Secondo diverse statistiche ogni donna, almeno una volta nella vita, si trova a dover affrontare un particolare tipo di disturbo, le infezioni vaginali, delle infiammazioni che interessano la vagina e la vulva della donna, (l’insieme degli organi genitali esterni) e che possono avere cause diverse come funghi, batteri, virus, ecc.

Già normalmente la vagina ospita al suo interno alcune tipologie di microrganismi, solitamente innocui e comunque non attivi, questi sono:

  • lactobacillus acidophilus, detto anche lattobacillo, un batterio molto importante per la regolazione del grado di acidità vaginale;
  • difteroidi;
  • staphylococcus epidermidis;
  • streptococchi di specie diverse;
  • escherichia coli (un batterio intestinale);
  • candida albicans, un fungo (o lievito) presente nella vagina del 25% delle donne;
  • vari batteri anaerobi.

Se tutti questi microrganismi sono in equilibrio fisiologico tra loro, si può dire che la vagina e l’ambiente vaginale sono in salute, con un con pH di circa 4. Quando, invece, l’ambiente vaginale si altera a causa di un aumento di questi germi patogeni (o anche nel caso in cui siano in corso alcune patologie), perde il suo equilibrio, diventando soggetto a possibili infezioni.

Ma quali sono quelle più comune? Come si riconoscono e perché si formano?

Infezioni vaginali: le tipologie più comuni

Prima di analizzare le diverse tipologie di infezioni vaginali, occorre precisare che, a seconda della condizione di origine, ne esistono due varianti: la vaginosi batterica e la vaginite infettiva.

Con il termine vaginosi batterica si intende una modificazione o squilibrio dell’ecosistema vaginale. Questa è caratterizzata da un’alterazione profonda dei batteri che già normalmente abitano la vagina, a causa della diminuzione dei lattobacilli. Questi batteri, infatti, sono fondamentali per regolare l’equilibrio di altre tipologie di batteri come la Gardnerella vaginalis e Mycoplasma hominis.

Quando si parla di vaginite infettiva, invece, si indica un’infiammazione della vagina a causa di un agente infettivo. Le più comuni sono causate da:

  • batteri (vaginite batterica) come quelli già citati (Gardnerella Vaginalis e Mycoplasma Hominis) ma anche il Neisseria Gonorrhoeae, responsabile della gonorrea e la Chlamydia Trachomatis alla base della clamidia;
  • funghi o lieviti (vaginite fungina) come la Candida Albicans (candida);
  • parassiti (vaginite parassitaria) di cui il più comune è il Trichomonas Vaginalis, che genera una malattia sessualmente trasmissibile piuttosto importante e tra le più comuni al mondo e che rappresenta circa il 10% di tutte le vaginiti, la tricomoniasi;
  • virus (vaginite virale) come l’herpes 1 e 2, responsabile anche dell’herpes genitale.

Tra queste, le infezioni più ricorrenti sono da attribuire a quelle di tipo batterico (vaginosi) e micotico, in circa il 90% dei casi. Ma perché si formano? Quali sono le cause che scateno queste infiammazioni?

Le cause delle infezioni vaginali

Come visto, i fattori che possono portare all’insorgere di un’infezione vaginale sono molti e molte sono anche le cause che possono creare terreno fertile alla proliferazione degli agenti che sono alla base di questa tipologia di problema.

In presenza di alcune condizioni favorevoli, infatti, è possibile che il rischio di imbattersi in un’infezione vaginale sia più elevata. Tra queste senza dubbio ci sono:

