Tantra yoga, quella sottile linea rossa tra corpo, mente e sesso
Tantra yoga, cos'è davvero questa antica disciplina che unisce corpo, mente e sesso attraverso una più completa coscienza e consapevolezza di sé e della propria energia interiore.
Tantra yoga, cos'è davvero questa antica disciplina che unisce corpo, mente e sesso attraverso una più completa coscienza e consapevolezza di sé e della propria energia interiore.
La confusione nasce infatti dall’idea del tantra come insieme di pratiche sessuali, fomentata anche dalle ormai famose dichiarazioni del cantante Sting, che affermò che, proprio grazie alla pratica del Tantra Yoga, le sue prestazioni sessuali erano fortemente migliorate, riuscendo ad avere rapporti con la moglie della durata anche di sette ore.
In realtà il tantra è esso stesso una filosofia spirituale, che proprio dallo yoga e dall’hatha yoga trae le proprie radici. Quello più attinente alla parte fisica, erotica e sessuale è, semmai, il neo tantra, che del tantra può essere considerato una deviazione, data da personaggi come Osho.
Ma cos’è, invece, il Tantra Yoga e in che modo questa pratica agisce sul nostro corpo e sulla nostra mente? Cerchiamo di capirlo meglio.
Come, detto, quando si parla di Tantra Yoga si pensa quasi a un sinonimo di sesso disinibito. Un “errore” che si rivela soprattutto in Occidente, anche a causa della tanta letteratura che ne è nata ma che di fatto, non ha nulla o poco a che fare con il Tantra vero e proprio che, di fatto, si differenzia dallo yoga classico per il fatto di non richiede una vita ascetica a chi lo pratica, come ben evidenziato dalla sex coach Carolina Benzi, che ci ha fatto notare quanto anche alcuni dei nostri articoli, compreso questo, si basassero su convinzioni errate circa la disciplina tantrica.
La parola Tantra, infatti, significa tessere, espandere ma anche tecnica, tecnologia, strumento. Di fatto, quindi, il Tantra yoga, non è altro che una pratica volta all’estensione della propria spiritualità e della coscienza umana, appunto, attraverso una serie di strumenti (rituali, pratiche, ecc.). Un andare oltre quindi. Ma oltre a cosa? Semplicemente ai limiti in cui corpo e mente sono intrappolati, imparando a usarli al di là della loro funzione conosciuta e come un vero e proprio trampolino di lancio verso ciò che è oltre, una dimensione diversa e più ampia.
Una filosofia, quella tantrica, che poggia le sue radici nel Buddismo e nell’induismo arcaico, e sul concetto di universo manifesto. Questo viene considerato sia come parte fisica che come parte sensoriale, ciò che non si vede. Solo padroneggiando e immergendosi totalmente nella conoscenza del primo è possibile arrivare alla seconda e generare un’unione tra i due.
In questo modo, si aumenta così la propria consapevolezza (sia riguardo i propri punti di forza che di debolezza), la conoscenza dei propri limiti, la capacità di reagire in modo conscio a paure e desideri, raggiungendo uno stato di serenità e beatitudine. Il tutto grazie a una pratica che punta all’armonizzazione dell’energia maschile (Shiva) e femminile (Shakti) che è dentro ognuno di noi, risvegliando e indirizzando correttamente l’energia Kundalini nel corpo e attraverso i chakra.
Molto di più, quindi, di una semplice esperienza sessuale più appagante o duratura.
E una disciplina che si fonda su specifiche tecniche, unendo tra loro asana, respirazione e pranayama, mantra, meditazione e principi per agire in modo giusto con se stessi e il prossimo.
La prima tecnica del Tantra Yoga è Yama, ovvero la pratica di una giusta condotta e virtù, in cui il punto focale non è il servizio e la soddisfazione del proprio ego ma quello spirito. Yama indirizza alla gentilezza, all’onestà e all’essere premurosi, con tutte le creature e con se stessi.
Insieme a Yama c’è Niyama, ovvero la pratica della gratitudine, ripulendo il corpo e la mente da ogni tossicità, arrivando alla purezza e alla felicità profonda, raggiungendo l’amore per se stessi.
La pratica delle asana e il controllo della giusta postura aiutano a migliorare e coltivare la propria salute psico fisica, poiché tutto può essere curato liberando le tensioni, i blocchi, il respiro e le diverse emozioni che si vivono interiormente.
Ovvero il movimento e il controllo dell’energia vitale o Prana. Il pranayama si concentra sulla regolazione del respiro che, unite ad uno stato di concentrazione profondo, sono in grado di generare calma, forza e uno stato di maggior longevità e benessere.
