Reframing: come 'ristrutturare' i nostri pensieri negativi e renderli positivi
Il pensiero negativo è spesso generato dalle distorsioni cognitive e può essere corretto praticando il reframing.
Il pensiero negativo è spesso generato dalle distorsioni cognitive e può essere corretto praticando il reframing.
Il reframing, o ristrutturazione cognitiva, viene definita dall’APA Dictionary come una tecnica utilizzata in psicologia per cambiare la prospettiva di un individuo riguardo a un determinato evento, situazione o esperienza.
L’obiettivo principale è quello di modificare il modo in cui una persona interpreta un dato contesto, passando da una visione negativa o distorta a una più equilibrata o positiva.
Questa tecnica si basa sull’idea che il significato che si attribuisce a un evento influenza le emozioni e il comportamento della persona. In questo senso le distorsioni cognitive hanno un effetto decisivo: si tratta di schemi di pensiero spesso errati o irrazionali, senza alcun fondamento, che influenzano negativamente il modo di pensare, considerare sé stessi e il mondo circostante.
Reframing non significa negare che la sfida che ci è stata posta è difficile. – precisano i consulenti Linda e Charlie Bloom, esperti dell’ambito delle relazioni – Anche se le circostanze possono essere difficili, possiamo imparare a fidarci dei cicli della vita. Scopriamo che questo è un processo di vita che si ripete, come i cicli dell’estate, dell’autunno, dell’inverno e poi della rinascita in primavera. Attraverso la comprensione e la fiducia in questo processo di trasformazione, arriviamo ad avere fiducia nel fatto che i periodi di declino, che durino minuti o mesi, possono diventare periodi di vitalità.
Attraverso il reframing, si cerca di identificare e sostituire schemi di pensiero negativi o limitanti con quelli più costruttivi e adattivi.
Il reframing è in grado di portare benessere dal punto di vista sia mentale che emotivo. Ecco i benefici principali:
Sebbene chiunque possa utilizzare le tecniche di reframing per migliorare le proprie abitudini di pensiero, molte persone trovano utile rivolgersi a un terapeuta comportamentale per capire quali sono le proprie distorsioni cognitive e capire come e perché un pensiero è irrazionale o impreciso. Questa figura può essere utile per imparare a mettere in discussione gli schemi di pensiero difettosi e a riprogettarli in modo da renderli più positivi.
Su Healthline sono elencate alcune strategie su come rendere positivi i pensieri negativi:
Il reframing dipende dalla capacità di notare i pensieri che scatenano sentimenti e stati d’animo negativi. Per invertire la rotta è quindi fondamentale comprendere in che circostanze questi pensieri si manifestano e perché. Per questo scrivere su un diario è un modo utile per riflettere su queste circostanze e impedire che il pensiero negativo ricompaia nelle medesime situazioni, razionalizzandolo. Col tempo si imparerà a riconoscere gli schemi mentali distorti e a ristabilire l’equilibrio.
Il metodo delle domande socratiche può rivelarsi molto utile per determinare come i propri pensieri siano immotivatamente negativi:
La messa in discussione permette di considerare nuove possibilità che non sono così drastiche come quelle catastrofiche che si temono.
Le distorsioni cognitive e i pensieri negativi possono essere profondamente radicate e per eliminarle è necessario adottare un approccio razionale, ovvero raccogliendo le prove a favore e contro i pensieri stessi. Per farlo è utile stilare due liste da mettere a confronto per riuscire ad avere una visione il più chiara e oggettiva possibile.
Con questa strategia si valutano i vantaggi e gli svantaggi di mantenere una certa distorsione cognitiva ponendosi domande come:
Il reframing aiuta a trovare nuovi modi di guardare alle cose che accadono trovando spiegazioni alternative, razionali e positive che sostituiscano le distorsioni adottate nel tempo. Generare alternative può anche includere la creazione di affermazioni positive e la sostituzione di schemi di pensiero imprecisi o non utili con altri razionali.
Un articolo dell’Università canadese Concordia ha analizzato 3 esempi pratici di reframing:
La distorsione cognitiva spinge la persona a pensare che sia noiosa, non meritevole dell’affetto degli amici e che finirà inesorabilmente per rimanere sola. Effettivamente la persona a volte è lunatica e questo potrebbe avere un effetto respingente. La reazione emotiva che si scatena da questa situazione è di tristezza e stress.
Un modo per rivalutare il proprio pensiero negativo è quello di fermarsi e cercare delle prove che sfatino questa convinzione: gli amici considerano la persona divertente e piacevole, altri amici non sono stati invitati alla cena e neanche ad altre attività che sono state organizzate in passato.
Inoltre, la persona viene effettivamente invitata alla maggior parte delle attività proposte dal gruppo. Quindi: “Ai miei amici piaccio ma questo non significa che debbano automaticamente invitarmi a tutte le attività che organizzano”. Questa consapevolezza allevia lo stress e il malessere provato dalla persona.
La distorsione cognitiva spinge la persona a pensare che non abbia mai buone idee e che i colleghi la considerino stupida e incompetente. Le sensazioni che emergono sono di forte ansia, esclusione, stress soprattutto se si pensa che già altre volte le proprie idee sono state bocciate.
I fatti che smontano questo pensiero negativo possono essere i seguenti: alcuni colleghi hanno supportato l’iniziativa trovandola di valore e spesso la persona riceve dei complimenti per le sue idee e la capacità di pensare fuori dagli schemi. Inoltre, il suo modo di lavorare è sempre stato apprezzato.
Riuscendo a riequilibrare il pensiero negativo si può giungere alla conclusione che forse questa volta l’idea non era delle migliori e così alleviare la sensazione di fallimento.
La distorsione cognitiva spinge la persona a pensare che ciò che si è scritto non piaccia al relatore. La persona sviluppa la convinzione che non finirà mai la tesi e che di conseguenze non riuscirà mai a guadagnarsi un buon posto di lavoro e a fare carriera.
Le sensazioni che prova sono di stress, tristezza e scoraggiamento ma applicando il reframing si ricorderà che il relatore ha accolto la sua idea di tesi con grande entusiasmo e l’ha sempre incoraggiato. Inoltre, la maggior parte dei lavori accademici passati sono andati bene e di quelli che sono andati meno bene la persona ha raccolto le critiche per farne tesoro e migliorarsi in futuro.
La conclusione è che i commenti del professore sono volti a contribuire al miglioramento della tesi e al successo dello studente. Da un punto di vista emotivo la persona si sente sollevata, fiduciosa e incoraggiata.
Nonostante i suoi benefici, il reframing presenta alcuni limiti che è importante evidenziare:
Lettrice accanita, amante dell'arte e giornalista. Ho da sempre il pallino per la scrittura.
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