Il termine maturità viene accostato a diversi aspetti umani: si parla infatti di maturità dello sviluppo biologico, del linguaggio, intellettiva, di giudizio e spirituale, a sottolineare il massimo livello di completezza dell’individuo. In questo senso si deve intendere anche la maturità emotiva, ovvero la capacità di essere pienamente in controllo delle proprie emozioni, comprendendole e sapendole gestire.

Maturità emotiva: cosa significa?

L’American Psychological Association (APA), definisce la maturità emotiva come:

Un livello elevato e appropriato di controllo ed espressione delle emozioni.

La maturità emotiva però non è solo questo, infatti identifica anche la capacità di comprendere le proprie emozioni, essere in grado di mostrarle in modo sano e riconoscere anche le emozioni degli altri. Alla luce di questo Jennifer Vincent, consulente per la salute mentale di Indianapolis, afferma che:

essere emotivamente maturi significa essere consapevoli di sé e della società, ovvero saper riconoscere le emozioni in sé e negli altri.

Per comprendere in concreto cosa significhi essere maturi sotto il profilo emotivo, American Behavioral Clinics, individua 10 caratteristiche chiave:

1. Flessibilità: una persona emotivamente matura è in grado di riflettere sulla situazione ed elaborare un piano B o addirittura un piano C se necessario, per poterla affrontare efficacemente non lasciando che l’ostacolo intralci il proprio obiettivo.

2. Responsabilità: se la persona emotivamente matura sbaglia non scaricherà la responsabilità delle propri azioni e scelte agli altri, bensì si guarderà dentro tramite un’auto analisi per comprendere le ragioni dei propri errori e migliorarsi.

3. Apertura mentale: soprattutto nel confronto con gli altri ci si può imbattere in opinioni anche diametralmente opposte alle proprie. Chi ha sviluppato una maturità emotiva non cercherà di avere ragione a tutti i costi nel tentativo di assumere una posizione dominante, bensì manterrà un atteggiamento di apertura per comprendere punti vista diversi.

4. Ricerca delle opportunità di crescita: un altro tratto caratteristico è la ricerca di possibili opportunità di crescita e arricchimento personale, sia che si tratti di nuove esperienze sia dell’incontro di nuove persone.

5. Mettersi in discussione: nel confronto con gli altri le persone con maturità emotiva non si sentono minacciate, bensì si mettono in discussione, sono disposte a rivalutare le proprie posizioni e si pongono in atteggiamento di ascolto.

6. Resistenza: la capacità di riconoscere le proprie emozioni negative come sconforto, tristezza, delusione, permette alla persona di riflettere sulle cause dei propri stati d’animo negativi e soprattutto di elaborare delle soluzioni per affrontare le situazioni dolorose o sgradevoli dalle quali vengono generati.

7. Calma: le persone emotivamente mature affrontano le situazioni con equilibrio e razionalità per riuscire a visualizzare le opzioni possibili e giungere ad una risoluzione positiva. Sono consapevoli del fatto che quando le emozioni prevalgono sulla razionalità, la chiarezza del pensiero si offusca e questo è limitante.

8. Autostima: la consapevolezza delle proprie emozioni fa sì che la persona maturi un senso di autostima, conscia delle proprie capacità ma anche dei propri limiti. Questo le consente di affrontare la vita con la convinzione di essere in grado di far fronte a qualsiasi situazione.

9. Approcciabilità: le persone emotivamente mature sono in grado approcciarsi facilmente agli altri grazie alla loro empatia. Questo gli consente di evitare qualsiasi giudizio sull’interlocutore mosso da preconcetti o impressioni estemporanee che possono influenzarne l’interazione e la comprensione. Risultano genuinamente interessati alle emozioni degli altri.

10. Senso dell’umorismo: Generalmente chi ha una visione chiara delle proprie emozioni e della propria persona manifesta uno spiccato senso dell’umorismo, come forma di rilascio dello stress e condivisione di momenti all’insegna della spensieratezza.

Quando si raggiunge la maturità emotiva?

Il concetto di maturità in senso generico viene automaticamente associato all’età. Ma c’è un collegamento anche per quanto riguarda la maturità emotiva? In parte.

Sicuramente l’esposizione a uno spettro più ampio di esperienze in giovane età può avere effetti maggiormente incisivi: uno studio dedicato alla maturità cerebrale degli adolescenti, ha rilevato come fumare sigarette e consumare alcolici possano incidere, non solo a livello fisico, ma anche cerebrale sullo sviluppo della corteccia prefrontale. Essa aiuta infatti a frenare i comportamenti a rischio e assume la conformazione matura attorno ai 25 anni, motivi per il quale le emozioni degli adolescenti sono spesso altalenanti e imprevedibili.

