Sindrome di Yentl: quando medicina e medici sottovalutano il dolore delle donne

Se la scienza sembrava il settore più al sicuro da pregiudizi ed errori, in realtà anche in medicina il dolore delle donne viene spesso sottovalutato e diagnosticato male rispetto agli uomini. Si chiama Sindrome di Yentl, e, purtroppo, è ancora diffusa.

Nella lotta per la parità e le pari opportunità, le donne hanno raggiunto grandi obiettivi, ma hanno ancora molta strada davanti. Anche in medicina, dove differenze di trattamento e di cura possono portare a gravi conseguenze, come diagnosi errate o tardive. Si chiama Sindrome di Yentl, ed è la tendenza del personale sanitario, ma non solo, a sottovalutare il dolore femminile, a sbagliare diagnosi, ad avere mancanze in termini di cure e prevenzione di alcune patologie.

Sindrome di Yentl: cos’è?

La Sindrome di Yentl indica un fenomeno ancora diffuso in ambito medico, ovvero la diversità di trattamento delle malattie nelle donne e negli uomini. Capita anche di sentire persone comuni che minimizzano i dolori ad esempio mestruali di una donna, prendendo come esagerazione o sfruttamento per non lavorare o fare il proprio dovere. In particolare, questa sindrome è spinta dalla tendenza a sottovalutare il dolore delle donne, quello che viene chiamato health gap. Una disparità che riguarda come vengono considerati i sintomi, la diagnosi e la cura di malattie che colpiscono uomini e donne, ma sono ancora oggi ritenute prerogativa maschile.

Questa differenza si rileva anche ad esempio nei campioni sperimentali di specifiche patologie, come quelle cardiovascolari. Dove la presenza delle donne è quasi nulla, a fronte di campioni a prevalenza maschile. A dare il nome a questa sindrome è stata la dottoressa Bernardine Healy, cardiologia e ricercatrice universitaria negli USA.

Il termine deriva dal personaggio del racconto Yentl The Yeshiva Boy di Isaac Bashevis Singer. Narra la storia di una ragazza ebrea costretta a vestirsi da uomo, rasarsi i capelli e farsi passare per un maschio per riuscire a studiare nella scuola rabbinica.

La dott.ssa Healy aveva infatti notato come, specificatamente riguardo alle malattie cardiovascolari, anche se poi ci si è resi conto che il fenomeno si estende a tutta la medicina, esistevano forti disparità su come erano diagnosticate e trattate le patologie negli uomini e nelle donne. Dopo il suo articolo su questo argomento, pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 1991, il problema della Sindrome di Yentl ha creato un dibattito importante che prosegue ancora oggi. La ricerca pubblicata nel 2003 dall’Università del Maryland dal titolo The Girl Who Cried Pain è una denuncia alla Sindrome di Yentl.

Sostiene infatti che le donne subiscono un’esperienza del dolore più intensa e più prolungata, perché i sintomi sono spesso sottovalutati o non presi sul serio. Pertanto le malattie sono diagnosticate in tempi più lunghi, portando anche a complicazioni per il ritardo nei trattamenti.

A far riemergere il problema negli ultimi anni è stato l’articolo del giornalista e scrittore Joe Fassler che ha esposto il trattamento subito dalla moglie in un pronto soccorso. Dove si è presentata con una torsione ovarica che le dava fortissimi dolori, diagnosticata solamente dopo 9 ore di attesa e dopo diversi esami.

Le cause della Sindrome di Yentl

La Sindrome di Yentl sembra essere un retaggio del passato, determinata da pregiudizi e credenze intrinseche negli uomini e nelle donne stesse. Tuttavia, si tratta di un problema grave, poiché spesso non permette di diagnosticare e trattare correttamente o tempestivamente malattie nelle donne.

Le cause principali della sindrome quindi sono da ritrovarsi nelle modalità di indagine dei sintomi e diagnosi. L’essere umano su cui si basano infatti gli studi e gli esperimenti di medicina ha da sempre, e ancora oggi, caratterizzazione maschile.

