Fame nervosa ovvero psico-somatica. Tu di che gusto sei?

Non si ha fame solo quando il nostro corpo richiede energia. Spesso sono fattori psico-somatici a indirizzarci verso un determinato tipo di cibo, per soddisfare dei bisogni inconsci. Ad ogni gusto corrisponde un carattere... tu quale sei?

Ansia, noia, rabbia, frustrazione, nervosismo inducono in noi sensi “di vuoto” e sensi di fame.
Tu che fame hai? fame di noia? Fame di fame? O fame d’amore?

Il gusto della tavola per alcuni di noi è un piacere irrinunciabile ed è ormai risaputo che tutto viaggia in relazione alle nostre emozioni.
Positive, negative, effimere, costanti… e il cibo che ricerchiamo sembra delineare la nostra personalità.
Tentazioni irresistibili, a cui cediamo con sensi di colpa, senza renderci conto che da una parte la nostra emotività, dall’altra l’azione esplicata dal cibo sul nostro sistema nervoso, determina l’inizio di un rapporto amore-odio con il cibo e il nostro peso corporeo.
Quando la ricerca di cibo compensa uno stato emotivo e non risponde a un bisogno fisico è meglio arginarla…

Relazione cibo-sistema nervoso: 
Mi piace definirla reazione di: accumulo-elaborazione-risposta esterna con funzione psico-emotiva/somatica.
E’ come possedere due cervelli strettamente correlati , collegati e produttori di una serie di ugual molecole.
Uno sta in alto e l’altro sta in basso:  apparato digerente & sistema nervoso, collegati mediante il nervo vago, diventano il “cervello della testa” e “dell’addome”, dove  il cervello accumula i pensieri e lo stress, per poi inviarlo allo stomaco. Si influenzano a vicenda, influenzano il nostro umore e iniziano a produrre molecole ormonali specifiche (cortisolo, adrenalina,serotonina) scatenando fame nervosa e compulsiva.

Permettono inoltre la manifestazione di malattie psicosomatiche (colon irritabile, gastrite, ulcere) e difficoltà di dimagrimento in chi segue regimi ipocalorici.
La fame nervosa è la cosiddetta “fame emotiva”… perchè ricerchiamo carboidrati/dolci/salatini quando siamo giù di corda?
Qualcuno affermò che la pulsione più forte dell’essere umano non è il sesso, ma bensì la fame!

I momenti critici sono rappresentati da:

  • attacchi di fame frequenti, in particolar modo la sera, durante i momenti di relax, e in assenza di particolari ragioni;
  • ricerca di pezzi di formaggio, dolcetti patatine per divorarle quasi senza gustarle;
  • una sorta di sollievo post-pasto e in qualcuno associato a un senso di colpa successivo.

La spiegazione della gratificazione immediata pare sia racchiusa nel “ricordo” infantile di quando in fase neonatale succhiavamo il latte o quando per sedare un pianto ci veniva dato il ciuccio. Quindi ingerire, sembrerebbe un meccanismo istintivo per sentirsi meno soli e protetti, facendo diventare il cibo il compenso di uno stato emotivo.
La fame compulsiva generalmente è sempre rivolta a cibi particolarmente grassi, calorici e poco sani e difficilmente si risolve con una mela.
Oltre la spiegazione emotiva, il desiderio del cibo risiede soprattutto in una risposta ormonale: i bassi livelli di serotonina.

Quando questa sostanza non è presente a livelli adeguati, nel nostro inconscio nasce il desiderio di cibi che entrino velocemente nel sangue sotto forma di zuccheri, come ad esempio i carboidrati ad alto indice glicemico(IG)- (dolci, pane bianco, pasta, patatine, cracker….) che innalzano i livelli di insulina e serotonina.
Quindi cerchiamo e mangiamo questi alimenti per sentirci meglio !
Purtroppo la sensazione di benessere è temporanea, non più di 1 ora.
Per provarla nuovamente, il nostro cervello ci forza a un livello subcosciente a mangiare cibi che innescano la reazione.
La sensazione del benessere è effimera, mentre le calorie in eccesso persistono.

Come possiamo gestire questi attacchi? Oltre alla consueta ricerca delle cause emotive della fame compulsiva, sarebbe anche utile conoscere le proprietà e usi terapeutici dei nostri cibi/erbe, per trovare escamotage che permettano di gestire meglio i “sensi di vuoto” addominali. [banner-cantrale]

CIBI SI E CIBI NO, CONTRO GLI ATTACCHI DI FAME :

         Si

  • latte alle mandorle, banane, cioccolato (ricchi di triptofano)  buoni sia x attacchi di fame sia per essere inseriti nella dieta quotidiana come spunini e spezzafame o “spuntini consolatori”.

( 3 mandorle, ½ bicchiere di latte, 1 banana).

Perché serve proprio il triptofano?
L’insulina fa in modo che il triptofano etri nel cervelloà che poi si trasforma in serotonina à la serotonina ci fa sentire bene !

  • erbe e prodotti naturali.

Il citrus auratium e la rodiola rosea riescono a controllare la fame nervosa.
Il tiglio, la melissa, l’angelica e la passiflora aiutano a calmare gli attacchi d’ansia.
Gli integratori a base di glucomannano, gommaguar, cellulosa e inulina, invece, non venendo ben digeriti si gonfiano nello stomaco in presenza d’acqua e danno un senso di sazietà.