  • la promiscuità sessuale senza l’utilizzo di precauzioni;
  • un’alimentazione sbilanciata verso un apporto troppo elevato di dolci e zuccheri, elemento che può essere determinante per la vaginite fungina e l’insorgenza della candida;
  • l’eccessiva assunzione di antibiotici;
  • danni ai tessuti pelvici che possono essere dovuti a tumori, interventi chirurgici, radioterapia o anomalie strutturali come, per esempio, dei difetti genetici o delle fistole, che indeboliscono l’organismo;
  • irritazione dei tessuti vaginali, queste possono generare lacerazioni o afte che a loro volta permettono ai batteri o ai funghi di entrare nel torrente ematico;
  • l’abbassamento delle difese immunitarie (dovuto all’utilizzo di farmaci immunosoppressori o corticosteroidi, diabete mellito, cure chemioterapiche, carenze vitaminiche, AIDS, ecc.);
  • ridotta acidità dell’ambiente vaginale. Quando il pH aumenta, infatti, il numero di lattobacilli diminuisce e, come detto, la proliferazione di altri tipi di batteri può generare una vaginosi batterica;
  • atrofia e secchezza vaginale. Questa condizione si verifica comunemente dopo la menopausa o anche in particolare momenti della vita durante i quali i livelli di estrogeni diminuiscono (per esempio quando si allatta).

Altre cause

Ma non solo. Altre cause tipiche alla base delle infezioni vaginali, sono strettamente collegate alle proprie abitudini, soprattutto in merito all’igiene. Tra queste, infatti, le più comuni riguardano:

  • la scarsa igiene personale. Se quest’area non viene tenuta pulita, infatti, il numero di batteri presenti nell’ambiente vaginale aumenta scatenando l’infezione;
  • un abuso di lavande vaginali e l’utilizzo di detergenti intimi troppo aggressivi e di scarsa qualità;
  • l’uso di indumenti troppo stretti o di materiali sintetici, soprattutto per quanto riguarda la biancheria intima;
  • la condivisione di asciugamani, saponette e oggetti intimi.

Un insieme piuttosto cospicuo di fattori che possono favorire l’insorgere di questo tipo di infezioni e di tutta la sintomatologia a esse collegata.

I sintomi delle infezioni vaginali

Nonostante in alcuni casi i sintomi non siano visibili o facilmente individuabili (in alcune circostanze anche assenti) le infezioni vaginali possono causare tutta una serie di disturbi. Alcuni di questi possono essere definiti comuni altri, invece, sono legati all’agente che li ha provocati.

In generale, però, questo tipo di patologie, possono dar luogo a:

  • perdite vaginali che possono variare sia nel colore (da bianco, simili alla ricotta al giallo-verde) che nella consistenza o nell’odore;
  • dolore durante la minzione;
  • perdite di sangue sia dopo i rapporti sessuali che durante il giorno (spotting);
  • prurito intimo;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • comparsa di verruche o ulcere intorno alla vulva;
  • dolore nella zona pelvica.

A seconda dell’agente patogeno da cui si è originata, poi, i sintomi possono essere diversi. Per esempio, nel caso di infezioni di tipo batterico le perdite saranno di colore bianco-grigiastro o giallo e avere un cattivo odore, simile a quello del pesce.

Le infezioni causate da funghi o lieviti, invece, si riconoscono in modo particolare per il prurito e, in caso ci siano perdite, queste sono dense e di colore bianco.

Nel caso della tricomoniasi, l’infezione causata da parassiti, invece, si avranno perdite di colore giallo-verdastro e piuttosto schiumose, accompagnate da prurito e cattivo odore della zona.

Sintomi che, pur non essendo “gravi”, sono tutt’altro che piacevoli. Cosa fare, quindi, per evitare di imbattersi in queste infezioni?

Come prevenire le infezioni vaginali

Come per tantissime altre patologie la parola d’ordine è prevenzione. Nel caso specifico delle infezioni vaginali l’unico modo per farlo è quello di adottare dei comportamenti idonei e più attenti alla cura verso questa delicatissima parte del corpo.

La prima cosa a cui prestare attenzione è sicuramente l’igiene intima. Oltre all’utilizzo di detergenti specifici, delicati e privi di profumi aggiunti, è importante:

  • mantenere sempre pulita e asciutta la zona genitale, lavandosi ogni giorno e avendo cura di sciacquare la parte e asciugarla perfettamente;
  • non eccedere con le lavande vaginali;
  • dopo aver urinato o defecato, è bene prestare attenzione a come ci si pulisce. Il movimento deve avvenire dal davanti all’indietro, per evitare che i batteri dell’ano siano portati verso la vagina;
  • non condividere gli asciugamani e tutta la biancheria intima in generale, comprese le lenzuola.

