Perché ansia e attacchi di panico peggiorano e aumentano in primavera

Perché ansia e attacchi di panico peggiorano e aumentano in primavera
Fonte: web
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Ansia e attacchi di panico sono tra i disturbi che maggiormente mettono a repentaglio la salute mentale, perché molto spesso sono sottovalutati sia da chi li ha, che dalle persone che circondano coloro che ne soffrono.

Naturalmente l’ansia di tipo patologico è ben diversa da quelle che può assalirci in situazioni particolari, come prima di un esame, di un test importante o del proprio matrimonio, ad esempio; per parlare di disturbo ci devono essere caratteristiche che la rendono invalidante, impedendo a chi la accusa di svolgere le più normali attività; insomma, l’ansia o l’attacco di panico veri e propri condizionano pesantemente la vita, inficiandone il regolare svolgimento, e, per quanto possa essere curata con terapie e, nei casi più gravi, farmaci, farla “sparire” è tutt’altro che facile.

Soprattutto perché, a quanto pare, la bella stagione coincide con un aumento dei sintomi e disagi legati a questi disturbi.

Altro che vacanza rilassante, quindi, l’estate sembra essere foriera di ansia, e i motivi sono spiegati dal dottor Giampaolo Perna, medico psichiatra, professore straordinario di psichiatria presso l’Humanitas University, responsabile del Centro per i Disturbi d’Ansia e di Panico di Humanitas San Pio X a Milano e direttore del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto Menni ad Albese con Cassano, e da Tatiana Torti, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale specializzata nel trattamento dei disturbi d’ansia e di panico, interpellati a questo proposito da Vanity Fair.

Il cambiamento della luce e dell’equilibrio atmosferico mette in crisi il nostro corpo, che deve adattarsi all’arrivo del caldo e dell’aumento della luminosità. Il corpo, quindi, parla di più e le persone con ansia e panico sono più sensibili alle sensazioni corporee, rispondendo a questi cambiamenti con un senso di allarme e tensione. In più il disagio creato dal caldo e dall’umidità può disturbare il sonno e quindi la possibilità di riposare bene aumentando i livelli di stress, a cui gli ansiosi sono particolarmente sensibili“.

Sarebbero quindi i cambiamenti climatici i principali responsabili di un aumento delle manifestazioni di ansia; ma come distinguere quest’ultima dall’attacco di panico? La prima, in realtà, si manifesta, spiegano i medici, come un’anticipazione di pericolo, rispetto a qualcosa che ancora non c’è nel concreto e che possiamo solo immaginare. Per questo, “l’ansia parte dalla mente per poi coinvolgere il corpo con la comparsa di tensione muscolare, batticuore, sudorazione, senso di caldo o freddo che generalmente possono durare anche ore“.

L’attacco di panico si presenta invece come una improvvisa e immotivata sensazione di fortissimo malessere/disagio fisico, e i suoi sintomi nel corpo interessano principalmente respirazione, sistema cardiaco e dell’equilibrio, con una durata variabile e la sensazione di non sentirsi bene fisicamente.

La prima strategia da mettere in atto in entrambi i casi, comunque, è, in caso di forte ansia, “informarsi il più possibile sulle motivazioni che hanno indotto il senso di pericolo: generalmente sono le situazioni poco chiare e imprevedibili che inducono ansia. Imparare ed applicare tecniche di rilassamento può aiutare l’ansioso a ridurre la tensione come pure la distrazione”. Mentre, per quanto riguarda gli attacchi di panico, ” la prima cosa da ricordare è che passa da solo. Poi possiamo imparare a controllare la respirazione, rallentandola come valido strumento di gestione. Anche un’attività fisica intensa, come uno scatto veloce, può sgonfiare l’attacco di panico”.

Torti e Perna sconsigliano invece l’uso di ansiolitici tradizionali, come le benzodiazepine, che andrebbero presi in considerazione solo nei casi in cui i sintomi si prolungassero per più di mezz’ora. Da bandire anche gli alcolici, che pur fornendo un sollievo momentaneo favoriscono la cronicizzazione del disturbo ansioso, e da evitare anche il controllo forzato dell’attacco di panico; meglio optare per le tecniche di rilassamento o di respirazione.

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