Stanchezza, sopraffazione, malessere: chi soffre di esaurimento emotivo prova la sensazione di non farcela più, di non avere più energie, e si abbandona a un’inerzia che può trasformarsi in totale passività. Conoscere i fattori di rischio è il primo passo per evitare di esserne colpiti: la regola fondamentale è ricordarsi che nessuno è perfetto.

Cos’è l’esaurimento emotivo?

L’esaurimento emotivo è uno stato psicosomatico che viene raggiunto in seguito a uno sforzo eccessivo. In questo caso parliamo di uno smodato farsi carico di conflitti, responsabilità o stimoli di tipo emotivo o cognitivo. Nello specifico, spiega il portale Guidapsicologi.it,

si riferisce alla sensazione percepita dal soggetto di non farcela più, di aver esaurito le risorse per far fronte alle richieste dell’ambiente che lo circonda, e di sentirsi sopraffatto.

Non si arriva all’esaurimento emotivo improvvisamente, ma si tratta di un processo che si incuba lentamente, finché la persona non crolla. Questa rottura immerge il soggetto in uno stato di paralisi, di depressione profonda o di malattia cronica.

Nonostante l’esaurimento emotivo si sperimenti come stanchezza mentale, di solito è accompagnato da un enorme affaticamento fisico. Quando sopravviene, subentra una sensazione di pesantezza, di impossibilità a procedere. Si cade, quindi, in un’inerzia dalla quale è difficile uscire.

Le cause dell’esaurimento emotivo

Non esiste un’unica causa dell’esaurimento emotivo, ma piuttosto una serie di fattori di rischio che possono esporre più o meno al rischio di andare incontro a questo tipo di sopraffazione emotiva. Non è detto, tuttavia, che chi non li presenta non possa essere affetto da questa patologia.

Condizioni di lavoro che richiedono alti livelli di impegno e attenzione, difficoltà della persona a disconnettersi, mancanza di risorse sociali, scarsa rete di supporto sociale, mancanza di strategie per affrontare lo stress o gestire i conflitti.

Sono tutti elementi che possono trasformarsi in potenziali fattori di rischio. Secondo alcuni studi, addirittura, alcune professioni (come quelle sanitarie o legate al servizio clienti), sarebbero potenzialmente più “pericolose” in quest’ottica. Alcune persone, infatti, sono più esposte al rischio di soffrire di esaurimento emotivo, spiegano ancora gli esperti:

Il soggetto più esposto al rischio di soffrire di esaurimento emotivo è solitamente qualcuno che non ha tempo per se stesso e non riceve riconoscimento, affetto o considerazione sufficiente. Di solito sono individui da cui tutti si aspettano che siano sempre presenti e che mettono da parte i loro problemi per fare spazio a quelli degli altri. Per questo motivo le persone si relazionano con essi come se fossero esenti da preoccupazioni. Si tratta infatti di individui che vengono percepiti come invincibili, più forti degli altri, capaci di resistere a qualsiasi cosa. Non a caso, l’auto-esigenza è spesso causa di esaurimento psicologico.

I sintomi dell’esaurimento emotivo

Prima che compaia l’esaurimento emotivo vero e proprio si presentano alcuni sintomi che lo annunciano. Si tratta di segnali ai quali troppo spesso non diamo molta importanza. Se gliela dessimo, infatti, potremmo prendere dei provvedimenti in tempo.

I sintomi dell’esaurimento emotivo, infatti, possono essere facilmente confusi con altri tipi di malessere o patologie. La persona che ne è affetta

si sente stanca, perde la voglia di fare, è più irritabile o ha sbalzi d’umore improvvisi, subisce una perdita di concentrazione e inizia a notare sintomi di malessere fisico come ad esempio mal di testa, disturbi del sonno (voglia di dormire molto, dormire poco, non riuscire ad addormentarsi, risvegli notturni), problemi gastrointestinali (diminuzione o aumento dell’appetito, problemi di digestione).

Questo si riflette negativamente su vari aspetti della vita di tutti i giorni, come un rendimento scolastico o lavorativo inferiore, difficoltà nei rapporti interpersonali (con il partner o, ad esempio, con i colleghi), fino all’abbandono di attività piacevoli come lo sport e a disturbi alimentari, in cui abbuffate o digiuni si sostituiscono a una sana alimentazione.

Non solo: oltre alla stanchezza fisica, all’insonnia e alla mancanza di motivazione, possono presentarsi:

  • Collericità: si è di frequente infastiditi e si perde l’autocontrollo. La persona esaurita è di cattivo umore e troppo sensibile a qualsiasi critica o gesto di disapprovazione.
  • Distaccamento affettivo: le emozioni cominciano a essere sempre più piatte. Come se, in realtà, non si provasse praticamente nulla.
  • Dimenticanze: si dimenticano con molta facilità le cose di minore importanza.
  • Difficoltà a pensare: la persona si sente facilmente confusa. Ogni attività le genera un maggiore spreco di tempo rispetto a prima.

Esaurimento emotivo: come uscirne

Anche nel caso dell’esaurimento emotivo vale la regola “prevenire è meglio che curare”. Ci sono una serie di elementi che funzionano come fattori protettivi:

  • Sviluppare strategie per gestire lo stress o il conflitto.
  • Saper analizzare i problemi, essere in grado di proporre diverse opzioni di soluzione, ecc.
  • Accettare che la frustrazione fa parte della vita. Quando vogliamo fare qualcosa e non possiamo o non otteniamo i risultati attesi, è probabile che ci sentiamo frustrati.
  • Accettare questa sensazione come parte del processo senza perdere di vista il nostro obiettivo ci protegge dal burnout.
  • Svolgere attività ricreative e piacevoli che aiutino a generare emozioni positive.
  • Rete di supporto sociale, amici, famiglia.

Come abbiamo visto, però, spesso ci si accorge troppo tardi dell’esaurimento emotivo, dopo aver ignorato i sintomi troppo a lungo. In questo caso, per evitare nel circolo vizioso che porta a un’intensificazione dei sintomi e del malessere, è necessario prima di tutto riposare.

Occorre trovare del tempo libero per se stessi, per stare tranquilli e rilassarsi. Per esempio, le persone che pretendono troppo da se stesse passano diversi anni senza andare in vacanza. Questo non va fatto. Prima o poi ciò causa solo stanchezza e sfinimento. Sarebbe una buona idea prendersi qualche giorno da dedicare al proprio benessere.

Un’altra soluzione è esercitarsi per costruire un atteggiamento diverso nei confronti dei compiti quotidiani. Ogni giorno devono esserci momenti da dedicare agli impegni e altri per riposarsi e realizzare le attività che risultino gratificanti, cercando di mettere da parte la ricerca della perfezione a ogni costo.

È fondamentale, infatti, capire che fermarsi non è un fallimento ed evitare di essere troppo duri con se stessi, ricordando che nessuno è perfetto o sa fare sempre tutto bene al 100%.

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