La discinesia è un movimento involontario e insolito della muscolatura striata, solitamente associata alla terapia per il morbo di Parkinson ma non solo. Ne esistono diverse tipologie e i sintomi possono variare da persona a persona.

Per il momento le cure consistono nella sospensione della terapia che lo causa, ma ci sono ottime prospettive per il futuro.

Discinesia: cosa significa

Come si legge sul sito della Fondazione Michael J. Fox – il celeberrimo attore che da decenni si batte per la ricerca sul morbo di Parkinson – si tratta di “un movimento incontrollato e involontario che può verificarsi con l’uso a lungo termine di levodopa”.

Quest’ultimo è un amminoacido che viene somministrato a chi è stato colpito appunto dalla malattia di Parkinson. Non tutte le persone che si sottopongono a questa terapia sviluppano la discinesia. La quale a propria volta può colpire l’intero corpo o una sola parte, causare dolore o per alcuni addirittura risultare una piacevole parentesi da un periodo di rigidità muscolare.

Si riesce a discernerla dai sintomi del Parkinson perché si verifica quando i sintomi della malattia sono invece ben controllati.

Le cause della discinesia

Discinesia
Fonte: iStock

Come detto, la discinesia è legata all’utilizzo a lungo termine di levodopa nei malati di Parkinson da anni, come una sorta di complicazione. Ci sono dei fattori di rischio, come contrarre la malattia in giovane età o l’utilizzo di un determinato dosaggio di levodopa per lunghi periodi.

La Fondazione Michael J. Fox precisa che gli scienziati sono al lavoro per capire più in profondità cosa causi la discinesia: l’ipotesi è che abbiano un ruolo delle sostanze chimiche nel cervello, come serotonina, glutammato e dopamina.

Teniamo presente che nel Parkinson si perdono le cellule cerebrali che producono dopamina, il che comporta una diminuzione di questa sostanza nell’organismo. Con la levodopa il livello risale, ma è come se fossero montagne russe, perché è una terapia, non è un ripristino naturale dei livelli.

I sintomi legati alla discinesia

HealthLine enumera i sintomi di questo disturbo, che comprendono:

  • agitazione;
  • contrazioni;
  • oscillazione del corpo;
  • irrequietezza;
  • movimenti inconsulti.

Le tipologie di discinesia

I tipi di discinesia, come spiega Medical News Today, dipendono dai sintomi, e sono:

  • la discinesia di Parkinson, in cui avvengono movimenti incontrollati e disorganizzati, lenti o rapidi, in gambe, braccia, tronco e viso. A volte vengono confusi con spasmi muscolari;
  • la discinesia tardiva, che è originata da un blocco nel cervello dei recettori della dopamina a seguito dell’utilizzo di farmaci antidepressivi, antiemetici e antipsicotici. I movimenti incontrollati riguardano per lo più il viso, come con le smorfie;
  • la discinesia acuta, che compare immediatamente dopo le prime dosi dei farmaci che sembrano essere connessi con il disturbo.

Esistono altri malattie oltre al Parkinson e altre forme sintomatiche connesse con questo disturbo, per esempio la malattia di Huntington, che è una malattia tara e degenerativa che riguarda il sistema nervoso.

A volte si confonde la discinesia con la distonia, che si ritiene di natura genetica e che comporta contrazioni muscolari sostenute: un esempio abbastanza comune è il blefarospasmo, ossia quel battito di ciglia involontario che talvolta potremmo aver sperimentato.

Discinesia: esistono cure?

Solitamente si interviene sulla discinesia di Parkinson interpellando il proprio medico, il quale valuterà come modificare la somministrazione di levodopa. Coloro che hanno il Parkinson da almeno 4 anni, possono valutare una procedura chirurgica che prende il nome di stimolazione cerebrale profonda.

I ricercatori sono al lavoro su diverse ipotesi, come pompe di levodopa sottocutanee e procedure non invasive come ultrasuoni focalizzati. Ci sono anche nuovi farmaci, come la L-4-clorokinurenina e il buspirone oppure la deutetrabenazina, che stanno aprendo ad alcune prospettive, tutte in fase di sviluppo.

Va da sé che per qualunque informazione specifica bisogna rivolgersi ai medici: qui vengono date solo alcune informazioni di massima.

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