Onicofagia: ecco perché non puoi non mangiarti le unghie e come smettere

L'onicofagia è la cattiva abitudine di mangiarsi le unghie, una pratica all'apparenza innocua, che nasconde cause psicologiche da non sottovalutare. Vediamo le cause e come smettere di rosicchiare le unghie.

Comunemente ci riferiamo con l’espressione “mangiarsi le unghie” al vizio di rosicchiare fino anche a strappare con i denti le unghie delle mani. In situazioni di nervosismo, stress o noia. In realtà questo disturbo ha un nome, onicofagia, e non è solamente un brutto vezzo.

C’è chi infatti non riesce a smettere mai, arrivando a fare dell’autolesionismo, con conseguenze sulla salute di tutto l’organismo. È importante non sottovalutare l’onicofagia e scoprirne le cause, spesso di origine psicologica.

Onicofagia: le cause psicologiche del mangiarsi le unghie

L’onicofagia è un’abitudine poco salutare, poiché comporta conseguenze anche alla salute delle mani e della bocca. Entra a far parte dei disturbi considerati di autolesionismo, e ha quindi origine prettamente psicologica.

Per trovare rimedio al vizio di rosicchiare le unghie, è bene conoscerne le cause, e individuare il meccanismo che porta a volersi fare del male. Situazioni di stress e ansia sono il motivo principale dell’onicofagia. Attraverso l’azione di mangiare le unghie, la persona scarica il nervosismo e riceve un senso di sollievo momentaneo.

Allo stesso tempo, anche nei momenti di noia si manifesta molto l’onicofagia, quando non si sa cosa fare con le mani nei momenti di inattività. Non si tratta di una causa che può originare il disturbo, ma che lo intensifica.

Un’altra causa è l’imitazione da parte dei bambini di adulti che si mangiano le unghie. È importante per i genitori eliminare questo vizio apparentemente innocuo sia per se stessi che per i bambini che potrebbero imparare la cattiva abitudine e portarla per sempre.

La pratica dell’onicofagia spesso deriva da cause più profonde e difficili da trattare, in particolare da forte rabbia che viene scaricata sul proprio corpo invece che sugli altri o su ciò che determina questa emozione.

Si tratta di aggressività che non viene liberata in modo sano e produttivo, ma viene repressa apportando dolore verso di sé. Per questo motivo si tratta a tutti gli effetti di autolesionismo, ed è importante saperlo rilevare e trattare nel modo migliore.

Gli effetti dell’onicofagia sulla salute di unghie e bocca

L’onicofagia non è un’abitudine salutare, in quanto comporta diverse conseguenze comportamentali, ma anche per il benessere fisico. In particolare si possono avere problemi a livello della bocca, specialmente dentali e al sistema digerente, e alle mani, arrivando a vero e proprio autolesionismo.

Vediamo i principali effetti dell’onicofagia sulla salute di unghie e bocca.

Disturbi ai denti

L’onicofagia causa problemi ai denti, in particolare lesioni gengivali, usura degli incisivi e dei denti utilizzati per staccare le unghie, malocclusione dei denti anteriori che può provocare anche carie.

Mangiarsi le unghie significa inoltre portare alla bocca i batteri che durante il giorno finiscono sulle mani. Questo comporta infiammazioni alle gengive per via di agenti infettanti che si trovano sotto le unghie, che possono provocare anche alitosi, dovuta alla mancanza di igiene della bocca.

Inoltre, lo sforzo della mandibola per rompere le unghie può provocare dolore e indolenzimento che si avvertono durante la masticazione. Nei bambini inoltre, si rileva un problema con l’allineamento dei denti durante la crescita: la dentizione subisce una nascita disordinata permanente, risolvibile solo con apparecchi e interventi di ortodonzia.

Problemi digestivi

Le unghie hanno una grande quantità di agenti patogeni che raccolgono quotidianamente dal contatto con oggetti e persone. Tra i disturbi all’apparato digerente l’onicofagia può provocare ci sono quelli causati dalle infezioni dovute agli agenti patogeni ingeriti. Oppure anche condizioni che derivano dall’abbassamento delle difese immunitarie. Infine, si possono avere problemi allo stomaco dovuti all’ingestione di pezzi di unghia che possono lesionare le pareti degli organi.

Dolori alle mani

Con unghie troppo corte viene a mancare la protezione e si possono avere infezioni batteriche o ferite alle dita. In particolare, in chi si mangia spesso le unghie, si presenta la paronichia, un’infiammazione del tessuto periungueale dovuta all’infezione da parte di agenti infettanti, come lo stafilococco aureo.

