere difficoltà a dire “ti voglio bene” o ad abbracciare.
  3. Espressione facciale limitata: Il loro volto può rimanere impassibile o neutro anche in situazioni che normalmente suscitano forti reazioni emotive, come durante un funerale o una celebrazione importante.
  4. Ridotta partecipazione emotiva: Potrebbero partecipare a eventi sociali o familiari restando in gran parte silenziosi, ritirati e apparentemente disinteressati a ciò che accade intorno a loro, nonostante la situazione richieda un coinvolgimento emotivo.
  5. Comunicazione verbale limitata sulle proprie emozioni: Quando parlano delle loro esperienze o sentimenti, il loro linguaggio può essere vago, generico o focalizzato su dettagli pratici piuttosto che sull’esperienza emotiva.

I rischi e le conseguenze nei rapporti sociali

La coartazione dell’affettività non solo influisce sulla percezione che gli altri hanno dell’individuo, ma può anche ostacolare lo sviluppo e il mantenimento di relazioni significative. La difficoltà nel mostrare emozioni può portare gli altri a interpretare erroneamente la persona come fredda o disinteressata, causando frustrazioni e incomprensioni, in particolare negli ambiti che richiedono un’intensa connessione emotiva come le amicizie strette e le relazioni amorose.

Questa inibizione emotiva rende arduo per gli altri instaurare legami intimi, relegando le interazioni a uno scambio superficiale e limitando la profondità delle relazioni. Alcune persone soggette a coartazione dell’affettività tendono a ritirarsi socialmente per evitare situazioni che mettano in luce la propria difficoltà emotiva, accrescendo sentimenti di solitudine e alienazione.

Inoltre, l’incapacità di esprimere sentimenti positivi verso gli altri può generare conflitti e malintesi, erodendo la fiducia e l’intimità nelle relazioni più vicine. Queste dinamiche interpersonali complesse possono avere un impatto negativo sul benessere emotivo, aumentando il rischio di ansia, depressione e una scarsa autostima.

Affettività coartata e anaffettività sono la stessa cosa?

Affettività coartata e anaffettività non sono la stessa cosa anche se si manifestano in modo simile. Quest’ultima esprime l’incapacità di provare emozioni o la loro profonda soppressione e ciò che in questo caso caratterizza l’individuo è un livello estremamente basso di reazioni emotive, sia interiormente che esternamente, tanto da sembrare quasi assente e manifestando un’assenza di empatia nei confronti degli altri.

Come spiega lo psicologo e psicoterapeuta Maurizio Rabuffi, le cause dell’anaffettività sono collegate agli stili di attaccamento:

[…] i bambini con attaccamento insicuro evitante diventeranno genitori distaccati, contribuendo a loro volta a non far vivere ai propri figli esperienze di sintonizzazione emotiva. Il bambino in questo modo imparerà a non sentirsi riconosciuto nello sguardo dell’altro e a non riconoscere prima, e sentire poi, emozioni e sensazioni. La ricerca ha mostrato come i ricorrenti fallimenti di interazione tra il genitore e il bambino portino quest’ultimo a limitare le sue reazioni emotive (spesso il bambino sarà distaccato anche di fronte ad eventi emotivamente coinvolgenti), ponendo le basi per diventare, da adulto una persona anaffettiva.

L’anaffettività è associata spesso a specifici disturbi psicologici o neurologici, come il disturbo schizoide della personalità, alcuni disturbi dello spettro autistico o come conseguenza di traumi o stress. Essa si distingue dall’affettività coartata anche per il fatto di essere una condizione più severa e caratterizzata dalla mancanza della sperimentazione delle emozioni, concentrandosi principalmente in una dimensione interna dell’individuo, mentre l’affettività coartata è imperniata sulla difficoltà nell’esternare le emozioni che si provano.

Come ri-educare all’affettività

Ristabilire o migliorare la capacità di provare ed esprimere emozioni, è un processo che richiede impegno, pazienza e, spesso, l’aiuto di professionisti. Ecco alcuni passaggi chiave per facilitare questo percorso:

  1. Fare una riflessione personale: Iniziare con una riflessione profonda sulle proprie emozioni cercando di identificare i momenti in cui sono state soppresse o si è evitato di esprimerle. Comprendere le proprie abitudini emotive è il primo passo per cambiarle.
  2. Esprimere quotidianamente le proprie emozioni: Praticare l’espressione delle emozioni quotidianamente può includere parlare dei propri sentimenti con amici o familiari, tenere un diario emotivo o esprimersi attraverso l’arte, la musica o la scrittura.
  3. Praticare mindfulness e meditazione: Tecniche di mindfulness e meditazione possono aiutare a prendere consapevolezza delle proprie emozioni in tempo reale accettandole senza giudizio. Questo aiuta a sviluppare una maggiore connessione con il proprio mondo interiore.
  4. Terapia psicologica: Un terapeuta può offrire strategie specifiche per affrontare le difficoltà emotive, lavorando su traumi passati o problemi di autostima che possono influenzare la capacità di provare ed esprimere emozioni.
  5. Incrementare l’intelligenza emotiva: Informarsi e studiare sull’intelligenza emotiva può offrire strumenti per riconoscere, comprendere e gestire meglio le proprie emozioni e quelle altrui.
  6. Svolgere attività creative: Impegnarsi in attività creative come la pittura, la scrittura o la musica può fornire un outlet per esplorare e esprimere emozioni in modi inediti.
  7. Sviluppare l’empatia: Impegnarsi attivamente nell’ascolto e nella comprensione delle esperienze emotive altrui può migliorare la propria capacità di connessione emotiva.
  8. Stabilire obiettivi realistici: Impostare obiettivi realistici e misurabili per il proprio percorso emotivo è un altro suggerimento utile per ri-educarsi all’affettività. Celebrare i piccoli successi aiuta a mantenere questo approccio.
  9. Curare le relazioni: Circondarsi di persone che supportano la propria crescita emotiva e con cui ci si sente a proprio agio. Può essere utile sfruttare queste situazioni per attuare piccoli gesti di affetto.
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