Quando si tocca il delicatissimo argomento della depressione, si tende spesso a usare il termine in modo improprio, intendendo qualunque manifestazione umorale “negativa” e in qualsiasi forma la si viva. La depressione, però, ha mille volti e può presentarsi anche in modo subdolo, “leggero” ma costante, la distimia, una forma lieve di depressione ma cronica.

Questa condizione rimane costante nel tempo, anche per anni, interferendo in modo continuo sulla vita di chi ne soffre, compromettendone la qualità e il normale e sano svolgimento. Ma cos’è esattamente la distimia, come fare per riconoscerne i sintomi e quali sono le cure utili per superare questa patologia invisibile ma altamente impattante?

Cos’è la distimia?

Come detto, la distimia, o disturbo depressivo persistente, è una forma di depressione lieve ma continua e una patologia che fa parte dei disturbi del tono dell’umore. Può durare anche per diversi anni e porta chi la vive ad assumere tutti quei comportamenti tipici di chi soffre di depressione ma in modo più lieve e cronico, interferendo con il normale svolgimento della propria vita e abbassandone notevolmente il livello qualitativo.

Un disturbo che, quindi, molto spesso viene confuso con la depressione vera e propria ma che in realtà presenta notevoli differenze: una fra tutte la continuità della patologia per lunghi periodi e la forma più lieve dei sintomi che si possono accusare, e che però si manifestano in modo persistente, ogni giorno, salvo rare eccezioni.

La differenza tra distimia e depressione

Un disturbo che quindi, è importante saper riconoscere e differenziare dalla depressione. Per poterlo trattare in modo mirato e risolverlo efficacemente. Ma quali sono le differenze concrete che distinguono la distimia dalla depressione?

  • Primo fra tutti, come detto, è la durata dei due disturbi, di minino due settimane quando si parla di depressione (tempo dopo il quale è possibile effettuare una diagnosi) con una durata maggiore, di anni, in caso di distimia;
  • la periodicità in cui si verificano i sintomi, in momenti diversi e quindi episodica nel caso della depressione, continua nel caso di distimia;
  • l’intensità della sintomatologia, che risulta essere maggiore e forte in caso di depressione e più lieve quando si parla di distimia;
  • l’impatto sul soggetto che nella persona depressa sarà maggiore e anche invalidante mentre in chi soffre di distimia è meno incisiva seppur continuativa.

Di fatto, quindi, quando si parla di distimia si tende a sottovalutare il problema perché meno evidente. Ecco perché è importante prestare massima attenzione ai sintomi che si vivono e che, per chi li osserva, sono facilmente riconoscibili se li si guarda con occhio vigile.

Distimia: sintomi e manifestazione

Come detto i sintomi che caratterizzano la distimia sono molto simili a quelli della depressione, ma meno facilmente visibili per la loro “leggerezza” rispetto alla depressione stessa.

Per poter essere diagnosticata come tale poi, i sintomi della distimia devono essere presenti da almeno due anni e devono manifestarsi come una sorta di compagnia quotidiana in chi ne soffre.

Tra questi, i sintomi più comuni e riconosciuti sono:

  • insonnia o ipersonnia;
  • difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni anche banali
  • senso di tristezza e sconforto persistente;
  • pessimismo, insicurezza, bassa autostima, autosvalutazione;
  • inefficienza;
  • scarso livello di energia e sensazione di fatica costante;
  • scarso appetito o iperfagia (la tendenza a mangiare troppo).

Questi sintomi si manifestano in modo cronico e persistente, tanto che a volte vengono confusi con il carattere insito della persona stessa. Ma non è così.

Le cause della distimia

Come accade per tanti altri disturbi mentali, infatti, anche la distimia non ha un’unica causa ma un insieme di fattori scatenanti che possono contribuire allo sviluppo del disturbo. Tra queste ci sono cause di tipo:

  • genetico: ovvero legati alla famiglia e ad eventuali casi di distimia tra parenti biologici;
  • ambientale: legati alla difficoltà vissuta nell’affrontare determinate situazioni, stress, traumi, perdita di persone care, abusi subiti durante l’infanzia, ecc.;
  • biologico: legate a cambiamenti a livello del cervello e alla sua risposta alle emozioni negative come tristezza, paura, ecc.

Ma non solo. Altre concause che possono creare terreno fertile alla comparsa della distimia sono:

  • l’abuso di sostanze;
  • la presenza cronica di dolori e/o malattie;
  • conflitti a livello familiare;
  • difficoltà a socializzare;
  • bassa qualità di vita;
  • disturbi della personalità o altri disturbi della salute mentale.

Insomma, cause reali che rendono quanto mai importante comprendere la patologia e trattarla in modo adeguato.

Cura e trattamento

Solitamente, soprattutto quando si tratta di bambini e adolescenti, si tende a iniziare la cura della distimia con la psicoterapia e affidandosi a terapeuti esperti. A seconda dei casi della gravità, poi, si possono adottare altre tipologie di trattamento come:

  • la somministrazione di antidepressivi (sempre e solo sotto prescrizione medica) tra cui gli inibitori della ricaptazione della serotonina;
  • la psicoterapia cognitivo comportamentale, intervenendo direttamente sugli schemi mentali che generano la distimia stessa e insegnando al paziente come reagire al suo stato fisico e mentale, senza farvi sopraffare.

Questo tipo di approccio permette al paziente di affrontare in modo efficace eventuali situazioni di stress o eventi problematici, rinforzandosi sotto il profilo emotivo e aiutando gradualmente a riprendere il controllo di sé e della propria vita.

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