Cos’è la paura? Secondo il dizionario è uno “stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo”. Presunto: perché si, la paura può nascere anche per qualcosa che si pensa possa esserci ma in realtà non c’è. Qualcosa che si immagina, che potrebbe accadere ma che forse non accadrà mai. Qualcosa che non si conosce ma che provoca ugualmente timore.

Come nel caso delle fobofobia, ovvero la paura di essere soggetti ad una fobia, di qualunque tipo, il timore della propria reazione di fronte a un pericolo, qualunque esso sia. In poche parole, la paura di avere paura.

Una sensazione di ansia e di panico che non nasce da qualcosa di specifico. Non sono i ragni, l’acqua o il buio a far paura ma è tutto ciò che ci circonda, che può essere interpretato come un pericolo. Tutto quanto.

Il perché non è ben chiaro. Di fatto, però, la fobofobia è molto più diffusa di quanto si pensi. Soprattutto nella società moderna e, purtroppo, anche nei più giovani. Ma da cosa dipende questa sensazione di ansia che stringe la gola e accelera il respiro nonostante intorno non ci sia nulla da temere?

Da cosa nasce la fobofobia?

La paura di per sé è un sentimento del tutto naturale. Una difesa che si attiva nell’uomo fin dall’origine stessa della storia dell’essere umano e che è insita dentro di noi in modo inconsapevole. Una sorta di istinto di conservazione che ci si tramanda, di generazione in generazione, come un filo conduttore che ci unisce tutti.

Quando però la paura viene percepita essa stessa come una minaccia, come un pericolo, ecco che non è più un atto di difesa ma diventa l’oggetto da cui difendersi. Ed è qui che si sviluppa la fobofobia.

In sostanza il cervello non è in grado di differenziare una situazione “normale” da un potenziale o reale pericolo e ciò che si innesca è la paura di avere una reazione “sbagliata” o inadeguata di fronte a questa minaccia. Un circolo vizioso che si nutre dei pensieri di chi lo vive. Pensare in modo ossessivo alla paura, infatti, favorisce quella sensazione di ansia e panico che invece si vorrebbe e si fa di tutto per evitare.

Un campanello d’allarme sempre attivo e pronto a suonare non appena accade qualcosa. Ma cosa può accadere se, proprio per questa sensazione, si tende a evitare tutto?

Fobofobia: cos’è l’evitamento

La conseguenza più naturale di questa fobia, infatti, è proprio questa. La tendenza a vivere una vita passiva, negandosi qualunque tipo di evento per la paura di stare male.

L’evitamento è un’esclusione conscia e volontaria di ogni situazione che possa suscitare paura. Chi soffre di fobofobia non va ai concerti per paura di soffocare tra la gente, non va a fare la spesa per il timore di svenire, non va in giro in automobile per paura di restare fermo nel traffico.

Questa condizione arriva in modo progressivo, prima rimandando le cose fino ad arrivare a rinchiudersi dentro le proprie quattro mura, rifiutando qualsiasi tipo di attività sociale. La casa viene vista come un mezzo di protezione, l’unico luogo sicuro. Una sorta di campana di vetro a tutela della propria persona. Ma non solo.

Questa tutela esasperata di se stessi porta a sviluppare un attaccamento quasi morboso verso alcune persone, il partner, i genitori o chiunque viene visto come in grado di poter salvaguardare la persona stessa.

Un’ancora di salvezza nel mare, un sostegno nel momento del bisogno e sempre presente nella mente del malato. Una condizione che porta a chiudersi sempre di più e ad avere, man mano che la si vive, sintomi sempre più impattanti per lui/lei ma anche per chi le sta intorno. Vediamo quali sono.

Fobofobia e attacchi di panico

Chi soffre di fobofobia ha dei sintomi piuttosto evidenti. Questa fobia si manifesta solitamente con reazioni fuori dalla norma o spropositate, anche di fronte a situazioni o avvenimenti comuni. Paura di morire senza una causa, tremori, perdita di controllo, sudorazione e la tendenza a evitare il contatto con qualunque cosa che possa spaventare.

Atri due sintomi molto importanti, poi, sono gli attacchi di ansia o di panico, senza un motivo apparente.

Come spiega la dott.sa Elisa Balbi, psicoterapeuta e psicologa al centro di Terapia Breve Strategica,

l’aver paura della paura innesca un’escalation paradossale fino al panico. La paura si trasforma in profezia che si autoavvera senza la necessità di alcuna situazione esterna scatenante.

Secondo una ricerca pubblicata dall’associazione Alpa, circa 10 milioni di italiani hanno sofferto di attacchi di panico almeno una volta nella loro vita.

Tra questi, la maggior parte ha vissuto un episodio isolato mentre, in altri casi, si è verificato un vero e proprio disturbo da attacchi di panico, caratterizzato da episodi frequenti e dalla tendenza a dover controllare tutto per evitare di avere paura.

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Ma è possibile uscire da questa condizione autolimitante e imparare a non avere paura?

Come curare la fobofobia

Proprio per la sua particolarità, curare la fobofobia non è semplicissimo. Solitamente, a seconda della gravità della situazione vengono proposti vari esercizi fisici, la psicoterapia e l’assunzione di farmaci specifici.

In particolare, la psicoterapia, si basa su una terapia di tipo cognitivo-comportamentale che mira a insegnare a chi soffre di questa fobia, come gestire e controllare le proprie emozioni e come affrontare la sua paura senza che sfoci in attacchi d’ansia o di panico. Si punta, quindi, a imparare a razionalizzare la paura per essere in grado di mantenere il controllo e, quindi, affrontarla.

L’utilizzo di farmaci, invece, serve per circoscrivere e limitare i vari sintomi che possono manifestarsi, come per esempio la tachicardia, anticipando eventuali attacchi d’ansia.

Infine, per chi soffre di fobofobia è importante praticare attività sportiva come il nuoto, la corsa o la bicicletta.

Il movimento, infatti, aiuta il corpo a sviluppare ormoni positivi come la dopamina, le endorfine e la serotonina, favorendo il rilassamento e la positività. Oltre a essere un elemento importantissimo per far accrescere la propria autostima e rafforzare il carattere.

Due elementi che, a prescindere da qualunque patologia, non solo ci fanno sentire bene ma impediscono anche di vedere il mondo con timore, perché consapevoli di avere le capacità per poterlo attraversare a passo sicuro, in compagnia di qualcuno o semplicemente di noi stessi.

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