"Continuavano a dirmi 'sei sbagliata', alla fine mi hanno convinta"

Federica era vittima dei bulli e di una famiglia che le ha fatto sviluppare ansie e insicurezze. Per questo si è ammalata di tricotillomania, e per anni ha strappato i suoi capelli per sfogare la rabbia che portava dentro di sé.

Il mio nome è Federica, ho 24 anni, ma ne avevo 12 quando ho iniziato a tirarmi i capelli. La causa? Il bullismo, e le mancanze di affetto. Non avevo amici, i genitori sempre assenti, e sono cresciuta con i nonni, una zia senza figli e con i peluche. Già dai primi anni di vita mi trasmettevano ansia e paura verso il mondo, come se tutto fosse cattivo, specie questa mia zia, così apprensiva che voleva portarmi in ospedale per una semplice caduta… E tutto quello che non era ordinario era sbagliato.

Odiavo le bambole, e loro pensavano avessi qualcosa che non andava perché le bambine ‘devono amare le bambole’. Questa ansia e apprensione verso di me mi hanno portata a chiudermi, e questa chiusura ha fatto di me una preda.

Una preda per i bulli, che mi hanno condotta alla fobia sociale. Hanno iniziato ad affibbiarmi  nomignoli fastidiosi, mi offendevano continuamente, arrivando anche alle mani: giocavano a chi mi faceva più male, e vinceva chi mi faceva piangere. Mi hanno urlato brutta, incessantemente, e alla fine mi hanno convinta. Mi hanno urlato grassa, incessantemente, e alla fine mi hanno convinta. Mi hanno urlato sbagliata, incessantemente, e alla fine mi hanno convinta. Mi hanno urlato errore, incessantemente, e alla fine mi hanno convinta.

Non avevo nessuno a cui dirlo, le mani cercavano uno sfogo su cui riversare tutta la mia rabbia, e camminarono fino ai capelli, i miei bellissimi capelli corvini, che, dopo qualche mese, non furono più bellissimi.

Iniziai a tirarli fino a diventare quasi calva verso i 16 anni.

La mia famiglia lo scoprì in una notte di febbraio, accanto al mio letto fiumi di capelli, e poi la diagnosi: tricotillomania. Ero una tricotillomane, avevo una malattia ossessiva compulsiva, ero malata. Ma la mia famiglia, invece di aiutarmi, mi ha fatta sentire in colpa.

Ho tentato anche il suicidio, i bulli mi hanno rovinato la vita e i capelli.

Il bullismo ha peggiorato su di me l’ansia e la fobia sociale, e questi fattori hanno influito sulla mia emotività, sull’autostima, e sulla mia vita in ogni ambito. Mi sono strappata via i capelli per 12 anni, quando mi sono fermata? Quando ho iniziato l’università.

L’università mi ha salvata, sarà per gli amici, l’ambiente, i libri, la cultura, ma sono mutata, come un serpente ho lasciato la vecchia pelle in cambio di una nuova: mi sono tagliata i capelli cortissimi, e ho smesso di tirarli. Ma dopo due anni, cioè a dicembre scorso, ho iniziato a perderli: mi hanno diagnosticato l’alopecia androgenetica dovuta alla Pcos, la sindrome dell’ovaio policistico, un altro fattore importante che ha contribuito alla mia insicurezza e che è stata causa del bullismo per colpa dell’acne e dell’irsutismo.

Ho pianto come una bambina, per anni li ho tirati e non ho potuto godermeli, e ora che stavo iniziando a farlo, si sono dimezzati e non per colpa mia. L’ansia e la fobia sociale sono migliorate, perché sono migliorata io, e ci sono riuscita stando a contatto con persone che mi vogliono bene, mi dimostrano affetto e credono in me.

Qualunque cosa negativa vi sia capitato o vi sta capitando, rivolgetevi a qualcuno se non riuscite a venirne fuori da soli; l’insicurezza, l’ansia, le fobie sociali, non sono da sottovalutare, vi uccidono dentro, e vi portano a uccidervi fuori. Chiunque stia leggendo e abbia dei problemi, sono sicura che ne uscirà fuori, perché come ripeto sempre a me stessa: solo alla morte non c’è rimedio“.

La storia di Federica è l’emblema di come spesso dei disagi psicologici possano tradursi anche in vero e proprio malessere fisico; nel suo caso, per anni ha trovato pace solo strappandosi ciocche intere di capelli. La tricotillomania implica davvero la necessità incontrollabile di strapparsi i capelli, ed è un tipo di disturbo ossessivo-compulsivo le cui cause, ancora non chiarissime, sono però da ricercarsi sicuramente in una combinazione di fattori genetici, ormonali e ambientali, in cui però la componente psicologica, come nel caso di questa ragazza, gioca un ruolo fondamentale.

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