Questo però non esclude l’esistenza di adulti estremamente immaturi dal punto di vista emotivo e giovani particolarmente maturi che lo sono precocemente, pertanto non è possibile individuare l’età precisa entro la quale si raggiunge la maturità emotiva.

Il fenomeno è complesso e ci sono anche altri fattori che entrano in gioco:

Stile di attaccamento

La teoria dello stile di attaccamento elaborata dallo psicologo britannico John Bowlby suggerisce che la qualità e la forza dei legami sviluppati con le persone di riferimento durante l’infanzia, abbiano un impatto sulle relazioni vissute in età adulta. Pertanto se i genitori hanno sempre ignorato, respinto o invalidato le emozioni dei propri figli, è possibile che questi non abbiano ancora raggiunto la maturità emotiva o che abbiano difficoltà a condividere i propri sentimenti.

Al contrario, un attaccamento positivo, e quindi un rapporto dove le emozioni vengono accettate e comprese, consentirà di essere emotivamente maturi da adulti.

Arresto dello sviluppo

Quando si verifica un ritardo nello sviluppo psicologico del bambino a causa di specifiche esperienze di vita, questo è noto in psicologica come sviluppo arrestato. Il fenomeno può essere ricondotto a traumi o esperienze negative che continuano ad avere ripercussioni sul modo di esprimere o meno le emozioni.

Modellazione

I bambini imparano attraverso l’imitazione dei comportamenti che vedono in chi li circonda, quindi può succedere che da adulti consolidino quegli stessi atteggiamenti più o meno repressivi nei confronti dell’espressione delle emozioni.

Relazioni extra familiari

Genitori e familiari non sono gli unici legami che influenzano la maturità emotiva, perché anche le relazioni con amici, colleghi, superiori, conoscenti hanno un peso. Infatti ci si confronta giornalmente con modi di esprimere le emozioni, reazioni e comportamenti diversi dai propri e a volte anche particolarmente sfaccettati.

I vantaggi della maturità emotiva

Una persona emotivamente matura è in grado di decidere consapevolmente del proprio futuro accettando che possa succedere che le cose non vadano sempre come previsto perché non si può avere tutto sotto controllo. La maturità emotiva è una risorsa preziosa perché consente alla persona di aprirsi alle esperienze del mondo, carpendo degli insegnamenti utili dalle situazioni più disparate, soprattutto quelle più difficili e inaspettate.

Oltre alla spinta all’automiglioramento, nei momento di difficoltà spicca l’intraprendenza ad affrontare la sofferenza in modo produttivo, senza lasciarsi sprofondare completamente nel dolore e cercando attivamente delle soluzioni, delle strategie per andare avanti.

Un individuo che dimostra maturità emotiva ha in genere un forte senso di sé non basato sull’ego: onestà, gratitudine e ottimismo, così come la capacità di fermarsi a riflettere prima di agire, di stabilire limiti sani e ragionevoli e di notare le proprie emozioni e i propri bisogni sono tutti benefici non solo nei confronti di sé stessi, ma anche nel rapporto con gli altri. Infatti essere consapevoli delle proprie emozioni, comprenderle e gestirle, è utile nello stabilire relazioni interpersonali genuine e improntate all’empatia, con una conseguente comprensione maggiore dell’altro.

Come raggiungerla e migliorarla

Raggiungere e migliorare la propria maturità emotiva porta dei benefici, ma come fare? Ecco 4 consigli:

Scrivere un diario emotivo

Scrivere un diario emotivo, ovvero fare journaling, è un modo utile per imprimere sulla pagina le proprie emozioni cercando di dargli un nome, grazie a un processo riflessivo che porta a una consapevolezza maggiore di sé stessi e dei rapporti instaurati con gli altri.

Stabilire confini sani

Essere emotivamente maturi significa anche non permettere agli altri di oltrepassare i propri confini. Se ad esempio il partner esige costantemente attenzioni, stabilire un limite significa non sacrificare costantemente la propria dimensione personale, gli spazi e i tempi che ci si è ritagliati. L’empatia non deve trasformarsi in servilismo.

Ascoltare il proprio corpo

Le emozioni possono risultare meno intimidatorie, soprattutto per chi le ha sempre represse, se si assume che il corpo le assorbe e le esprime mandandoci dei segnali. Restare in ascolto del proprio corpo è molto utile per riuscire a notare, interpretare e poi gestire le emozioni.

Aprirsi alle emozioni altrui

Per migliorare e sviluppare la maturità emotiva è importante avere un atteggiamento aperto sia nei propri confronti che verso le emozioni di chi ci circonda. Reagire in modo giudicante alle espressioni emotive altrui non serve a nulla, fermarsi per un momento e cercare di comprendere cosa le ha scatenate diventa un esercizio utile per entrare in empatia con quella persona e capire al contempo sfaccettature emozionali diverse dalle proprie.

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