Vegetariano, vegano, crudista… e flexitariano. Da Gwyneth Paltrow a Beyonce, dallo chef Jamie Oliver a Paul McCartney e Cameron Diaz, diversi vip hanno scelto questo regime alimentare ibrido. Si avvicina alla dieta vegetariana per certi aspetti, ma con meno rigidità, perché non esclude completamente le proteine di origine animale, anche se la priorità va comunque agli alimenti vegetali.

Flexitariano: cosa significa?

Il nome della dieta prende il suo nome dalla fusione di due termini: flessibile e vegetariana. La prima apparizione risale al 1992, riferito all’alimentazione proposta nel ristorante di Helga Morath. Il termine è stato ufficialmente riconosciuto dall’American Dialect Society solo nel 2003 che ha definito il flexitariano: “un vegetariano che mangia occasionalmente carne”.

La dieta flexitariana

Questo semi-vegetarianismo è una combinazione alimentare sana, naturale e rispettosa verso le ormai limitate risorse a disposizione. Si tratta appunto di un compromesso flessibile tra dieta vegetariana e consumo ponderato e attento di proteine animali. Uno stile di vita sostenibile, insomma, che negli ultimi 10 anni ha conosciuto una notevole ascesa.

L’idea di optare per alternative vegetali, senza rinunciare a piccole porzioni di proteine animali, piace anche perché fa del bene alla Terra, oltre che alla salute e al portafoglio, visto che in termini economici l’acquisto di carne grava molto sul bilancio della spesa familiare.

Fermo restando che ogni dieta va calibrata e variata da persona a persona, tendenzialmente in una dieta flexitariana troviamo tre pasti principali (colazione, pranzo, cena) e due spuntini, per un totale di circa 1300-1500 kCal. Per chi si accosta a questo regime la prima volta, il consumo di carne va limitato in modo graduale e progressivo. Solo quando si è “esperti” si può stare senza carne anche 5 giorni a settimana, con un consumo totale di 250 g. La dieta andrebbe eseguita per due settimane e dovrebbe far perdere circa 3-4 kg di peso, ma si può trasformare in uno stile alimentare standard. L’importante è tenere presente questa suddivisione del fabbisogno calorico giornaliero:

  • vegetali: 40%;
  • cereali integrali: 20%;
  • legumi e semi oleosi: 20%;
  • alimenti di origine animale: 20%.

4 regole della dieta flexitariana

Per capire fino in fondo come è composta l’alimentazione di un flexitariano ecco le regole che chi aderisce a questo regime alimentare segue per i suoi pasti. Il consumo di frutta (sia fresca che secca) e verdura con aggiunta di carne in piccole dosi pare faccia molto bene all’organismo: abbassa la pressione sanguigna, riduce il colesterolo e i trigliceridi, previene le malattie cardiovascolari.

1. Vegetali

dieta flexitariana
Fonte: web

Verdura bio e frutta di stagione sono il fulcro della dieta: sono da preferire a qualunque altro cibo, così da limitare l’apporto di prodotti da forno e di carboidrati in generale (come pane, pasta e riso). In questo modo, si tiene sotto controllo il peso e la glicemia. Sì anche a frutta secca, in particolar modo le mandorle, che hanno un basso apporto calorico ma anche tante fibre e di proteine.

2. Cibi integrali, legumi e semi

I cereali integrali (farro, orzo) sono da preferire ai cereali raffinati perché più ricchi di fibre, essenziali per il benessere e la salute dell’intestino. Sono una parte essenziale della dieta insieme a legumi e semi oleosi. I primi sono fagioli, ceci e piselli (ricchi di proteine vegetali), i secondi sono semi di lino, semi di sesamo, semi di zucca. Tutti questi semi contengono omega 3 e omega 6 che contribuiscono ad abbassare il colesterolo cattivo e alzare i valori di quello buono.

3. Proteine animali e derivati

dieta flexitariana
Fonte Web

Nella dieta flexitariana ci sono comunque le proteine animali, a differenza della dieta vegetariana; la loro presenza serve ai muscoli per mantenersi tonici. Anche se in quantità molto limitate, dunque, sono ammessi carne, pesce, uova e latticini. In casi eccezionali si possono introdurre insaccati, carni in scatola e carni affumicate.

4. Riscoperta delle ricette regionali

Le ricette regionali della dieta mediterranea hanno un ottimo bilanciamento di sostanze nutritive, soprattutto proteine. Per questo la dieta flexitariana punta alla riscoperta di quei piatti della tradizione che permettono di coniugare salute e gusto: dalla pappa al pomodoro originaria della Toscana alle orecchiette con cime di rapa pugliesi.

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