Potomania ovvero sapevi che bere tanta acqua è sintomo di una patologia psichica
Sapevate che bere troppa acqua non fa bene? Infatti, così come assumerne poca, anche l'eccessiva quantità porta a conseguenze anche gravi per l'organismo.
Sapevate che bere troppa acqua non fa bene? Infatti, così come assumerne poca, anche l'eccessiva quantità porta a conseguenze anche gravi per l'organismo.
Da non sottovalutare, la potomania può portare a conseguenze anche gravi per l’organismo. Se l’assunzione di acqua è di molto maggiore rispetto a quanta ne viene espulsa attraverso l’urina e la sudorazione, il corpo la assorbe causando complicazioni. Vediamo meglio cos’è, le cause, i sintomi e i possibili trattamenti della malattia che fa bere troppo.
La potomania, dal latino “potus“ che significa bere, è anche chiamata polidipsia psicogena. È una patologia psichica e comportamentale che porta ad assumere quantità di liquidi, specialmente acqua, maggiori del necessario.
Il fabbisogno giornaliero di una persona adulta che non ha disturbi particolari è di circa 1,2 L di acqua, sommati all’acqua assunta attraverso alcuni alimenti. Questo permette il giusto equilibrio di assunzione ed eliminazione di liquidi attraverso la minzione e la sudorazione.
Questo disturbo porta invece a sentire il bisogno di bere acqua anche quando il corpo non lo richiede. Le caratteristiche della potomania la fanno rientrare nei disordini alimentari. Come altri disturbi di questo genere, infatti, il potomane attua una serie di rituali ossessivi e meccanismi di controllo non razionali volti ad assumere quantità di acqua in modo da provare una sensazione di appagamento. Come vedremo poi nelle cause e nei sintomi, molto legati alla potomania sono ansia e disagi psicologici affini.
La potomania, intesa come un’assunzione smoderata di acqua si può manifestare come conseguenza ad alcune patologie come il diabete insipido, disturbi renali o metabolici. La potomania psichica è forse la forma più pericolosa, perché non se ne conoscono ancora le cause in modo chiaro e le conseguenze possono essere anche gravi. Probabilmente sono implicati molteplici fattori di origine psicologica, genetica e ambientale.
Si pensa che il disturbo possa derivare da anomalie funzionali dell’ipotalamo e ippocampo, ma anche come effetto collaterale dell’assunzione di farmaci psicotropi. Esistono anche casi di potomania dovuti a comportamenti dettati da stimoli errati. Ad esempio, con l’idea di rimanere bene idratate, alcune persone aumentano gradualmente la quantità di acqua assunta al giorno fino a superare i 5 litri.
Allo stesso modo, questo disturbo si lega ad altri come l’anoressia: con l’intento di mangiare meno o per nulla, una persona beve tanta acqua pensando così di ingannare lo stomaco che risulta in qualche modo pieno. E ancora, male interpretando le pubblicità che incitano a bere acqua per essere “belli dentro e fuori”, qualcuno arriva a bere molto di più del necessario. In tutti questi casi si tratta comunque di cause e motivazioni di tipo psicologico, che portano quindi a manifestazioni anche gravi.
La manifestazione più evidente di potomania è lo stimolo della sete, che compare come un bisogno incontrollabile e compulsivo di bere acqua. Questo sintomo è accompagnato da altri segnali che ne conseguono:
Questi sintomi rimangono tali se l’organismo riesce a eliminare in modo fisiologico i liquidi in eccesso. Quando non riesce più, perché la quantità d’acqua è troppo alta e le funzioni del corpo sono compromesse, allora si incorre in conseguenze e complicazioni più gravi.
Si inizia a parlare di potomania quando l’acqua assunta supera i 3-5 litri al giorno, e diventa grave dopo i 7 litri. Si incorre infatti in possibili conseguenze disastrose per l’organismo specialmente se bevuta in poco tempo. L’ingestione compulsiva di acqua causa grandi espulsioni di urina, che arriva anche a 10 litri, con conseguente disidratazione. A questo punto, il potomane sente il bisogno di reidratarsi bevendo ancora acqua e così il ciclo continua.
Il problema principale compare quando il paziente non riesce più a espellere abbastanza acqua tramite minzione, sudorazione o traspirazione. I liquidi si accumulano così nei tessuti e producono diluizione del sangue e degli elettroliti, come sodio, potassio e magnesio. Quando questo accade, le possibili conseguenze sono iponatriemia, caratterizzata da presenza di livelli di sodio bassi nel sangue, da cui deriva un sovraccarico di fluidi a livello renale.
In questo caso avviene iperidratazione, un’intossicazione da acqua autoindotta i cui effetti possono essere più o meno gravi. Si manifestano infatti vertigini, debolezza muscolare, ma anche convulsioni, edema cerebrale e persino coma che può portare anche alla morte. Inoltre, una riduzione dei livelli di potassio nel sangue, detta ipokaliemia, può determinare problemi al sistema cardio-circolatorio.
Il trattamento più adatto per affrontare la potomania è di tipo psicoterapeutico, dal momento che ha origini principalmente di carattere psicologico. È necessario quindi l’intervento di un professionista, a cui viene affiancato il monitoraggio dell’assunzione di liquidi e acqua, per diminuirlo gradualmente. Inoltre il terapeuta può decidere per l’utilizzo di farmaci che solitamente vengono somministrati per disturbi di tipo ossessivo-compulsivo.
Tuttavia, è necessario fare attenzione a non abusarne e il controllo medico è fondamentale. Ogni trattamento è a discrezione del curante, poiché non esiste ancora una terapia farmacologica ritenuta valida in ogni caso. Se il disturbo è arrivato a un livello più grave e comporta patologie più gravi che abbiamo visto precedentemente, è necessario l’intervento di altri medici per curare i sintomi e le complicazioni.
Rivolgersi a un professionista è importante e deve essere fatto in modo tempestivo, per evitare che si arrivi alle conseguenze più gravi.
Amante della lettura, della musica e serie tv addicted, aspiro a diventare scrittrice di romanzi. Nel frattempo coltivo la mia passione scrivendo articoli su ciò che più mi piace: benessere, enogastronomia, cultura e attualità.
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