Vivere in armonia con se stessi, con le proprie sensazioni e con il mondo circostante, sono i principi alla base della pratica dello yoga, in tutte le sue varianti. Che si tratti di Hatha yoga, Vinyasa yoga o di Anukalana yoga, infatti, l’obiettivo è sempre lo stesso: vivere meglio e in pace dentro e fuori di sé.

Nello specifico, la parola yoga (che deriva dal termine sanscrito yui) significa appunto “unire” o “soggiogare”. Una vera e propria filosofia di vita, quindi, che attraverso le diverse asana (posizioni), la meditazione e la respirazione, punta all’unione tra corpo, spirito e mente.

Ma come si inizia a praticare yoga? E qual è la tipologia più adatta a chi vuole approcciarsi a questa disciplina per la prima volta?

Nonostante lo yoga faccia bene sempre e in ogni sua variante, quella più indicata per chi vuole iniziare è l’Anukalana yoga. Il motivo? Questa tipologia di yoga non segue degli schemi ma si basa sulla fluidità del corpo, rispettandone il suo naturale funzionamento.

Vediamo, quindi, di cosa si tratta, come si pratica e con quali benefici.

Anukalana yoga: cos’è?

Come detto, l’Anukalana yoga, è solo una delle tante varianti dello yoga. In particolare, rappresenta un approccio nuovo alla pratica dell’Hatha yoga e della meditazione.

Un modo più fluido e naturale di compiere gli asana e di svolgere la meditazione, in accordo con la propria costituzione individuale e personalità, adattandosi alle peculiarità uniche dell’individuo.

Scopo di questa pratica è quello di sviluppare le proprie risorse e capacità insite, rispettando il funzionamento naturale del corpo e stimolando la mente con la meditazione. Concetto che arriva direttamente dalla cultura taoista e aspetto fondamentale per poter crescere a livello interiore.

Il termine Anukalana yoga significa “unificazione attraverso l’Integrazione”. Non a caso, infatti, unisce in sé le basi di diverse discipline, tra cui la danza e le arti marziali, come il tai chi o il qi qong, ma anche aspetti di anatomia e biomeccanica.

Una successione di movimenti focalizzati sulla fluidità, svolti in modo estremamente rilassante, armonico ed efficace e che, seguendo una vera e propria sequenza, si adattano a chiunque perché in accordo col proprio essere.

A ogni movimento sono legati dei principi che devono essere appresi e interiorizzati, trasformandoli in abitudini. Un processo di integrazione graduale, quindi, che unisce il praticante alla pratica in modo completo e naturale, in perfetta sintonia con il respiro e nel rispetto del proprio corpo.

Ma da dove arriva questo particolare stile di yoga?

La storia dell’Anukalana yoga

Pur arrivando dall’antica tradizione orientale dello yoga l’origine di questa variante è piuttosto recente. Il suo ideatore, infatti, è il maestro di yoga e meditazione, naturopata e counselor gestaltico, Jacopo Ceccarelli che, dopo anni di pratica e di studi, è arrivato a finalizzare il metodo dell’Anukalana, intorno agli anni 2000.

Affascinato fin da giovane dalle arti marziali e dalla loro filosofia, Ceccarelli si avvicina da subito alla cultura taoista e all’arte della meditazione.

Diplomato nella disciplina dello yoga alla “Global Sadvipra Training Centre” a Copenaghen, prima di dedicarsi all’insegnamento decide di partire, viaggiando tra Europa, Asia e India.

In questo periodo, oltre a frequentare le più importanti scuole di yoga, il maestro Ceccarelli trascorse molto tempo sulle cime dell’Himalaya, vivendo e praticando insieme ai monaci buddisti e approfondendo sempre di più la sua passione viscerale per la meditazione.

L’origine del metodo

Colmo degli insegnamenti ricevuti e dell’esperienza acquisita, intorno al 2001 inizia una ricerca basata su tre esigenze: la pratica di movimenti che tonifichino il corpo, il mantenimento della concentrazione e la meditazione come mezzo per non disperdere le energie.

Ricerca che lo porterà a finalizzare l’ideazione del metodo dell’Anukalana yoga.

Una pratica che, come detto, unisce i principi della danza, delle arti marziali, del tai chi e del qi qong, per lo sviluppo e l’esecuzione di movimenti in grado di liberare il corpo dalle tensioni e prepararlo in modo mirato e personalizzato alla meditazione. Il tutto grazie al controllo della respirazione e della postura.

Scopo della pratica, infatti, è quello di riequilibrare corpo e mente in modo che lavorino armoniosamente. Focalizzando e indirizzando l’energia interiore nella corretta esecuzione delle sequenze e degli asana, per poter risvegliare tutte le funzionalità dell’organismo.

Un beneficio enorme per il corpo che, unito alla mediazione, rende l’Anukalana yoga una disciplina estremamente positiva per il benessere generale di chi la pratica, regalando tutta una serie di vantaggi.

