L’acqua è una sorta di elisir di lunga vita, un elemento essenziale nella nostra alimentazione e non solo. Basti pensare che il nostro corpo ne è composto per il 60%. Aiuta certamente a godere di buona salute, gli esperti suggeriscono di berne almeno due litri nell’arco della giornata (e non solo in concomitanza coi pasti). In questo modo si tiene l’organismo idratato e lo si depura da tossine e sostanze nocive.

Non bere abbastanza acqua può causare stanchezza, vertigini e crampi muscolari, ma secondo alcuni studi anche l’opposto, dunque un consumo eccessivo, può fare danni. Dunque bere troppa acqua fa male?

Bere troppa acqua: le conseguenze

bere troppa acqua
Fonte: web

Secondo il professor Mark Whiteley, chirurgo vascolare e fondatore della Whiteley Clinic di Londra, bere acqua in maniera eccessiva ha conseguenze innanzitutto sul cervello. L’organo non riesce più a riconoscere e ad ‘avvisare’ quando il limite fisiologico consentito dall’organismo è stato superato. Si innesca un effetto a catena insomma, difficile da tenere sotto controllo. E poi ci sono l’eccessiva sudorazione e l’insonnia: ogni anno si rivolgono a lui centinaia di pazienti per rimuovere le ghiandole sudoripare, proprio perché esasperati.

“Se bevi in eccesso i tuoi reni devono lavorare molto duramente per liberarti di questo carico di liquidi in più. Invece c’è questa strana idea che se stai bevendo troppo e sudi, devi bere ancora di più”.

Anche i reni vengono compromessi: quando ci addormentiamo il nostro cervello rilascia un ormone antidiuretico, l’ADH, che regola il funzionamento dei reni e ci evita di alzarci per fare pipì nel cuore della notte. Bere troppa acqua, però, fa sì che il livello di liquidi nell’organismo superi il limite consentito, attivando l’ormone. Inoltre si altera l’equilibrio elettrolitico del corpo e si diluisce eccessivamente il sangue: così facendo si è più esposti a malattie cardiovascolari.

Casi estremi del bere troppa acqua

Alcuni ricercatori inglesi parlano di dipendenza cronica da acqua (aquaholism) e intossicazione da acqua (iponatriemia o iposodiemia). I livelli di sodio nel sangue diventano troppo bassi (al di sotto di 135 millimoli per litro) e l’acqua dal flusso sanguigno inizia a raggiungere le cellule del cervello. L’organo si gonfia, causando sonnolenza, mal di testa, crampi, debolezza muscolare e nausea. Conseguenze più gravi sono stato confusionale, visione doppia e respirazione difficoltosa. Si può arrivare anche al coma e alla morte nei casi più gravi. L’unica terapia per curare l’intossicazione da acqua è l’interruzione dell’idratazione, unita a terapia farmacologica diuretica.

Il consiglio d’oro è semplice: ascoltare il proprio corpo, bere soltanto quando si ha sete e ‘spalmare’ i 2 litri di acqua consigliati durante tutto l’arco della giornata. Bambini, anziani e le donne in gravidanza potrebbero avere bisogno di bere un po’ di più, ma di solito per gli altri la quantità diventa troppa quando si superano gli otto bicchieri giornalieri. In questa condizione possono insorgere nausea, mal di testa e vomito.

Un caso di overdose da acqua

Esistono anche casi, seppur rari, di overdose d’acqua, noti in medicina e legati soprattutto al mondo degli sportivi professionisti (maratoneti, calciatori, escursionisti). Questi ultimi sono più esposti al rischio, perché durante gli allenamenti e le gare ingeriscono una quantità di liquidi più elevata del normale. Non solo acqua, ma anche bevande isotoniche e mineralizzate.

Alcuni anni fa ha fatto il giro del mondo la notizia di una donna andata letteralmente in overdose da acqua. Il medico le aveva diagnosticato un’infezione alle vie urinarie, da curare bevendo molta acqua: addirittura un bicchiere ogni 30 minuti. La donna è stata ricoverata con urgenza: era in stato confusionale, tremante, aveva difficoltà a parlare e vomitava di continuo. I livelli di sodio nel sangue erano pericolosamente bassi, condizione potenzialmente fatale se non trattata tempestivamente.

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