Tricotillomania, quando strapparsi i capelli fino alla calvizie è una necessità
La tricotillomania è un disturbo che porta a strapparsi i capelli e spesso anche a ingerirli; nasce da un evento traumatico o da un disagio psicologico.
La tricotillomania è un disturbo che porta a strapparsi i capelli e spesso anche a ingerirli; nasce da un evento traumatico o da un disagio psicologico.
Sara Meussi (in arte Miss Swirl) ha 28 anni, è una modella e consulente d’immagine. Quando aveva 11 anni ha cominciato a strapparsi le ciglia, così, per gioco. Poi è passata alle sopracciglia, poi ancora ai capelli. Quella nata come una pratica ludica si è andata configurando nel tempo come un vero e proprio disturbo che però il suo cervello associava alla calma e al piacere, non al dolore. Sara soffre di tricotillomania, è questo il nome del disturbo.
Sui suoi profili Instagram pubblica scatti che la ritraggono alle prese con parrucche, cappelli e ciglia finte, insegna alle donne ad amarsi e accettarsi, con o senza capelli, sensibilizzando al valore della vera bellezza, che non è quella esteriore e non dipende da una chioma fluente sul capo.
La tricotillomania è classificata nel Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali come disturbo ossessivo compulsivo. Il nome si deve al medico francese François Henri Hallopeau. Deriva dal greco: thrìx (capello), tìllō (strappare) e manìa (mania).
Chi ne soffre prova un irrefrenabile impulso di tirare e strappare non solo i capelli, ma anche le sopracciglia, le ciglia, la barba, i peli su addome, gambe, braccia, ascelle. Ciò deriva da uno stato di tensione emotiva che non si riesce a risolvere in altro modo: a un iniziale disagio e malessere segue un senso di sollievo e appagamento a cui poi fanno seguito i sensi di colpa.
Alcuni si strappano i capelli in modo del tutto consapevole e intenzionale, altre volte è un gesto inconscio che viene compiuto contemporaneamente ad altre azioni. A volte il gesto è accompagnato da un vero e proprio rituale, in cui il tricotillomane osserva attentamente i capelli/peli estirpati, disponendoli poi ordinatamente su una superficie. Non è raro che li ingerisca anche.
Le cause all’origine del disturbo vanno ricercate in fattori genetici, ormonali e ambientali. Grande impatto hanno i fattori psicologici.
Si manifesta il più delle volte nei bambini: la fascia d’età più colpita è quella che va dai 9 ai 13 anni. Interessa prevalentemente le donne e può protrarsi fino a tutta l’adolescenza e l’età adulta, accompagnandosi anche ad altri disturbi, tra cui depressione, ansia, disturbi alimentari, onicofagia (abitudine di mangiarsi le unghie) e spesso tricofagia (mangiare i capelli e peli strappati).
La tricotillomania può portare nel tempo conseguenze anche importanti:
La cura di questo disturbo prevede un lavoro psicoterapico sulle cause psicologiche degli stati d’ansia che lo generano. A questa terapia si accompagnano, nei casi più gravi, quella farmacologica e quella cognitivo-comportamentale.
Per diminuire l’ansia, la depressione e i sintomi ossessivo-compulsivi si somministrano alcuni inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI), la clomipramina (antidepressivo triciclico) e il naltrexone (antagonista dei recettori oppiacei).
Per quanto riguarda la terapia cognitivo-comportamentale, è una delle tecniche psicologiche più efficaci. Il paziente viene abituato a prendere coscienza dei propri pensieri, sentimenti, comportamenti, così da arrivare a controllare gli impulsi psicologici che lo costringono a estirparsi peli e capelli.
Sara Meussi nel proprio account racconta:
In molti mi hanno domandato sia se facessi la chemio, sia se avessi l’alopecia perché ancora non esiste un mese dedicato alla #tricotillomania e questa possibilità non viene in mente a nessuno, però non importa, tanto il risultato visivo è più o meno lo stesso quindi sostengo le sorelle alopeciate.
Anche la bellissima modella portoghese di Victoria’s Secret Sara Sampaio ha ammesso di soffrire di tricotillomania: questa estate, infatti, ha rivelato che si strappa le ciglia da quando ha 15 anni. Una rilevazione molto apprezzata dai fan, ma questo problema può interessare chiunque, come itsbri06, una ventiquattrenne di Torino che descrive così il proprio diturbo:
La tricotillomania. Detta così nemmeno io saprei che vuol dire, purtroppo identifica una cosa che non solo porta a perdere i capelli, ma comporta un dolore auto inflitto togliendoseli da soli. Per un anno, da quando questo disturbo è iniziato, non me ne rendevo conto, non volevo rendermene conto; osservarmi allo specchio mi vedevo come una specie di mostro, parti di capelli mancanti, un cuoio capelluto troppo in vista.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
Cosa ne pensi?