Prima di addentrarci nell'argomento coperta ponderata, dobbiamo sapere una cosa: tutto quello che pensiamo di conoscere è frutto di un'intuizione, attualmente senza grosse prove scientifiche. Però quell'intuizione, stando all'osservazione, funziona.
Non è una normale coperta, sebbene sia di facile reperibilità e spesso abbia anche un costo decisamente contenuto. Si può usare d’inverno e d’estate, magari nel primo caso insieme a un plaid o a qualcosa di più pesante se si ha particolarmente freddo. Ma di cosa si tratta esattamente?
Si tratta di una coperta leggera, spesso in cotone traspirante e magari realizzata in materiali riciclati ed ecosostenibili, in cui il peso è uniformemente distribuito grazie alla presenza di perline, solitamente in vetro ma talvolta (e queste sono le coperte da non acquistare mai perché tossiche) in piombo.
Le perline impediscono alla coperta di muoversi durante la notte, e la sua funzione è quella di dare l’idea a chi dorme di un caldo abbraccio. La coperta ponderata nasce nell’applicazione della terapia occupazionale, nella cura dell’insonnia e dell’ansia e nell’aiuto al sonno nelle persone con autismo o deficit dell’attenzione e iperattività.
La risposta breve a questa domanda è: la si acquista, la si posiziona sul letto e ci si dorme dentro. Ma naturalmente c’è dell’altro. Fondamentalmente la coperta ponderata funziona, come accennato, in forza delle perline di vetro o di metallo contenute al suo interno, che distribuiscono il peso uniformemente.
Per questo è consigliabile sceglierla con una determinata percentuale rispetto al proprio peso corporeo, percentuale che deve subire una variazione se si è sottopeso o sovrappeso, perché altrimenti si rischia di avere una coperta troppo pesante che non solo non adempie alla funzione per cui è nata, ma addirittura che l’insonnia la fa venire. E chiaramente la coperta funziona sì, ma in condizioni ottimali.
Le coperte sono trapuntate, al fine di contenere le perline di vetro o metallo entro una certa superficie. Questo si fa perché, altrimenti, già dal primo utilizzo della coperta ponderata si rischierebbe che le perline scivolino tutte in una determinata area, non ottemperando alla finalità principale che è appunto la distribuzione del peso.
È importante capire che le coperte ponderate nascono su un’intuizione e che non ci sono sufficienti studi per dire che esse funzionano oppure no. È anche per questo che alcune persone ci si trovano bene, mentre per altre non fa per loro.
Nel 1992 Temple Grandin, una scienziata autistica, inventò una “macchina per gli abbracci”, che gettò le fondamenta ideologiche per le coperte ponderate. Ma è nel 1999 che la scienziata Tina Champagne utilizzò per la prima volta delle coperte appesantite che sfruttassero il principio della pressione profonda su gruppi di persone con determinate persone sottoposte a terapia occupazionale.
Il successo è stato notevole, tanto che molte aziende hanno iniziato a produrre coperte ponderate dal 2000 in poi. Anche se parte di questo successo, negli anni ’10, è anche legato a delle ottime mosse di marketing. E non si deve neppure scordare che è possibile che per alcuni si inneschi una sorta di effetto placebo: non è detto che la coperta funzioni infatti contro l’insonnia, ma il fatto che noi la consideriamo utile ha un effetto rilassante sulla nostra psiche.
Anche se poi, di fatto, c’è una ricerca pubblicata su The Journal of Pain che spiega come questa coperta sia riuscita ad alleviare il dolore cronico sui volontari che si sono sottoposti all’indagine.
Abbiamo scelto alcuni modelli di coperta ponderata in vendita su Amazon. Sono tra i migliori in termini di recensioni positive, anche se non manca qualche piccola critica, magari dovuta anche all’inesperienza nell’utilizzo.
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