Quando le gambe non riescono a stare ferme e rilassarsi (neppure a letto)
La chiamano sindrome delle gambe senza riposo. Cosa significa quando le nostre gambe proprio non riescono a stare ferme nel cuore della notte?
La chiamano sindrome delle gambe senza riposo. Cosa significa quando le nostre gambe proprio non riescono a stare ferme nel cuore della notte?
Bene, se pensate a quanto fastidioso possa essere stato vivere un episodio simile, provate a immaginare cosa succede a chi soffre della sindrome delle gambe senza riposo.
Chiamata anche malattia di Willis-Ekbom, la RLS (Restless Legs Syndrome) provoca sensazioni spiacevoli o fastidiose alle gambe, associate a un’irresistibile voglia di muoverle. La smania compare principalmente nel tardo pomeriggio, o nelle ore serali, ma può peggiorare durante le ore notturne, quando la persona, ad esempio, è seduta o sdraiata a letto.
In generale la sindrome può verificarsi anche dopo un lungo periodo di inattività, ad esempio se si è compiuto un lungo viaggio in aereo, ma la situazione può aggravarsi al punto di rendere impossibile dormire durante la notte. Non a caso l’RLS è classificato come un disturbo del sonno, poiché i sintomi sono innescati proprio dal riposo e dal tentativo di dormire.
Secondo le stime del National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS) ne soffre tra il 7 e il 10% della popolazione statunitense, con maggiore incidenza nelle donne, indipendentemente dall’età. Oltre l’80% delle persone con la sindrome delle gambe senza riposo nota anche un movimento periodico degli arti nel sonno (PLMS), caratterizzato da contrazioni involontarie delle gambe, e talvolta delle braccia, o da movimenti a scatti durante il sonno che tendono a verificarsi ogni 15-40 secondi, prolungandosi anche per tutta la notte.
Se le persone con RLS sviluppano anche PLMS, non è vero il contrario.
Si distinguono due forme della sindrome: nella primaria l’RLS è familiare o idiopatica, pertanto la causa da cui scaturisce è ignota.
Ma se la sindrome è della forma secondaria, essa è associata ad altre patologie o disturbi, come insufficienza renale, diabete di tipo 2, neuropatie periferiche come quelle legate a uremia e diabete, oppure alterazioni del sistema extrapiramidale, come le lesioni del midollo spinale.
Alcune varianti geniche specifiche associate alla RLS indicano che anche bassi livelli di ferro nel cervello possono essere responsabili dello sviluppo della sindrome, così come la disfunzione in una delle sezioni del cervello che controllano il movimento (chiamate gangli della base), che utilizzano la dopamina chimica del cervello, necessaria per produrre un’attività e un movimento muscolare regolare e mirato.
Anche per questa ragione le persone che soffrono del morbo di Parkinson, che interessa proprio la dopamina dei gangli della base, hanno maggiori possibilità di sviluppare la RLS.
Ci sono ovviamente anche alcuni farmaci che possono aggravare i sintomi preesistenti, come quelli antinausea quali proclorperazina o metoclopramide, antipsicotici come aloperidolo o derivati della fenotiazina, antidepressivi che aumentano la serotonina, e persino farmaci per il raffreddore e allergia che contengono antistaminici più vecchi, come la difenidramina.
A peggiorare la situazione concorrono poi alcool, nicotina e caffeina, ma anche la gravidanza, soprattutto nell’ultimo trimestre, può portare allo sviluppo, seppur temporaneo, della sindrome.
Come detto, i sintomi della RLS sono una sorta di smania alle gambe, che impedisce di tenerle ferme, e si manifestano in modo grave di notte, con un periodo distinto senza sintomi al mattino presto, in cui quindi si può avere un sonno più riposante.
I sintomi possono poi variare di giorno in giorno, e da persona a persona; se in un caso mediamente grave si manifestano solo una o due volte a settimana, in quelli gravi si verificano invece più di due volte a settimana, compromettendo la qualità del sonno in maniera importante.
La situazione, comunque siano i sintomi, tende purtroppo a peggiorare con il tempo, e in generale le persone che associano alla sindrome anche una condizione medica tendono a sviluppare più rapidamente sintomi più gravi.
La diagnosi di RLS, come si legge su Humanitas, si ottiene dopo aver effettuato una visita neurologica, senza bisogno di esami strumentali e, ovviamente, se è possibile individuare la causa scatenante del disturbo si cerca di intervenire in maniera tempestiva, ricorrendo a farmaci antiepilettici, ipnotici, oppiacei oppure ad agenti dopaminergici, che agiscono in particolare sulla qualità del sonno.
Per aiutarsi si può comunque prestare attenzione all’igiene del sonno, facendo un bagno o una doccia calda prima di andare a dormire, riducendo l’assunzione di caffeina o bevande alcoliche, che naturalmente interferiscono con il sonno; ci si può dedicare a un’attività per noi rilassante prima di dormire, oppure massaggiare con delicatezza le gambe una volta sotto le coperte.
Se poi i sintomi si presentano nel cuore della notte, il consiglio è di alzarsi e fare due passi per sgranchire le gambe.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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