Terapia familiare: come funziona una seduta e quando può essere utile

La terapia familiare è una psicoterapia mirata a sciogliere le criticità e le dinamiche relazionali complesse che possono interessare gli elementi di un sistema familiare, e che possono aver causato problemi di comunicazione, rigidità dei ruoli, incomprensioni di varia natura e conflitti intestini. Vediamo insieme come funziona e quali sono le sue caratteristiche.

Spesso, nell’arco di vita di una famiglia, vi sono eventi – interni ed esterni – che possono perturbare l’equilibrio del sistema, interessando uno o più dei suoi membri ed estendendosi, poi, a macchia d’olio verso tutti gli altri.

In questo scenario, può essere utile l’aiuto di un percorso terapeutico, in grado di delineare le coordinate del malessere e ripristinare il benessere all’interno del nucleo di riferimento. In tal caso si parla, infatti, di terapia familiare: che cos’è e come si strutturano le sedute? Scopriamolo insieme.

Che cos’è la terapia familiare?

La terapia familiare è una psicoterapia mirata a sciogliere le criticità e le dinamiche relazionali complesse che possono interessare gli elementi di un sistema familiare, e che possono aver causato problemi di comunicazione, rigidità dei ruoli, incomprensioni di varia natura e conflitti intestini.

Lavorare sul sistema famiglia risulta, infatti, fondamentale, perché proprio su di esso si basa la costruzione dell’identità di ciascun individuo, dal momento che il gruppo di appartenenza costituisce la matrice da cui originano gli schemi relazionali e, in generale, il benessere psicologico del singolo.

Come spiega la dottoressa Alessandra Bottino, dunque, la terapia familiare è:

Un approccio psicoterapeutico volto a modificare le dinamiche relazionali intrafamiliari per migliorarle e portare anche solo un singolo soggetto al benessere. È una terapia che vede la famiglia come sistema vero e proprio, prendendo in considerazione tutte le parti che la compongono e le loro relazioni. Inoltre, lo psicoterapeuta, durante la terapia, non ricerca le cause nelle difficoltà presenti, ma propone schemi comportamentali differenti per modificare le dinamiche razionali esistenti.

Obiettivo della psicoterapia è, allora, quello di esprimere i sentimenti e le emozioni di ciascun membro della famiglia in relazione alla difficoltà vigente e individuare delle modalità efficaci – comportamentali, comunicative e affini – per condurre tutti gli appartenenti al sistema a una condizione di ritrovato benessere psicofisico.

Come funziona una seduta

Affinché la terapia sia efficace, le sedute, dalla durata variabile, prevedono generalmente l’incontro del terapeuta con tutti gli elementi della famiglia – anche se, talvolta, l’esperto può decidere di effettuare un colloquio con uno solo dei membri.

Lo scopo precipuo dei dialoghi psicoterapeutici è quello di dipanare le difficoltà e il malessere esperiti dal nucleo, per poi ricostruire la storia della famiglia nel suo complesso, rintracciando le dinamiche che la caratterizzano, le disfunzioni che la attraversano e le problematiche principali che ne derivano.

Una volta instaurata la fiducia tra pazienti e terapeuta, il focus si sposterà, poi, con maggiore attenzione sui rapporti relazionali e comunicativi che intercorrono tra gli elementi, al fine di lavorare sul disagio che contraddistingue il sistema familiare e sui motivi che lo portano in essere, dando a ciascuno la possibilità di esprimersi in piena libertà e autonomia.

In quali casi è indicata?

Ma quali sono i casi in cui è utile rivolgersi a un terapeuta familiare? Le ragioni e gli eventi che possono condurre a un disequilibrio sono molteplici. Tra questi si annoverano, in particolar modo, i seguenti:

  • conflitti interni alla coppia;
  • separazione o divorzio;
  • nascita di un figlio;
  • adozione di un bambino;
  • malattia di uno dei membri;
  • morte di uno dei membri;
  • adolescenza dei figli;
  • perdita del lavoro;
  • pensionamento;
  • incidenti, violenze, eventi traumatici;
  • fobie, ansia, attacchi di panico;
  • disturbi alimentari;
  • dipendenze di vario genere.

In questi e altri casi, come si legge su Guida Psicologi, obiettivo del terapeuta è quello di:

Modificare alcune parti dell’organizzazione familiare in modo da creare nuovi modi di relazionarsi e formando nuovi equilibri. Si cercheranno di spezzare le  rigidità all’interno della comunicazione rendendola più flessibile. Tutto ciò potrà essere fatto attraverso tecniche da sviluppare durante le sedute o a casa che avranno l’obiettivo di studiare i ruoli e la comunicazione familiare. Per riuscire a realizzare una terapia familiare di successo è indispensabile il contributo di ogni membro della famiglia.

La terapia familiare, quindi, conduce gli elementi del nucleo coinvolto a una riorganizzazione del sistema in cui si trovano immersi, finalizzata a superare la crisi e a creare una condizione più funzionale e distesa.

Le tipologie di terapia familiare

Tra le forme più diffuse di terapia familiare vi è, come abbiamo visto, quella sistemica, secondo la quale, appunto, la famiglia è considerata alla stregua di un sistema costituito da relazioni, dinamiche e caratteristiche che possono incontrare degli ostacoli nel loro fluire sano e armonioso.

A partire dal Novecento, tale tipo di terapia si è, poi, distinta in una serie di tipologie, spostando l’attenzione dalla dimensione individuale e intrapsichica a quella relazionale, soprattutto per quanto concerne l’ambito familiare.

Un approccio che presenta una serie di somiglianze con la terapia sistemica è, per esempio, quello strutturale. Come spiega Giovanna Vanni, psichiatra e psicoterapeuta sistemico relazionale di Humanitas San Pio X:

Il sistema famiglia è caratterizzato da una struttura che, a seconda delle regole che la caratterizzano, può favorire o non favorire lo sviluppo armonioso e flessibile dei suoi membri. La terapia strutturale si pone come obiettivo principale il cambiamento strutturale e considera il terapeuta come un agente attivo nel processo di ristrutturazione della famiglia. Gli psicoterapeuti strutturali si sforzano di entrare o “unirsi” al sistema familiare in terapia per capire le regole invisibili che governano il suo funzionamento, capire le relazione tra i membri e, in ultima analisi, perturbare i rapporti disfunzionali che si creano all’interno di essi, al fine di promuovere modelli più sani.

Altre tipologie di terapia familiare sono, poi:

  • la terapia familiare sistemico-relazionale;
  • la terapia familiare psicoanalitica;
  • il modello di Bowen;
  • la terapia familiare strategica (Cloe Madanes);
  • la terapia familiare ericksoniana.

I benefici della terapia familiare

Consentire a ciascun elemento della famiglia di esprimere ciò che sente e di poterlo fare senza giudizio porta, senza dubbio, una serie di vantaggi, non solo, come accennato, al singolo individuo, ma anche al sistema nel suo complesso.

Tra i benefici della terapia familiare possiamo individuare:

  • alleviamento dello stato di malessere e sofferenza dei membri della famiglia;
  • scioglimento di una situazione di disagio;
  • riduzione delle tensioni e ripristino dell’equilibrio;
  • miglioramento delle relazioni;
  • riorganizzazione interna ed elaborazione delle disfunzioni;
  • nuovo senso di appartenenza;
  • nuovi comportamenti e visioni.

Affinché sia utile, la terapia necessita, infine, della collaborazione di tutti gli elementi della famiglia, condotti, così, a confrontarsi e a dialogare in maniera autentica ed efficace.

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