Tubercoli di Montgomery, le cose da sapere sulle palline sulle areole del seno

I tubercoli di Montgomery risultano maggiormente visibili in alcune circostanze, tra cui gravidanza e fase pre-mestruale. Strettamente correlati ai cambiamenti ormonali, possono aumentare il loro volume e, alle volte, generare fastidio e/o dolore.

I tubercoli di Montgomery sono dei rilievi cutanei che interessano l’areola del seno. Hanno delle funzioni molto importanti e spesso aumentano di volume durante la gravidanza e in relazione ad altri eventi. Tuttavia, vanno tenuti d’occhio.

Tubercoli di Montgomery: cosa sono?

tubercoli di Montgomery sono costituiti da rilievi cutanei che si rendono visibili sull’areola delle mammelle femminili, nella circostanza in cui le ghiandole di Montgomery aumentano di volume. Devono il nome a William Fetherstone Montgomery (1797-1859), l’ostetrico irlandese da cui furono definiti e descritti per la prima volta nel 1837.

Il più delle volte la presenza di questi tubercoli è strettamente correlata ad eventi come la gravidanza, il ciclo mestruale, la fase della pubertà, nonché, in casi più rari, a un periodo di forte stress, all’assunzione di determinati farmaci, al tumore al seno, a frequenti e veloci sbalzi di peso, all’uso abituale di un reggiseno troppo stretto, alla stimolazione del capezzolo.

I tubercoli di Montgomery, solitamente, non costituiscono un pericolo, né qualcosa di particolarmente fastidioso. Il discorso però cambia quando le loro dimensioni appaiono notevoli e, ovviamente, quando la loro presenza non è dovuta ad eventi come la gravidanza o la fase premestruale. Di conseguenza, è necessario consultare il medico quando se ne avverte la presenza e/o un aumento a livello di dimensioni e volume. Al tempo stesso occorre prestare attenzione a un eventuale dolore e/o prurito al seno.

Tubercoli di Montgomery: a cosa servono?

L’attività dei tubercoli di Montgomery è essenziale per permettere una migliore lubrificazione dei capezzoli, allo scopo di migliorare l’allattamento del bambino che si attende. Pertanto, la loro presenza si nota, nella maggior parte dei casi, durante il periodo della gravidanza. Se i tubercoli di Montgomery permangono col medesimo volume notevole anche dopo il parto, non è un fatto da considerarsi pericoloso, ma per essere più sicure è sempre bene ascoltare il parere di un medico.

Occorre tener conto di un aspetto: l’ingrossamento dei tubercoli non è uguale per tutte le donne. Tuttavia, la loro presenza si inserisce all’interno di un fenomeno alquanto spontaneo e naturale, se correlato a cambiamenti ormonali, come quelli che si verificano nella gravidanza o durante le mestruazioni.

Tubercoli di Montgomery prima del ciclo

In virtù dei cambiamenti a livello ormonale, i tubercoli di Montgomery possono presentarsi e incrementare il loro volume prima dell’inizio delle mestruazioni, appunto come conseguenza diretta dell’attività degli ormoni. Possono essere fastidiosi, nonché generare dolore.

Di fatto la sensazione di indolenzimento al seno è molto frequente nella sindrome premestruale (e anche in gravidanza), dato che, subito dopo il periodo ovulatorio, il corpo aumenta la produzione di progesterone. Ne consegue una maggiore tensione mammaria, con seno più duro al tatto, nonché più teso e gonfio.

Tubercoli di Montgomery in gravidanza

tubercoli di Montgomery
Fonte: web

Durante la gravidanza il seno subisce delle trasformazioni molto importanti, apparendo più turgido e teso, e divenendo più sensibile al tatto. Anche i capezzoli cambiano, diventando più larghi e scuri e andando ad ospitare dei “puntini”, ovvero i tubercoli di Montgomery. L’aumento di volume di quest’ultimi in gravidanza si realizza, di solito, a partire dalla 16a settimana. Tuttavia, possono essere evidenti anche durante il periodo dell’allattamento. Qual è il numero di rilievi cutanei visibili? Può variare da quattro a trenta per ghiandola areolare.

 

Come anticipato, essi hanno il compito di migliorare la lubrificazione dei capezzoli, dal momento che producono una secrezione grassa diretta a lubrificare e idratare i capezzoli, in particolar modo durante la gravidanza, fase in cui possono seccarsi e determinare prurito.

Ma questa non è la sola funzione della secrezione in esame: essa serve anche a proteggere dalle infezioni la zona interessata, preservandola dagli attacchi esterni e dunque dalla formazione di batteri e germi. E, ancora, i tubercoli di Montgomery generano un’essenza profumata che è utile al bambino, nell’allattamento, per riconoscere il seno materno.

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