Il concetto di “falso sé” si riferisce a una condizione psicologica in cui una persona si identifica e si presenta in modo non autentico, che non coincide con la propria natura e ai propri sentimenti e pensieri interiori.

Il falso sé può essere considerato come una maschera o un’immagine che una persona costruisce per se stessa al fine di adattarsi alle aspettative sociali, ottenendo approvazione o evitando il giudizio negativo degli altri.

Che cos’è il falso sé?

La teoria del vero sé e del falso sé è stata avanzata dallo psicoanalista britannico Donald Winnicott in una serie di articoli degli anni Sessanta, sostenendo che in ogni individuo sono presenti questi due sé e che le persone sviluppano un falso sé per proteggere quello vero, più vulnerabile.

Il vero sé si riferisce a un senso di sé stessi basato sull’esperienza autentica e sulla sensazione di essere veramente presenti e vivi. Il falso sé è una facciata difensiva, dietro la quale la persona può sentirsi vuota, con comportamenti appresi e controllati piuttosto che spontanei e genuini.

Il processo di sviluppo del falso sé secondo il dottor Winnicott ha inizio durante l’infanzia ed è collegato al modello genitoriale ideale di “madre sufficientemente buona”, ovvero che fornisce un contesto che sia facilitante per il bambino nell’esprimere liberamente il suo genuino potenziale interiore. Se la madre non si prende cura di lui la spontaneità del bambino rischia di essere soppressa dalla necessità di conformarsi ai desideri del genitore costruendo giorno dopo giorno un falso sé.

Da adulto questo disagio si manifesterà attraverso comportamenti disfunzionali, dal sentirsi non ancorati e privi di spontaneità fino a soffrire di disturbi psicologici estremi come la schizofrenia.

Il falso sé può manifestarsi in diversi modi e può essere influenzato da vari fattori, come l’ambiente sociale, la cultura, le esperienze passate e le aspettative personali, ma la costante è che la persona si allontana dalla propria autenticità, sacrificando il proprio benessere emotivo e il proprio senso di sé per adattarsi a ciò che ritiene sia accettabile o desiderabile dagli altri.

Questa discrepanza tra l’immagine esterna proiettata e la realtà interiore può causare stress, ansia, depressione e una mancanza generale di soddisfazione nei confronti della propria vita.

È importante notare che il falso sé non è necessariamente una scelta consapevole, ma spesso si sviluppa come una strategia di adattamento inconscia per affrontare le sfide sociali e per proteggere se stessi da possibili ferite emotive, ma non solo. Lo sviluppo del falso sé sarebbe spesso fomentato dai coetanei e dalla famiglia: come ha rilevato uno studio essi possono far dipendere alcuni aspetti del loro amore, della loro amicizia o del loro sostegno da determinate scelte dell’individuo. Questo può portare molte persone a sacrificare i propri desideri autentici pur di compiacere le aspettative altrui.

Un’altra ricerca ad esempio, avvalora questa dinamica indicando che molte persone fanno scelte che possono danneggiare la loro salute mentale nel tentativo di adattarsi: i dati suggeriscono che l’uso di alcol e l’abuso di droghe nei giovani spesso derivano dalla pressione sociale dei coetanei e dall’aspirazione a far parte del “gruppo figo”, piuttosto che dal desiderio profondo di usare queste sostanze.

Come riconoscerlo

Riconoscere il falso sé può essere un processo complesso e richiede un’onesta auto-riflessione. Ecco alcuni suggerimenti che possono essere utili per identificarlo:

  • Essere consapevoli delle discrepanze interiori: Prestare attenzione ai momenti in cui ci si sente in conflitto interiore, quando le proprie azioni, le parole o le immagini di sé stessi che vengono proiettate non corrispondono ai propri sentimenti o alle vere intenzioni. Questa discrepanza può essere un segnale che si sta vivendo un falso sé.
  • Osservare i pattern comportamentali: Fare attenzione ai modelli di comportamento che vengono ripetuti costantemente nelle diverse situazioni sociali o relazionali. Chiedersi se si sta agendo in modo coerente con la propria natura o se invece si sta adottando un determinato comportamento solo per compiacere gli altri.
  • Esplorare i propri sentimenti: Prendersi del tempo per riflettere sui propri sentimenti e chiedersi se si stanno nascondendo o reprimendo determinate emozioni per adattarsi a un’immagine o a un’aspettativa esterna, è un altro passo utile per capire se si sta vivendo un falso sé.
  • Ascoltare il proprio corpo: Il proprio corpo può essere un indicatore prezioso del falso sé. Osservare se si prova tensione, disagio o uno squilibrio interiore quando ci si presenta in un certo modo o quando si agisce in modo incoerente con la propria autenticità. Il proprio corpo potrebbe reagire negativamente quando non si è allineati con il vero sé.
  • Chiedere feedback sinceri: Rivolgersi a persone di fiducia, come amici intimi o professionisti nel campo della salute mentale, e chiedere loro un feedback sincero sulla propria autenticità è un altro suggerimento utile per comprendere se si si sta rispettando il vero sé. Spesso gli altri possono percepire incongruenze tra ciò che si mostra e ciò che realmente si è, pertanto il loro punto di vista può fornire una prospettiva preziosa.