O anche “il ritiro dei sensi”. Una volta compresa la giusta postura, la pratica del pranayama e il raggiungimento consapevole dei primi quattro principi o tecniche, avendo una maggior calma a livello mentale, si procede con l’interiorizzazione della coscienza, ovvero lo stadio in cui la propria coscienza viene rivolta all’interno, aiutando la mente a farsi più serena e aumentando la consapevolezza riguardo alla propria natura.
La concentrazione, raggiungibile solo quando la mente non è cedevole a ciò che arriva dall’esterno. Uno stato di completo assorbimento in cui la consapevolezza si trasforma in rivelazione e in cui la concentrazione può essere trasportata in ogni parte del corpo che necessita di essere guarita.
Una volta raggiunto il ritiro dei sensi e la concentrazione è possibile arrivare alla meditazione o dhyana, coltivando e portando amore verso l’interno, invocandolo e arrivando a soddisfare se stessi e l’oggetto della propria meditazione nell’amore stesso.
Infine, una volta che la mente è in totale calma, si arriva all’ultimo gradino della pratica, il Samadhi, Ovvero la super coscienza. Uno stato fisico e mentale per cui si annulla il concetto di dualità e di percezione dell’individuo, in favore del tutto, immergendosi totalmente nell’amore universale.
Principi e stadi che, attraverso la pratica, portano con sé tutta una serie di importanti benefici sia per il corpo che, soprattutto, a livello emotivo, mentale e spirituale.
Scopo del Tantra Yoga, quindi, è il raggiungimento di un benessere emotivo totale, attraverso l’aumento della propria salute sia mentale che fisica. Una disciplina che mira a scardinare i condizionamenti esterni per una più completa coscienza e consapevolezza di sé, aumentando la sperimentazione a livello personale e portando all’autorealizzazione.
Ma non solo. Nonostante questo aspetto molto spirituale, soprattutto nelle sue “versioni” occidentali, nella pratica del Tantra yoga viene dato molto spazio all’aspetto fisico, inteso come benefici per il corpo, sviluppando tutta una serie di vantaggi tangibili per l’organismo tra cui:
Ma anche:
Vediamo a questo punto come si pratica questa disciplina.Tantra yoga: le posizioni
Come visto, la pratica del Tantra Yoga unisce tra loro diversi elementi (mantra, pranayama, meditazione, asana, ecc.), comprendendo pratiche yoga diverse tra cui l’Hata yoga, Kundalini Yoga, Raja yoga, ecc. Ma non solo.
Nel Tantra Yoga è importante distinguere le due scuole di pensiero che ne determinano la pratica stessa. Quella della mano destra, spirituale, in cui viene privilegiata l’unione delle energie maschile e femminile insita in ognuno di noi e quella della mano sinistra, in cui questa unione non è solo vista a livello energetico ma anche fisico, prevendendo l’unione tra uomo e donna durante la pratica stessa.
Tra le posizioni o asana più conosciute ci sono:
Si parte da seduti sulle ginocchia, portando la fronte sul tappetino e distendendo le braccia verso l’alto adiacenti alla testa, appoggiandole al tappetino. Se si è abbastanza mobili con le spalle si fanno toccare tra loro i palmi delle mani, simbolo di unione tra tutti gli elementi che compongono il sé.
Se si pratica yoga in coppia ci si siede nella stessa posizione, con le teste rivolte una verso l’altra. Da qui, tenendo un palmo rivolto verso l’altro e uno verso il basso, si uniscono le mani con quelle del partner, unendo i propri cuori (le mani sono l’estensione del cuore) e immaginando di far fluire l’aria da un palmo all’altro. All’unisono e in una connessione profonda.
Si inizia partendo dalla posizione della montagna, in piedi. Se con il partner si dovrà fare uno di fronte all’altro. Da qui si portano i palmi delle mani al centro in prossimità del cuore, unendoli tra loro. Si eseguono cinque respiri profondi.
Ora si allungano le braccia verso l’alto, ci si inchina in avanti, avendo cura di tenere le spalle aperte e lo sguardo in avanti e si rilascia in uttanasana, “cadendo” in avanti con il corpo. Qui si portano le mani sugli stinchi o anche sulle cosce, srotolando la colonna vertebrale e sollevando il busto fino a metà strada tra le due posizioni e ripetendo il tutto per tre volte.
Ci si posiziona seduti a gambe incrociate (Sukhasana o posa confortevole) con le ginocchia più in alto rispetto alle anche, posizionano un cuscino o simili sotto le natiche per sollevare anche la colonna vertebrale.
