La connessione tra uomo e natura è una delle fonti di maggior beneficio per la nostra salute psicofisica. Una unione che ha una manifestazione nell’ecopsicologia, ovvero la disciplina che unisce ecologia e psicologia, donando una prospettiva diversa e nuova sull’essere umano e al mondo circostante.

Un disciplina che ha come punto focale quello di scardinare la visione antropocentrica che l’uomo ha e in cui pone al centro di ogni cosa se stesso, in favore di una visione ecocentrica, in cui prende valore e importanza la connessione che esiste tra l’uomo e la natura.

Cos’è l’ecopsicologia?

Quando si parla di ecopsicologia, quindi, ci si riferisce a una disciplina che unisce la psicologia all’ecologia e che si occupa contemporaneamente del mondo umano e di quello naturale, allo scopo di favorirne una connessione più armoniosa e di reciprocità.

Una branca della psicologia, quindi, che pone evidenza sull’importanza nella natura nella vita dell’uomo e di come, la necessità di entrare in maggior contatto con la nostra parte più profonda, sia strettamente legata a quella di approcciarsi in modo più stretto alla parte più reale e autentica della natura.

L’ecopsicologia, dunque, è una “pratica” che invita a prendersi cura della propria psiche allo stesso modo in cui lo si fa con l’ambiente, focalizzandosi sul raggiungimento del proprio personale benessere ma posto in relazione con il contesto e con tutto ciò che ci circonda.

L’origine e la storia

Una disciplina “giovane” nata a Berkeley, in California, nel 1989, il cui obiettivo era quello di unire sotto un unico nome vari filoni di lavoro già esistenti come “la psicologia verde”, “l’eco terapia” o “l’ecologia transpersonale”, dando vita a una disciplina interdisciplinare, l’ecopsicologia, appunto.

Una disciplina che oggi è diffusa maggiormente in Paesi come gli Stati Uniti, ul Canada e la Gran Bretagna. Ma che grazia al sostegno reti internazionali come l’ICE (International Community of Ecopsychology) e la IES (International Ecopsychology Society), si è propagata su larga scala, arrivando fino all’Italia e a Paesi la Grecia, la Spagna, il sud Africa, l’Uruguay, l’Argentina, il Messico, il Brasile, Porto Rico, il Cile e fino all’Australia.

Le basi teoriche e i principi dell’ecopsicologia

Di fatto, quindi, l’ecopsicologia, ha come scopo la ricerca di una risposta alle domande più importanti che l’uomo tende a porsi nel corso della vita. Quesiti come chi siamo, qual è lo scopo della nostra esistenza, qual è il legame profondo che lega gli esseri umani tra loro e l’essere umano alla Terra, qual è il nostro posto nel mondo, etc.

Domande complicate e che accompagnano l’essere umano nel corso della storia. E che ci si pone nel tentativo di cambiare l’idea dell’uomo come cardine e padrone del Pianeta, virando verso una direzione per la quale l’uomo ne è solo una parte, membro attivo e partecipe nella vita del Pianeta stesso ma che, di fatto, non ha padroni ma ospiti. Cosa che in fin dei conti, rispetto alla Terra, siamo.

Una psicologia al servizio della Terra, come detto dall’ecologo australiano John Seed e che si basa su tre presupposti:

  • il legame esistente tra l’essere umano e la Natura e che è profondamente radicato;
  • l’illusione che l’uomo sia separato dalla natura e che di fatto porta sofferenza a livello persone e disattenzione verso l’ambiente;
  • la guarigione per entrambi, dato dal riconoscimento del legame che unisce uomo e Terra/natura.

Le applicazioni pratiche

Ma come si pratica esattamente l’ecopsicologia? Innanzitutto è bene dire che l’ecopsicologia non è legata a tecniche di pratica specifiche, ma piuttosto alla capacità di creare dei percorsi in grado di far conoscere e sperimentare, a chi vi si approccia, la connessione profonda che esiste tra la dimensione naturale e l’integrità personale, agendo:

  • in ambito psicologico, andando alla scoperta del sé più intimo e che è più facile ascoltare in contesti naturali piuttosto che urbani e che risulta utile per facilitare il processo di crescita personale;
  • in ambito organizzativo, per attivare delle relazioni di qualità, in cui esiste collaborazione, la valorizzazione del singolo e del gruppo, risposte creative al cambiamento e una comune evoluzione;
  • in ambito educativo, coinvolgendo la dimensione sensoriale, emotiva e immaginativa dei bambini, sensibilizzandoli al contatto con la natura e permettendogli di conoscere il proprio mondo interiore anche in rapporto a quello esteriore.
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