Inoltre tra le diverse categorie alimentari classifichiamo:

  •  Frutta: ananas, arancia, kiwi, mandarino, papaia e pompelmo.
  • Verdura: cavolo rosso, carota, cicoria, lattuga, rucola, spinaci e zucca gialla.
  • Pesce: acciuga, aringa, salmone, sardina, sgombro, tonno e trota di lago.
  • Carne: manzo, pollo, tacchino e vitello.
  • Latte e derivati: latte magro, yogurt, ricotta e fiocchi di latte.
  • I semi di girasole e di zucca: contengono sostanze dall’elevato potere saziante: ne basta un pugnetto al giorno.
  • Pepe, peperoncino, paprica, zenzero e cannella mantengono più a lungo il senso di sazietà a fine pasto.

       NO

  • snack toppo dolci e zuccheri raffinati. Provocano subito l’assimilazione, poi un repentino calo di zuccheri che spinge a consumarne altri.

Tra questi:

  •  Caramelle e dolcetti, in quanto ricchi di zucchero.
  • Prodotti da forno realizzati con farine raffinate e quindi povere di fibra, naturalmente presente nei chicci dei cereali integrali.
  • Fast-food
  • Riso e pasta raffinati
  • Bibite zuccherata (incluse quelle a zero calorie) e alcolici
  • Salumi, insaccati e alimenti grassi in genere.
  • Alimenti conservati sott’olio
  • Maionese e tutte le salse ipercaloriche
  • Patatine e snack salati
  • Carne rossa più di una volta a settimana
  • Cibi che contengono additivi, soprattutto glutammato ed edulcoranti di sintesi.

Se Gusto ed emozioni sono strettamente correlati, che personalità rappresenta la voglia compulsiva di cibi dolci o salati? E che necessità fisiologiche esprimono?

Una ricerca della Saint Xavier University (Chicago, USA), del Gettysburg College e della North Dakota State University,  sostiene che il simile ama il simile, anche tra alimentazione e psicologia.

Così, chi ama i dolci preferisce cibi dal sapore dolce delineando un legame tra personalità e gusti alimentari.

Studiando il diverso comportamento alimentare è emerso che chi amava torte e pasticcini aveva un atteggiamento più amichevole e collaborativo.
Oppure, i soggetti che si auto-qualificavano come amichevoli consumavano più cibi dolci di quelli che sceglievano cibi salati.

Inoltre  uno speciale esperimento ha evidenziato come gli amanti del dolce (nello specifico, un pezzo di cioccolato) erano più disponibili ad un lavoro non retribuito rispetto a chi puntava sul salato o chi non mangiava nulla.

 

A livello di connotazioni simboliche i vari gusti sembrano evocare stati emozionali abbastanza diversificati, come risulta dalle metafore linguistiche associate:

  • il dolce è tenero e infantile,
  • il piccante è stimolante e attivante,
  • il salato e l’acido danno una sensazione forte, che si estende anche nell’ambito dell’aggressività,
  • l’amaro è adulto, associandosi a spunti depressivi ed espiatori.

L’apprezzamento per il dolce invecesembra essere associato al fatto che tale gusto è in genere presente in alimenti ad alto potere energetico e nutritivo;

mentre quello per il salato può favorire l’assunzione di sodio e altri minerali.

Il rifiuto per l’amaro può invece essere collegato al fatto che tale gusto è tipico di molte sostanze tossiche.

Dunque rielaborando diversi studi “psico-gastronomici”, potremmo riassumere che  l’orientamento verso il gusto dolce oppure salato sembra associarsi a tratti di personalità ed a stili di vita abbastanza differenziati.

 

  1. Chi preferisce il salato si caratterizza per maggiore energia, dinamismo, estroversione, intraprendenza;
    sembra avere un atteggiamento più razionale-funzionale con l’alimentazione e ricerca stimoli forti, pungenti, decisi, vivaci;
    sembra inoltre esibire uno stile razionale i cui tratti salienti sono costituiti da decisione, sicurezza di sé, autonomia, franchezza talvolta brusca, con un “locus di controllo esterno”: tendenza a ritenere che il proprio destino sia determinato da forze esterne e non dalle proprie azioni.
    Fisiologicamente sembra che l’organismo richieda l’integro di Sali minerali e calcio.
    Infatti mangiando qualcosa ricco di Sodio, si determina il temporaneo aumento di calcio.
  2. Per contro, chi preferisce il dolce mostra più spesso una vena femminile, edonista e improntata alla dipendenza, alla ricerca di un contesto caldo e protettivo, con una certa tendenza all’introversione, al ripiegamento si di sé, alla ricerca di rapporti consolatori.
    L’alimentazione è maggiormente caricata di valenze emozionali ;
    Ricerca sensazioni intense, ma tranquille, calde, avvolgenti, spesso con una connotazione di trasgressione e regressione infantile.
    Fisiologicamente è come se il corpo avesse necessità di maggiore energia. L’alimento maggiormente ricercato si sa, è la cioccolata e pare che chi preferisce quella fondente pare che sia una persona estroversa e vivace, quasi “l’anima della festa”. Chi invece predilige il cioccolato al latte, afferma l’esperto, è solitamente una persona tranquilla, introspettiva, che adora trascorrere pomeriggi solitari in compagnia di un buon libro.
  3. Il gusto piccante per la sua forza stimola la sudorazione.Può provocare dipendenza: quando viene assunto determina infatti un aumento della pressione arteriosa, l’accelerazione del battito cardiaco e della respirazione, tutti elementi che generano una particolare propensione al suo consumo. Sembra che chi ami i cibi piccanti, ami l’ordine e detesti perdere tempo.
  4. Fame di salato e dolce nello stesso momento. Fisiologicamente pare che sia la necessità del corpo di glucosio e di sodio per funzionare correttamente. In questo caso si incontra un tipo di personalità particolare, che tende ad essere sia solitaria e introversa, sia geniale e creativa, al punto da apparire un po’ lunatica.

E voi in quale personalità vi ritrovate?

Dott.ssa Valeria Crea

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