L’infezione alla pelle vicina alle unghie è causata spesso da una lesione della cuticola o di una parte del tessuto, ma anche la saliva ha un ruolo nell’arrossamento di quest’area. Può succedere anche di mangiarsi le unghie in presenza dell’herpes labiale, che può sviluppare il giradito erpetico, una lesione cutanea che porta anche a bruciore e prurito, alla creazione di vescicole dolorose.

Negli anni, un’onicofagia cronica può provocare uno sviluppo deformato delle dita.

Strategie e consigli per smettere di mangiarsi le unghie

È allora preferibile smettere prima che l’onicofagia porti a conseguenze più gravi. Per porre rimedio all’onicofagia, quando non è troppo grave e non necessita di aiuto particolare, si possono attuare alcune strategie semplici ed efficaci. Una delle possibilità è applicare prodotti artificiali o naturali sulla punta delle dita, in modo da scoraggiare il rosicchiamento.

Ad esempio lo smalto, che ha un sapore particolarmente amaro e non è fatto per essere mangiato poiché, costituito da denatonio benzoato, con un gusto estremamente sgradevole. Le unghie si possono anche ricostruire, in modo che risultino più curate e più difficili da morsicare. La ricostruzione in gel deve essere fatta da personale preparato, ed è un modo utile per aiutare le persone che provano disagio a presentare le mani rovinate dal vizio.

In alternativa allo smalto esistono anche diversi prodotti naturali con un cattivo sapore. Sono per esempio l’aloe vera, una salsa piccante, aceto, aglio e cipolle, limone, ma anche l’olio d’oliva, che sebbene abbia un buon sapore, ammorbidisce le cuticole e cura la pelle e le unghie, permettendo di prevenire danni causati dall’onicofagia. Si può provare inoltre a sigillare la punta delle dita con guanti o cerotti, almeno nei momenti di maggiore stress, quando è più alto il rischio di rosicchiare le unghie.

Quando l’onicofagia è causata da stress e rabbia, è bene cercare di incanalare l’energia in altre attività più salutari. Esistono diversi metodi per scaricare la tensione, primo fra tutti lo sport. Non è un mistero che l’attività fisica, che sia una corsa o uno sport più articolato, sia un’ottima soluzione allo stress, perché oltre a far sfogare, fa anche bene all’organismo.

Per chi non trova giovamento dall’attività sportiva, un’alternativa simile è trovare un passatempo che distragga e dia un utilizzo alle mani: la pittura, la musica, la lettura, ecc.

Onicofagia e autostima: come affrontare il problema senza sensi di colpa

Abbiamo visto alcune strategie per smettere di mangiarsi le unghie, ma quando il problema è più profondo non bastano. Infatti, quando qualcuno soffre di onicofagia, non bisogna sottovalutare questa condizione. Nel caso in cui non si riesca a trovare rimedio, ci si può rivolgere a uno psicologo: una figura professionale può individuare l’origine di questa abitudine, ed evitare che si ripresenti nel futuro.

Le cause psicologiche possono essere diverse, principalmente l’onicofagia viene assimilata all’ansia, stress e rabbia, come un modo per incanalare le pulsioni e le tensioni. Pare anche che chi si mangia le unghie possa essere un perfezionista, e il mangiarsi le unghie derivi dalla sofferenza e frustrazione nel non raggiungere i propri obiettivi.

Inoltre, esiste un collegamento tra onicofagia e autostima. Si tratta di un problema difficile da gestire, perché può causare un circolo vizioso.

Chi ha bassa autostima sente la pressione dall’esterno, ed è convinto di non raggiungere gli standard imposti, da se stesso o dagli altri. Come conseguenza all’ansia e allo stress si mangia le unghie. Ma l’onicofagia provoca a sua volta sensi di colpa e conseguenze sulle mani, che la persona ansiosa vuole poi nascondere. In questi casi, i pazienti che soffrono di onicofagia fanno molta più fatica a smettere di mangiarsi le unghie, perché è diventata una vera e propria dipendenza, non un vizio.

Per risolvere il problema è necessario rivolgersi a uno psicologo o uno psichiatra, figure in grado di trattare pazienti con disturbi psicologici, come la scarsa autostima e la bassa capacità a gestire lo stress. Inutile dire che non c’è nulla di cui vergognarsi o di cui sentirsi in colpa, anche se per chi soffre di onicofagia è necessario un percorso terapeutico per arrivare a questa consapevolezza. Ciò che, esternamente, si può fare è comprendere la necessità di aiuto e offrirla in qualsiasi modo possibile.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!