Nevralgia del pudendo: quel dolore cronico sconosciuto alla zona pelvica
Rara ma estremamente invalidante, la nevralgia del pudendo fatica a essere individuata dai medici, ma può davvero compromettere la vita di chi ne soffre.
Rara ma estremamente invalidante, la nevralgia del pudendo fatica a essere individuata dai medici, ma può davvero compromettere la vita di chi ne soffre.
In Italia, purtroppo, ci sono ancora pochi centri specialistici in grado di riconoscerla e curarla in maniera adeguata, mentre in Europa, soprattutto in Francia, Belgio e Austria, esistono vere e proprie Unità Pelviche, strutture in cui il paziente, dopo la diagnosi, riceve il percorso terapeutico più opportuno.
Parliamo di un dolore perineale cronico, mono o bilaterale, che può estendersi anche al perineo anteriore o posteriore, e che peggiora quando si sta seduti. Il decorso della malattia è cronico, e a nulla possono gli analgesici tradizionali.
A soffrirne, con 7 casi su 10, sono più le donne: solo in Europa, si ritiene che una donna su 7 possa sperimentare questa condizione in modo transitorio o cronico, a prescindere dall’età.
La nevralgia del pudendo è conosciuta anche come sindrome di Alcock, e ad oggi in Italia è stata creata un’associazione, l’AINPU (Associazione Italiana Neuropatia Pudendo), fondata nel 2008 da Antonella Brignani, che ne soffre da molto tempo.
Nel 1986, all’età di 16 anni, per una caduta da cavallo, ‘picchio’ sul coccige in modo violento e, il giorno successivo, un forte dolore al perineo e al pube mi costringe a letto per una settimana – ha spiegato in un’intervista con La Stampa – Con l’andare degli anni la situazione peggiora e la sintomatologia dolorosa si estende a tutta la regione genitale. Comincia un’estenuante ricerca a livello diagnostico in diversi campi: ortopedico, urologico, ginecologico e vascolare, con svariate ipotesi che non portano a nulla (cisti ovariche, endometriosi, ernie, pubalgie, varici pelviche, cistiti, uretriti).
Antonella fa anche viaggi all’estero, fino a quando, in Francia e in Belgio, si sottopone a interventi di decompressione del nervo pudendo.
La mia vita è tornata normale, pur lottando quasi tutti i giorni con un dolore residuo che è rimasto e che m’impedisce di poter andare in bicicletta, correre o stare seduta senza una ciambella. Per il resto nuoto, lavoro otto ore al giorno seduta, faccio lunghe camminate, viaggio e ho una vita sentimentale appagante.
A causare la nevralgia del pudendo è un “intrappolamento” del nervo, che può verificarsi improvvisamente, magari in seguito a un trauma che determina un disequilibrio del bacino e del rachide, oppure svilupparsi gradualmente.
A facilitarne l’insorgenza sono, ad esempio, movimenti ripetitivi o il restare per molto tempo in una posizione seduta. Anche i ciclisti, ad esempio, per il contatto prolungato con il sellino, potrebbero soffrirne.
Può però comparire anche in seguito a un intervento chirurgico (post-prostatectomia) oppure dopo il parto, a causa sia di manovre indispensabili, sia per la compressione sul piano del lettino ginecologico. È anche per questo motivo che a soffrirne in maggior numero sono proprio le donne, che durante il parto compiono sforzi notevoli e spesso restano costrette a letto per diverso tempo.
La nevralgia del pudendo può manifestarsi con una sensazione di bruciore, o con formicolio, intorpidimento, sensazione di freddo o di avere un corpo estraneo nel retto. Spesso questi sintomi possono essere accompagnati anche da disturbi della minzione o nel corso della defecazione, oppure da dolore durante i rapporti sessuali.
Come detto, inoltre, il dolore peggiora quando si sta seduti, mentre migliora notevolmente una volta assunta la posizione eretta.
Spesso chi si presenta dal proprio medico lamentando dolori del genere non viene creduto, o ritenuto ipocondriaco. La difficoltà della diagnosi è uno dei punti critici di questa malattia, che anche per questa ragione resta, ovviamente, rara ed estremamente invalidante.
Proprio l’AINPU ha condotto un’indagine online da cui è emerso che solo il 18,9% ha avuto una diagnosi in meno di un anno; il 53,9% ha dovuto aspettare da uno a cinque anni, il 17,5% da sei a dieci anni, mentre addirittura il 9% ha atteso anche dieci anni prima di ricevere una diagnosi.
Nella medesima indagine emerge che il 73,6% del campione intervistato ricorre alle cure farmacologiche per contrastare il dolore, ma c’è anche chi ricorre, ad esempio, alla fisioterapia pelvica.
Fra i rimedi alla nevralgia del pudendo rientra la kinesiterapia attiva, che ha lo scopo di ripristinare la corretta funzionalità del nervo “liberandolo”, attraverso esercizi che interessano i muscoli del pube, il coccige e i muscoli sinergici: si fa con rilassamenti e contrazioni degli stessi, con resistenza differente e aggiungendo movimenti dei muscoli addominali, pelvici, lombosacrali e anca. Si fa in ambulatorio e poi si ripetono gli esercizi anche a casa.
Fra le terapie c’è anche la ionorisonanza ciclotronica endogena, adatta a ripristinare l’equilibrio ionico intracellulare ed extracellulare.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
Cosa ne pensi?