I benefici dell’Anukalana yoga

Tra gli effetti positivi e immediati legati a questa pratica, infatti, ci sono:

  • un aumento della forza dell’apparato scheletrico e una sorta di capacità di autoguarigione;
  • la riattivazione della corretta circolazione sanguigna e linfatica grazie alle varie tecniche di respirazione;
  • una maggior capacità di coordinazione dei diversi impulsi a carico del cervello;
  • un aumento della flessibilità articolare e del tono muscolare;
  • il miglioramento della propria capacità di coordinazione motoria e agilità.

Ma non solo. I benefici legati all’Anukalana yoga riguardano anche altri aspetti, più intimi e profondi, tra cui:

  • l’aumento della propria consapevolezza corporea e mentale;
  • una maggiore coscienza personale;
  • capacità di rilassamento profondo;
  • l’aumento del proprio senso di integrità;
  • una maggior lucidità mentale.

Tutti aspetti che, oltre a migliorare il proprio benessere fisico, consentono di acquisire una più ampia percezione di se stessi, delle proprie emozioni e sensazioni e della propria interazione con il mondo circostante.

Ma quali sono i principali esercizi dell’Anukalana yoga e come si eseguono?

Anukalana yoga: esercizi e asana

Come per ogni disciplina, anche nell’Anukalana yoga esistono posizioni o asana che vengono ripetute più volte. Come una sorta di elemento base per la pratica.

Tra queste, sicuramente, ci sono la posizione della montagna, quella del sole, il guerriero e il triangolo. Vediamo, quindi, come si eseguono.

Tadasana, la posizione della montagna

Obiettivo della posizione della montagna è quello di creare stabilità, forza ed equilibrio.

  1. Si effettua partendo in posizione eretta con i piedi paralleli a circa dieci centimetri di distanza uno dall’altro e con le braccia distese lungo i fianchi.
  2. A questo punto si portano le mani davanti al petto con i palmi uniti facendole salire verso l’alto e distendendo le braccia verso l’alto, allungando il collo e rilassando le spalle.
  3. Tutto il corpo deve essere sulla stessa linea controllando la postura e la respirazione il più a lungo possibile.

Suryasana, la posizione del Sole

  1. Dalla posizione di Tadasana si allargano le gambe, mantenendo i piedi paralleli all’altezza dei gomiti e le braccia distese aperte.Da qui le braccia si aprono verso l’esterno come a formare una X con tutto il corpo.
  2. Inspirando il torace si espande, puntando con la testa verso l’alto.

Virabhadrasana I o Guerriero I

  1. Dalla posizione di Tadasana si divaricano le gambe portando le braccia in alto parallele tra loro.
  2. Da qui si ruota il piede sinistro di 60 gradi e quello destro di 90 gradi mantenendo i talloni allineati.
  3. Espirando si ruota il busto verso destra mentre l’anca sinistra gira in avanti.
  4. A questo punto si piega il ginocchio destro stando attenti a non superare la caviglia e tenendo lo stinco perpendicolare al terreno.
  5. Da qui si avvicinano le mani e i palmi tra loro spingendo verso l’alto le dita per allungarsi.

Trikonasana o Triangolo

  1. Partendo da Tadasana si allargano le gambe posizionando i piedi più esterni rispetto al bacino, la schiena dritta e lo sguardo rivolto in avanti.
  2. Qui, inspirando, si sollevano le braccia fino all’altezza delle spalle, parallele al pavimento e con i palmi rivolti verso il basso.
  3. A questo punto si ruota leggermente la gamba destra verso l’interno, inclinando il busto verso la gamba e appoggiando la mano destra sulla caviglia destra.
  4. Mantenendo il braccio sinistro rivolto verso l’alto si girala testa fino a guardare la mano sinistra.

Ogni asana viene effettuata per entrambi i lati, destro e sinistro, e viene intervallata da quella successiva da movimenti di transizione.

Questi due elementi (asana e transizioni) alternandosi continuamente in modo fluido e naturale, vanno a formare delle sequenze di esercizi, ovvero la pratica vera e propria, il tutto senza sforzi o eccessi ma seguendo le proprie capacità fisiche in modo morbido e armonico.

Imparando e interiorizzando ogni insegnamento gradualmente per raggiungere un profondo stato di rilassamento, rendendo più flessibile il corpo e aprendo i canali energetici al suo interno, per far scorrere l’energia vitale.

Una pratica estremamente dolce, sia nei movimenti che nell’intenzione. Adatta a chi si vuole approcciarsi per la prima volta allo yoga ma anche a chi ama rallentare e concedersi tutto il tempo per percepire ogni sensazione che arriva dal corpo e dalla mente.

Per raggiungere un reale e concreto livello di benessere sia interiore che esteriore, portandolo con se in ogni momento e azione della vita.

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