Lo Yoga nidra è un metodo di disintossicazione sia fisica che mentale, una potente tecnica di rilassamento: ecco perché è chiamato “yoga del sonno“. In realtà non si deve assolutamente dormire, anzi, bisogna restare ricettivi e svegli il più possibile. La parola “sonno” fa riferimento a quello stato di semi-coscienza che si verifica prima di addormentarsi.

La metodologia dello Yoga nidra si deve al maestro indiano Swami Satyananda Saraswati, il quale notò che nello stato di veglia che precede il sonno la mente diventa più ricettiva. Attraverso il rilassamento (guidato dalla voce di un istruttore) si raggiunge uno stadio pre-sonno ideale per lavorare sulla propria personalità, sul proprio inconscio, sui propri obiettivi. Il corpo sembra che dorma, ma nel frattempo a lavorare è la mente, per portarla a un livello più alto di consapevolezza. Questa è la consapevolezza a cui attingere nella praticità, nella quotidianità, per apportare miglioramenti alla propria vita e raggiungere i propri scopi.

Nessuna postura complicata: lo Yoga nidra può essere praticato con facilità da chiunque. Ci si stende sul tappetino a occhi chiusi, in un ambiente tranquillo e possibilmente ben riscaldato. Questo dettaglio è in funzione del calo di temperatura a cui il corpo va incontro quando si rilassa. E ci si lascia guidare dalla voce dell’insegnante in un viaggio dentro se stessi. L’esperienza passa attraverso la visualizzazione mentale di immagini (per “replicare” il momento del sogno). Si tratta di immagini dal potere simbolico, capaci di agire sulla dimensione più profonda dell’essere. Il tutto in assoluta immobilità.

Lentamente ci si allontana dagli stimoli esterni per rivolgersi unicamente verso l’interno e potenziare la propria mente.

Yoga nidra: i benefici

Il cosiddetto Yoga del sonno consente di:

  • migliorare la qualità del sonno;
  • rafforzare il sistema immunitario;
  • ridurre ansia e disturbi a essa collegati (soprattutto quelli allo stomaco e all’intestino);
  • migliorare le facoltà di apprendimento;
  • liberarsidalle tensioni muscolari e da quelle emotive;
  • rafforzare la mente e migliorare la quotidiana gestione dello stress.

Yoga nidra: tecniche ed esercizi

yoga nidra
Fonte: iStock

Lo Yoga nidra si compone di una serie di fasi la cui successione va rispettata in modo molto rigoroso.

  1. Si comincia con una fase preparatoria di rilassamento accompagnata dalle pratiche asana e si prosegue in totale immobilità e silenzio, accompagnati dalla sola voce guida dell’insegnante. Restare immobili è fondamentale: eliminare gli input sensoriali provenienti dal corpo consente di attivare al massimo le capacità sensoriali. In questo caso il focus è l’udito: concentrarsi unicamente sulla voce guida e sulle sue richieste;
  2. il secondo momento è quello più soggettivo e personale. In sanscrito si usa il termine “sankalpa“: “risoluzione”. Con questa parola si indica l’obiettivo che ciascuno si vuole prefiggere, il seme che ognuno vuole piantare nella propria coscienza affinché dia i suoi frutti. Nello Yoga nidra si semina nell’inconscio ciò che si vuol vedere germogliare intorno, per dare una svolta alla propria vita, cambiare la direzione delle proprie azioni e dirigerle verso il risultato che si vuole ottenere;
  3. il terzo step è un lavoro col respiro, per prendere confidenza col proprio corpo e accentuare lo step successivo. In quest’ultimo, infatti, si stimola la sfera non corporea, cioè quella delle emozioni. Sono loro le protagoniste del quarto momento, dedicato all’analisi dei propri sentimenti, delle proprie sensazioni, guardate con distacco però, senza lasciarsi trasportare, senza che nessuna prevalga sull’altra;
  4. nella fase della visualizzazione si sfrutta il sogno: nella dimensione onirica si accede al proprio subconscio attraverso immagini dal valore fortemente simbolico. La voce guida prosegue allo stesso modo: proponendo la visualizzazione di immagini simboliche, la cui carica è capace di sciogliere le tensioni e alleviare i traumi;
  5. si culmina così nella fase del risveglio. Il sankalpa inizialmente seminato viene qui raccolto, alla luce del processo di consapevolezza praticata fino a quel momento. Solo a quel punto ci si può muovere.
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