I rischi e le conseguenze

Il falso sé può comportare diversi rischi e conseguenze negative per la persona che lo vive. Ecco quali sono i principali:

Mancanza di autenticità

Vivere un falso sé significa non essere veramente se stessi. Ciò può causare una profonda mancanza di autenticità e un senso di disconnessione dal proprio vero sé. La persona può sentirsi come se stesse interpretando un ruolo nella propria vita, sacrificando le proprie esigenze e desideri autentici per adattarsi alle aspettative degli altri.

Stress e disagio emotivo

Mantenere una maschera o un’immagine fittizia richiede un notevole sforzo emotivo. La persona può sentirsi costantemente sotto pressione per mantenere l’apparenza del falso sé e nascondere i propri sentimenti e le proprie emozioni autentiche. Questo può causare un aumento dello stress, dell’ansia e del disagio emotivo.

Mancanza di intimità nelle relazioni:

Il falso sé può ostacolare la capacità di creare relazioni intime e autentiche. Quando una persona non si mostra veramente, gli altri potrebbero avere difficoltà a connettersi con la sua vera essenza. Ciò può portare a relazioni superficiali o insoddisfacenti in cui la persona non si sente veramente compresa o accettata.

Perdita del senso di sé

Vivere un falso sé può portare la persona a confondersi su chi sia realmente, poiché si è abituata a presentare un’immagine che non rispecchia la propria identità interiore. Ciò può causare una sensazione di vuoto, di incoerenza e di perdita di direzione nella vita.

Mancanza di soddisfazione e realizzazione personale

Quando una persona vive un falso sé può avere difficoltà a raggiungere la vera soddisfazione e realizzazione personale. Poiché le proprie azioni e scelte sono dettate da ciò che si crede sia accettabile o desiderato dagli altri, la persona potrebbe non perseguire i propri veri obiettivi e desideri. Ciò può portare a un senso di insoddisfazione e mancanza di realizzazione personale nel lungo termine.

Cosa fare se il falso sé diventa patologico

Quando il falso sé assume una forma patologica diventa estremo e pervasivo e può causare significativi disturbi nella vita di una persona. In queste situazioni è importante prendere delle misure per affrontare il problema.

Una prima azione consigliata è quella di rivolgersi a un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, inoltre, è fondamentale iniziare un processo di auto-esplorazione cercando di comprendere le radici profonde del falso sé patologico. Questo implica riflettere sui modelli comportamentali, le convinzioni e le esperienze personali che hanno contribuito a sviluppare questa modalità di presentazione di sé.

Lavorare sulla fiducia in se stessi è un altro passo importante, dato che il falso sé spesso riflette questa mancanza e il timore di non essere accettati per ciò che si è realmente. È possibile sviluppare maggiore fiducia in se stessi attraverso l’esplorazione delle proprie qualità positive, il rafforzamento dell’autostima e l’assunzione di piccoli rischi per essere più autentici nelle interazioni sociali in modo graduale, magari in contesti sicuri e con persone fidate.

Costruire relazioni autentiche con persone che accettano e supportano il vero sé può fornire un ambiente sicuro per essere se stessi senza paura di essere giudicati o rifiutati. Durante il percorso di guarigione dal falso sé patologico è fondamentale praticare l’autocompassione, riconoscendo che il falso sé è stato un meccanismo di protezione e adattamento.

Questo processo richiede tempo, impegno e sostegno, ma con l’aiuto di un professionista e l’impegno personale, è possibile intraprendere un cammino di guarigione verso la riconciliazione con il proprio vero sé.

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