Da qui si va in gyan mudra ovvero unendo la punta dell’indice con quella del pollice, estendendo le altre tre dita. E avendo cura di tenere i palmi rivolti verso l’alto, con entrambe le mani appoggiate alle ginocchia o alle cosce. Da qui si eseguono dei respiri lunghi e profondi, mantenendo una certa omogeneità tra inspirazione ed espirazione.
Nel caso in cui lo si esegua con il/la partner ci si deve posizionare schiena contro schiena, allineando le colonne vertebrali e facendo contatto con le natiche. Con le mani si esegue prithvi mudra, unendo le punte degli anulari con i pollici e tenendo le altre dita distese, un mudra che aiuta ad attivare il meridiano del cuore.
Una pratica che, quindi, a seconda della scuola di pensiero, si può eseguire sia in autonomia che in coppia, originando quasi una sorta di rituale a cui, sebbene non sia così, è stato dato un significato sessuale.
Come visto, infatti, la pratica del Tantra Yoga porta con sé un’intenzione molto più ampia, complessa, volta al proprio sé, personale e intimo. Un aumento della propria energia e consapevolezza corporea e mentale per il raggiungimento di uno stato di completo e profondo benessere emotivo e la comprensione e il risveglio dell’energia Kundalini Sahkti, la più potente dell’essere umano, ovvero quella sessuale.
E di cui proprio il rapporto intimo ne è la rappresentazione: l’eterno gioco e unione tra l’energia femminile Shakti e quella maschile Shiva.
Di fatto, però, questo aspetto legato al sesso rappresenta solo una piccolissima parte di ciò che è il Tantra Yoga, importante ma piccola.
Ma cerchiamo di capirne meglio il significato. Se lo scopo del Tantra Yoga, come detto, è appunto una più piena consapevolezza di sé e il risveglio cosciente della propria energia, appare anche chiaro come ogni sensazione, emozione e pratica diventi più appagante, poiché eseguita con una maggior presenza in ogni proprio aspetto personale. Elevando il proprio sé e portando l’energia stessa ad un livello superiore.
Un qualcosa che di per sé ha a che fare con l’orgasmo ma non con il sesso. Come spiega Sadhguru, infatti, “Non devi ansimare e sospirare per raggiungere uno stato orgasmico. Se ti siedi con gli occhi chiusi, puoi sprizzare di orgasmi da ogni cellula del tuo corpo”.
La mera associazione tra Tantra Yoga e sesso, quindi arriva da un’erronea interpretazione dello scopo della pratica o dalla mancanza di raggiungere uno stato di elevazione e appagamento profondo, limitandola unicamente all’estasi sessuale.
Ed è da questo presupposto che sono nate ulteriori altre pratiche di neo tantra, come il tanto famoso sesso tantrico, il cui scopo è il raggiungimento del benessere sessuale, individuale e di coppia e di un’armonia e piacere fisico.
Un appagamento dei sensi, quindi, ma che avendo la sua matrice della disciplina del Tantra, non si limita al solo rapporto sessuale (o come spesso viene travisata un’esperienza sessuale estrema) ma permette (o così dovrebbe essere) di ottenere una intimità più profonda con il /la partner anche in funzione della maggior intimità che si è acquisita con se stessi. Oltre a riequilibrare il rapporto di coppia, rinnovandone la complicità e portandolo a scoprire il piacere non solo attraverso i sensi e il corpo ma anche a livello spirituale, amplificandolo.
Quando si parla di sesso tantrico e, di conseguenza del raggiungimento dell’orgasmo tantrico, infatti, ci si riferisce a una modalità basata sulla continenza sessuale. Ovvero, un rapporto in cui non avviene l’eiaculazione dell’uomo e in cui la donna non arriva a ottenere un orgasmo “esplosivo” o netto.
Quello che accade in un rapporto di sesso tantrico, invece, è che l’uomo, applicando delle specifiche tecniche, nel momento in cui sta per eiaculare (e quindi per terminare il rapporto) si “contiene”, arrivando all’orgasmo ma senza eiaculazione. Potendo, così, avere diversi orgasmi durante lo stesso rapporto, e, di fatto, facendolo durare più a lungo senza perdita di energia per entrambi.
Un’esperienza che, di fatto, a qualcuno potrebbe far mettere un po’ in secondo piano il classico rapporto sessuale in funzione di quello tantrico. Poiché, se seguito con le giuste indicazioni e motivazione, anche e soprattutto come conseguenza alla pratica costante del tantra yoga, può essere decisamente più appagante e volto all’unione reale nella coppia, oltre a tutti gli altri benefici impliciti in questa affascinante disciplina.
Vivo seguendo il mantra "se puoi sognarlo puoi farlo". Sono una libera professionista della vita. Una porta verde, una poltrona rossa e una vasca da bagno sono le mie certezze, tutto il resto lo improvviso.
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