A proposito di biancheria intima, poi, per prevenire la comparsa di infezioni vaginali è importante optare per quella di cotone, ampia e traspirante e in grado di mantenere asciutta la parte. E attenzione anche agli indumenti che si indossano che non devono essere troppo aderenti.

Un ottimo modo per prevenire queste patologie, poi, è anche evitare il consumo eccessivo di dolci (alla base della candida) e l’utilizzo di antibiotici.

In ultimo, cosa estremamente importante in materia di prevenzione (e non solo per le infezioni vaginali) è l’adozione di precauzioni (preservativo) durante i rapporti sessuali.

Tutti buone abitudini che è bene insegnare alle bambine fin da piccole, in modo da evitare o quanto meno limitare, la possibilità di imbattersi in un’infezione di questo tipo.

Infezioni vaginali: rimedi e cura

Nel caso in cui, però, non si siano adottate in tempo queste precauzioni e ci si ritrovasse a fare i conti con un’infezione vaginale è bene prendere subito dei provvedimenti.

La prima cosa da fare è quella di sottoporsi a una visita ginecologica per analizzare la situazione. Solitamente se la causa non è certa, viene prescritto un tampone vaginale in grado di identificare l’agente patogeno responsabile dell’infezione.

In linea generale, però, la cura per le infezioni vaginali prevede:

  • l’adozione di misure di igiene intima corrette;
  • l’utilizzo di ghiaccio o acqua fredda per alleviare bruciori o pruriti;
  • farmaci, solitamente si tratta di antibiotici, ma solo se prescritti dal medico.

A seconda della causa di origine, infatti, la cura farmacologica può cambiare (e in alcuni casi non servire) ed è importante che sia un medico a decidere come intervenire.

Se nella maggior parte dei casi vengono prescritti antibiotici, nel caso dell’infezione da Candida Albicans la terapia prevede l‘assunzione orale di farmaci antifungini, di fermenti lattici per riportare la flora batterica ai suoi livelli normali e la cura locale con creme specifiche.

Attenzione anche all’eventuale terapia del/della partner. Per alcune infezioni, infatti, come nel caso della Tricomoniasi anche lui/lei deve sottoporsi alla stessa profilassi del soggetto infetto. Anche se in assenza di sintomi.

In ogni caso, quindi, è assolutamente da evitare il fai da te. La soluzione più semplice ma anche meno efficace e, spesso, addirittura controproducente.

Infezioni vaginali: prognosi, rischi e conseguenze

Se trascurate e trattate nel modo sbagliato, infatti, le infezioni vaginali possono causare danni molto seri. Soprattutto nelle donne in stato di gravidanza (periodo in cui, la possibilità di imbattersi in questo tipo di infiammazioni è più alta).

Se da un alto, per esempio, la candida o il trichomonas, pur causando disturbi importanti, sono curabili e solitamente senza conseguenze (attenzione però alle recidive), per altre infezioni non è proprio così.

Un’infezione batterica da gardnerella, se trascurata può generare la malattia infiammatoria pelvica, sterilità e alterazioni a livello del collo dell’utero.

Il Neisseria Gonorrhoeae, responsabile della gonorrea e la Chlamydia Trachomatis, che porta alla formazione della clamidia, per esempio, sono tra le principali cause di infertilità femminile. Alcuni tipi di virus, invece, sono legati all’aumento del rischio di tumore della vulva e della vagina.

Il micoplasma (batterio che causa la vaginosi batterica), se non trattato può portare all’aborto. Ma non solo. La vaginosi batterica in gravidanza, se non viene curata in modo adeguato e tempestivo, può causare anche la rottura prematura delle membrane, parti prematuri, endometrite post parto cesareo e malattia infiammatoria pelvica post abortiva.

Conseguenze critiche e in alcuni casi irrimediabili che devono essere evitate, per la propria salute e, se in stato di gravidanza, per la salute del futuro nascituro.

La cosa fondamentale, quindi, è prendersi sempre cura di se stesse e del proprio corpo, proteggendosi e adottando tutte le misure di prevenzione più idonee per garantirsi il massimo benessere, dentro e fuori.

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