Che non tiene conto pertanto della dimensione psicofisica della donna che è per certi versi differente rispetto a quella dell’uomo. L’uomo e la donna hanno differenze biologiche e fisiologiche oggi note, che però tardano a essere considerate nello studio delle patologie e dei sintomi.

Inoltre, affinché la medicina possa valutare in maniera completa, corretta e tempestiva le patologie nelle donne, deve considerare anche i fattori sociali, culturali, economici e storici, condizioni di stress, fattori psicofisici e abitudini quotidiane.

Le malattie cardiovascolari nelle donne

La Sindrome di Yentl si ritrova in maniera più grave nelle patologie che colpiscono sia uomini che donne. È vero che la tendenza a minimizzare e banalizzare il dolore nasce soprattutto in relazione a malattie e condizioni di tipo ginecologico, riproduttivo e mammario. Ad esempio, nel suo articolo, Joe Fasslner ha riportato ricerche secondo le quali vengono sottovalutate molto le malattie tipicamente femminili, prima fra tutte l’endometriosi. Tuttavia, queste patologie sono perlomeno studiate e valutate nella donna.

Grave è la situazione per le malattie cardiovascolari, il settore proprio della dottoressa Healy. Dove non esistono sufficienti campioni clinici femminili per poter valutare correttamente i rischi, la prevenzione e il trattamento di queste patologie nelle donne.

I problemi al cuore sono sempre stati ritenuti prerogativa degli uomini. Questo perché le donne presentano disturbi cardiovascolari mediamente in età più avanzata, in particolare dopo la menopausa. Se gli episodi cardiaci sembrano minori rispetto al corrispettivo maschile, in realtà le donne manifestano eventi più intensi e solitamente più gravi, che però si presentano con dolori in parti del corpo differenti o che compaiono più tardi.

Un grave problema è infatti il ritardo delle donne nel ricorrere a una visita, proprio perché non c’è abbastanza prevenzione. La mancanza di un corretto programma di prevenzione deriva dal fatto che le patologie cardiovascolari nelle donne ancora oggi faticano a essere diagnosticate e trattate tempestivamente e correttamente dalla medicina stessa. Tuttavia i numeri parlano chiaro: secondo i dati raccolti dall’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare nel progetto Health Examination Survey dopo la menopausa, sono circa il 60% le donne ipertese e il 56% con ipercolesterolemia.

Sindrome di Yentl e medicina di genere

sindrome di yentl
Fonte: Web

Negli ultimi anni si è sviluppata la medicina di genere, una soluzione per risolvere il problema dato dalla Sindrome di Yentl. Questo termine non deve indicare una branca specifica della medicina, ma indica il metodo che tutti i reparti dovrebbero applicare nella diagnosi, prevenzione e terapia delle malattie. Per molto tempo la Sindrome di Yentl ha causato disparità e inadeguatezza nel trattare patologie tipicamente femminili, ma anche quelle che colpiscono uomini e donne.

Perché non si sono valutati tutti i fattori biologici, ormonali, psicologici e fisiologici delle donne, e perché le analisi sono sempre state fatte su modelli maschili. La medicina di genere cerca di eliminare le disparità nel considerare i sintomi e le patologie nelle donne, proprio perché prende in considerazioni le differenze e le peculiarità del genere femminile. In questo modo, si è voluto creare una medicina che tenga conto allo stesso modo delle caratteristiche e della storia personale del paziente, e le reali diversità tra uomo e donna, non quelle dettate dagli stereotipi.

Per recuperare il gap che da sempre esiste tra la cura dei due generi, e garantire il miglior trattamento in assoluto. Tenendo conto non solo dei sintomi e delle conoscenze mediche, ma anche dei fattori legati al genere, sociali, culturali, biologici, anatomici, di stress del paziente. Senza pregiudizi e slegandosi dagli studi che già si conoscono, proponendo nuove ricerche e nuove soluzioni.

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