Non sottovalutiamo il Long Covid, che colpisce soprattutto le donne
Scopriamo cosa si intende per Long Covid e quali sono le opinioni dei ricercatori. Donne e giovani i soggetti più a rischio.
Scopriamo cosa si intende per Long Covid e quali sono le opinioni dei ricercatori. Donne e giovani i soggetti più a rischio.
C’è ancora molto che non sappiamo sul Coronavirus. Un nuovo studio dei ricercatori del King’s College di Londra, utilizzando i dati dell’app COVID Symptom Study, ha mostrato che una persona su 20 infetta da COVID-19 rischia di soffrire di sintomi per oltre 8 settimane. Ciò sta portando ricercatori e medici a parlare di “Long Covid“, ovvero la condizione di coloro i quali sembrano di non guarire del tutto dal Covid-19.
Il team londinese, nello specifico, ha scoperto che le persone anziane, le donne e le persone che presentavano il maggior numero di sintomi nella prima settimana, hanno possibilità più elevate di sviluppare il Long Covid.
Il dibattito scientifico è in corso. La guarigione da Covid non sembra essere così facile come sembra.
Il Long Covid, difatti, è il termine utilizzato per descrivere le persone che continuano a soffrire di sintomi da Covid-19 oltre il periodo di due settimane in cui si ritiene il virus li colpisca. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato il periodo di due settimane come tempo sufficiente per consentire al virus e ai suoi sintomi di presentarsi e scomparire, ma gli studi scientifici stanno rivelando che esistono casi in cui i sintomi persistono ben oltre questa finestra temporale.
I “postumi” della malattia stanno rivelando che, anche chi ha contratto l’infezione in forma lieve, continua ad accusare sintomi debilitanti dopo molte settimane, anche dopo essere risultato “negativo”.
Il Covid Symptom Study, condotto dal Professore di epidemiologia genetica, Tim Spector, del King’s College di Londra, che si è avvalso dell’utilizzo di un’app di auto-segnalazione realizzata dall’azienda ZOE che potete visionare qui, ha coinvolto più di 4 milioni di cittadini britannici. L’app è stata utile a tracciare e monitorare i sintomi nel tempo, dal 24 marzo 2020.
La dottoressa Claire Steves, accademica e ricercatrice del King’s ha dichiarato:
“È importante utilizzare le conoscenze acquisite dopo la prima ondata della pandemia per ridurre l’impatto a lungo termine della seconda. Ciò dovrebbe aprire la strada a sperimentazioni. Grazie alla registrazione dei sintomi, questa ricerca potrebbe già aprire la strada a strategie di prevenzione e trattamento per il Long-COVID.”
Dalla ricerca è emerso, sorprendentemente, che le persone più colpite da Long Covid sono proprio le donne, con il 50% di probabilità in più rispetto agli uomini. Inoltre, colpisce circa il 10% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 49 anni, e il 22% degli ultra 70enni.
Interessante notare che il peso corporeo gioca un ruolo fondamentale: le persone che sviluppano i sintomi da Long Covid hanno un BMI medio leggermente più alto rispetto ai pazienti totalmente guariti.
Nei primi mesi della pandemia, poca attenzione è stata dedicata ai pazienti infetti, ma che non mostravano sintomi così gravi da richiedere un ricovero. Oggi la scienza continua a fare passi in avanti. Il British National Institute for Health Research (NIHR) ha classificato quattro forme di Long Covid, che potrebbero nascondersi in quattro diverse sindromi:
Nello specifico, si sono classificati anche i sintomi dei pazienti infetti da Long Covid:
Ci sono altri sintomi, invece, meno comuni che devono essere ancora confermati dagli studi, come problemi di udito, problemi cognitivi e la perdita di capelli.
Attualmente non esiste una cura. Ciò che sappiamo è che il Covid-19 non sembra essere una comune influenza e, soprattutto, non è una malattia lineare, che ha una fase acuta e poi una fine. Il percorso di ricerca per fare chiarezza sul “Long Covid” a livello scientifico si preannuncia lungo, ma è necessario che venga approfondito sempre di più.
Curiosa per natura, vorace consumatrice di serie tv e formata nel carattere dai libri di Oriana Fallaci, amo convertire tasti in parole. Ad oggi lavoro come Social Media Manager e Web Content Specialist per Insem Spa e collaboro con...
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