Medicina preventiva: allora è vero che "prevenire è meglio che curare"?

Non sempre la medicina interviene nel momento in cui insorge una patologia. Talvolta, mira a evitarla, attraverso screening periodici e un'attenzione particolare allo stile di vita: questa è la medicina preventiva.

Spesso pensiamo alla medicina come a qualcosa che interviene nel momento in cui sopraggiunge una malattia, e che aiuti quindi a curarla. Ma se invece rovesciassimo la prospettiva, e la considerassimo come una serie di azioni e comportamenti da tenere preventivamente, al fine di evitare di ammalarsi? Del resto, lo recitava lo slogan di un famoso spot anni fa: prevenire è meglio che curare.

Sappiate che questo genere di medicina esiste: si chiama infatti proprio preventiva.

Cos’è la medicina preventiva?

Parliamo di una combinazione di pratiche mediche attuate proprio allo scopo di evitare le malattie, in cui i medici adottano misure preventive per minimizzare il rischio di sviluppare malattie, oppure per essere in grado di rilevarle in maniera precoce, così da poter garantire al paziente le migliori possibilità di guarigione o il raggiungimento di uno stato di salute ottimale.

Attraverso la promozione di comportamenti sani e lo screening delle malattie la medicina preventiva cerca di evitare che le persone si ammalino, piuttosto che prescrivere cure e terapie una volta diagnosticata la patologia.

Ovviamente esistono molti metodi per prevenire le malattie: in primis, il suggerimento apparentemente più banale, ma più diffuso, è di recarsi regolarmente da un medico per i controlli di routine, indipendentemente dall’età, così che il dottore possa effettuare uno screening generale delle malattie, identificare i fattori di rischio e valutare, assieme al paziente, lo stile di vita più sano ed equilibrato da seguire.

Fra gli esami cui sottoporsi nell’ambito della medicina preventiva ci sono quelli per la pressione sanguigna, per diabete e colesterolo, lo screening dei tumori o il counseling per la depressione. Ma anche quelli sulle infezioni sessualmente trasmissibili, sulle vaccinazioni, sulle gravidanze sicure.

L’importanza di questo genere di esami sta nel fatto di poter rilevare le fasi precedenti o iniziali di malattie croniche come il diabete, o le cardiopatie, e di poter quindi monitorare costantemente il proprio stato di salute, unitamente al mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato.

Chiunque può giovare della medicina preventiva, anche se ci sono benefici che, ovviamente, variano in ragione dell’età. Ad esempio, prima dei 40 anni è molto importante essere informati su eventuali condizioni di rischio, mentre successivamente, e fino ai 70 anni circa, si cerca di controllare il rischio, più elevato, di malattie croniche.

I principi della medicina preventiva

Come detto, scopo principale della medicina preventiva è quello di mantenere il più a lungo possibile lo stato di salute nel paziente, rallentando i fenomeni degenerativi e controllando i meccanismi biologici dell’invecchiamento.

Il principio base, quindi, è curarsi fin dalla giovane età, monitorando la propria salute con controllo periodici e ripetuti, ma anche mantenere un equilibrio dinamico fra fattori interni, come quelli genetici, e fattori esterni, come attività fisica, dieta, stress o inquinamento.

Per questo, oltre a esami e screening, molto importante è anche l’alimentazione.

La medicina preventiva e la nutrizione

La dieta che seguiamo, non intesa come regime improntato al dimagrimento ma come stile alimentare, è ovviamente uno step molto importante per garantire il mantenimento della salute generale del nostro corpo.

Evitare cibi che sono fra i fattori scatenanti di alcune patologie, come diabete e colesterolo, in favore di un’alimentazione equilibrata, varia, accompagnata da sana attività fisica, e tenersi lontani da vizi quali il fumo non può che apportare benefici a tutto il nostro organismo; la medicina preventiva si avvale, fra le altre cose, di studi come la nutrigenomica, che permette di identificare la sensibilità a vari macronutrienti e la capacità di metabolizzarli ricavando, da test del DNA, le informazioni necessarie per pianificare un corretto stile di vita, adeguando alle proprie esigenze personali l’alimentazione.

La nutrigenomica infatti studia le interazioni tra i nostri geni, i nutrienti e le tossine presenti nella dieta, e il modo in cui esse influenzano il nostro metabolismo e il nostro stato di salute. Secondo la nutrizione molecolare al nostro corpo non apportiamo solo calorie, ma anche molecole che dialogano e interagiscono con il nostro DNA.

Per questo l’Healthy Food Dna Test risulta essere il test più completo per analizzare le variazioni dei geni, tanti, coinvolti nel metabolismo, raggruppandole in una serie di aree correlate a importanti processi metabolici, consentendo quindi di personalizzare un piano di nutrizione, programmando anche esami ematici in modo mirato.

Fra le aree di indagine del test vengono esaminate la sensibilità ai grassi, agli zuccheri, all’alcool, al sale, alle tossine da cottura, alla caffeina. Viene inoltre esaminato il metabolismo della vitamina D, ma anche l’acido folico, la capacità detossificante del fegato, quella antiossidante, la predisposizione alla celiachia e l’intolleranza al lattosio.

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