Cos’è la riflessologia plantare e come funziona
Cos'è la riflessologia plantare e come si pratica? Ecco cosa sapere di questa tecnica di medicina alternativa e quando usarla.
Cos'è la riflessologia plantare e come si pratica? Ecco cosa sapere di questa tecnica di medicina alternativa e quando usarla.
Ma in cosa consiste esattamente e come funziona la riflessologia plantare?
Come detto, la riflessologia plantare fa parte delle pratiche delle medicina alternativa. Un massaggio di digitopressione che viene eseguito sulla pianta del piede e il cui scopo finale è quello di alleviare eventuali disturbi o problemi a carico di altre parti del corpo collegate con particolari punti posti sul piede stesso.
Spieghiamo meglio. Secondo la riflessologia plantare, a determinati punti della pianta del piede corrispondono determinate zone del nostro corpo, organi, articolazioni, nervi, ghiandole, ecc. Una tecnica della medicina alternativa, che prevede il massaggio e la pressione di questi punti ben precisi del piede, per portare beneficio ad altre parti del corpo, ristabilendone l’equilibrio.
Una pratica antica, tanto che se ne faceva uso già nell’Antico Egitto, come testimonia un affresco rinvenuto in cui compare un medico del tempo intento a stimolare le dita dei piedi e delle mani del suo paziente. Una tecnica che poi venne usata anche nella tradizione cinese ma anche tra gli indiani d’America e fino ai giorni nostri.
Nel 1902, infatti, il dottor William H. Fitzgerald, riconosciuto come il fondatore della riflessologia moderna, studio e sperimentò quella che lui stesso chiamava “terapia zonale”. Secondo la sua teoria, il corpo umano può essere suddiviso in dieci linee immaginarie, che partono dalla testa e arrivano fino alle mani e ai piedi, dividendo il corpo in due sezioni.
Ogni parte del corpo di una zona determinata da queste linee, è collegata a una parte del corpo dell’altra zona, e influisce sulla stessa. Una teoria dimostrata dallo stesso medico, che evidenziò come dei disturbi renali possono rivelarsi attraverso dei problemi agli occhi.
Successivamente, fu la fisioterapista Eunice Ingham, negli anni 30, che sviluppò la terapia della riflessologia plantare, diventandone la divulgatrice a livello ufficiale.
I piedi, infatti, sono parti del corpo estremamente importanti e come le mani sono in diretto contatto con il mondo esterno, creando un legame indissolubile tra loro e il resto del corpo.
Nella riflessologia plantare, quindi, i piedi vengono massaggiati e stimolati con tutte le dita di entrambe le mani nella sua totalità, andando a sollecitare a fondo i punti degli stessi che sono sede dei meridiani energetici, ovvero quei percorsi di energia che vanno come a disegnare una sorta di rete virtuale che attraversa tutto il corpo.
Una pratica usata per riportare equilibrio nell’organismo e che agisce su tre livelli diversi: congestione, infiammazione e tensione. Lo scopo? Eliminare in modo graduale le condizioni di squilibrio presenti nel corpo e che spesso sono interconnesse tra loro, con un rapporto causa effetto, riportando l’organismo a uno stato di benessere.
I benefici della tecnica, infatti, si percepiscono fin dalle prime sedute, andando a rilassare i tessuti o gli organi più contratti ma anche tonificando i tessuti stessi e riportando gli organi in uno stato di benessere generale.
Ma non solo. Tra i benefici maggiori che si possono ottenere dalla tecnica della riflessologia plantare ci sono:
Una pratica che, quindi, può risultare utile in caso di stress e di difficoltà a dormire e riposare dovuto al carico mentale di chi soffre di ansia, eccessiva stanchezza o se si vivono situazioni di stress cronico.
Ma come influiscono i piedi sullo stress? Beh, nei piedi arrivano moltissime terminazioni nervose, che sono in grado sia di scatenare uno stato di agitazione ma anche di rilassare tutto il corpo. In più, da qui vengono stimolati anche il plesso solare e il diaframma che sono collegati agli stati di ansia e dei disturbi dell’umore cronici, e che se stimolati correttamente aiutano a respirare meglio, in modo più tranquillo e rilassato.
Ma non solo, grazie alla riflessologia plantare, infatti, anche i punti doloranti durante la fase pre ciclo e delle mestruazione possono essere trattati, portando a una significativa riduzione del dolore, maggior benessere generale e un miglioramento della qualità della vita.
Molti dei benefici sopra elencati, poi, come la riduzione della nausea, della difficoltà a digerire ma anche del mal di schiena, potrebbero far sorgere una domanda: la riflessologia plantare si può fare durante la gravidanza? La risposta è sì, ma con le dovute accortezze e solo e unicamente affidandosi a specialisti ed esperti (e solo se il medico è d’accordo). Ma anche no, perché ci sono medici che la sconsigliano.
Da una parte, infatti, questa tecnica (che comunque va evitata per i primi tre mesi di gestazione o in caso di gravidanza a rischio), può migliorare la circolazione linfatica e sanguigna in particolare sulle gambe, può ridurre la stanchezza e l’affaticamento, ma anche lo stress e l’ansia. Oltre ai disturbi di tipo digestivo, mal di schiena, tensione muscolare, sciatica o gonfiori.
Ma dall’altra è solo il medico che vi segue che può dare il via libera alla terapia, valutando il da farsi e se la vostra condizione fisica è compatibile con la tecnica.
Una pratica da provare, quindi, con le dovute attenzioni del caso, ma che può portare sollievo laddove si hanno dei problemi o dolori difficili da eliminare. Una tecnica che deve essere svolta da operatori competenti, professionali ed esperti, affidandosi a centri specializzati o a studi appositi ma senza improvvisare o affidarsi a ricerche poco approfondite e fa da te.
Vivo seguendo il mantra "se puoi sognarlo puoi farlo". Sono una libera professionista della vita. Una porta verde, una poltrona rossa e una vasca da bagno sono le mie certezze, tutto il resto lo improvviso.
Cosa ne pensi?