Si parla sempre troppo poco delle malattie tropicali neglette. Non è un luogo comune: “neglette” significa appunto “dimenticate”. Ma bisogna ricordare che sono presenti anche nell’Occidente e nel Nord del mondo che crediamo essere benestante, igienicamente adeguato e lontano dai luoghi in cui questi mali sono endemici e mietono vittime.

Perché questo sì che è un luogo comune, dato che queste malattie, per ragioni che tendiamo a ignorare, ci riguardano tutti e tutte.

Cosa sono le malattie tropicali neglette?

Le malattie tropicali neglette consistono in un gruppo di diverse malattie – al momento, come riporta l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), sono 21: molte sono infettive, e possono essere causate da diversi agenti, dai virus ai batteri, fino a parassiti, funghi e tossine.

Sono diffuse prevalentemente in aree tropicali e subtropicali soprattutto in quelle più povere e in cui le condizioni igieniche non sono ottimali, ma non solo: migrazioni, viaggi e cambiamenti climatici contribuiscono a diffondere questi mali anche in altri luoghi, in cui le condizioni consentono la proliferazione del vettore.

L’incidenza delle malattie tropicali neglette

Malattie tropicali neglette
Fonte: iStock

I dati relativi al 2023 in Italia sono riportati dall’Ansa: circa 5000 persone sono state colpite da 12 tra le malattie tropicali neglette. Per esempio, si sono registrati 82 casi autoctoni di dengue e 280 invece sono stati portati nel Belpaese da turisti. Si teme in gran parte per dengue e chikungunya, il cui vettore è una zanzara tigre infetta, qualcosa di molto pericoloso in una nazione che sta assistendo in prima persona al cambiamento climatico e laddove i trattamenti di disinfestazione sono demandati alle singole amministrazioni comunali, non sempre e non tutte attente a questa problematica.

Il fenomeno è in crescita. I dati dell’Iss indicano che tra il 2011 e il 2017 in 9 “centri sentinella” sono stati rilevati 4132 casi di malattie tropicali neglette, tra cui di schistosomiasi, strongiloidosi, malattia di Chagas cisticercosi, scabbia, filariosi, leishmaniosi, echinococcosi cistica, tracoma, oncocerchiasi, lebbra, opistorchiasi, chikungunya e dengue.

L’informazione su questi mali langue decisamente: siamo probabilmente più informati sulla leishmaniosi canina che non su quella umana, che anche se non così diffusa, può capitare (sempre a causa di una zanzara). Gran parte di queste malattie viene trasmessa da una zanzara, ma la diffusione è causata anche da ospiti mammiferi, che possono trasmettere le malattie indotte da parassiti.

Le malattie tropicali neglette più comuni

Questi sono i nomi delle malattie tropicali neglette più comuni:

  • ulcera del Buruli;
  • malattia di Chagas;
  • dengue;
  • dracunculosi;
  • echinococcosi cistica e alveolare;
  • trematodiasi alimentare;
  • tripanosomiasi africana umana;
  • leishmaniosi;
  • lebbra;
  • filariosi linfatica;
  • micosi come micetoma o cromoblastomicosi;
  • oncocercosi;
  • rabbia;
  • ectoparassitosi come la scabbia;
  • schistosomiasi;
  • elmintiasi trasmesse dal suolo;
  • teniasi e cisticercosi;
  • tracoma;
  • framboesia.

La più diffusa tra tutte è, come accennato, la dengue: nel 2020, nel Vicentino, c’è stato un contagio massivo di origine autoctona.

È una malattia – spiega sul sito della Fondazione Veronesi Federico Gobbi, docente di Malattie Infettive all’Università di Brescia – che ha bisogno di un vettore per passare da una persona all’altra, cioè la puntura di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. […] Nei Paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, si manifesta soprattutto come malattia di importazione. […] Questo esempio ci dimostra quanto sia importante la “Medicina dei Viaggi” e quanto la salute e la malattia oggi siano da considerare fenomeni globali.

Come prevenirle e come proteggersi

Malattie tropicali neglette
Fonte: iStock

Fondamentalmente possiamo fare davvero molto poco per proteggerci, ovvero evitare il contagio in prima persona: quanto il vettore è una zanzara lo si fa attraverso i repellenti, ma talvolta la copertura e l’efficacia si rivelano fallaci, anche per via del modo in cui utilizziamo determinati prodotti.

La conoscenza di questi fenomeni aiuta molto, non solo i potenziali pazienti, ma anche il personale medico, che non sempre è pronto a fronteggiare un eventuale contagio, proprio per via della scarsa informazione e della diffusione a macchia di leopardo. Naturalmente è fondamentale anche il ruolo della politica: i mezzi di contrasto più efficaci sono quelli demandati al sistema sanitario e non solo. Come detto, la corretta igiene passa anche per i trattamenti antialari messi in atto dai Comuni nel momento dell’anno in cui è più opportuno.

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