Negli ultimi anni si è sentito molto parlare della dieta del gruppo sanguigno, che promette un netto miglioramento del benessere e dello stato di salute, non essendo una dieta nel senso stretto del termine, quanto piuttosto un regime alimentare volto a sfruttare la correlazione tra alimentazione e sistema immunitario in base al gruppo sanguigno, e alla conseguente scelta di alimenti freschi e naturali selezionati in base alle proprie caratteristiche ematiche. Ideato qualche decennio fa dal naturopata americano James D’Adamo, ripreso in seguito dal figlio Peter, recentemente nel nostro paese è stato il dottor Mozzi, un medico piacentino convinto sostenitore del regime alimentare ideato da D’Adamo, a portarlo in auge. Ma molti sono i dubbi e le perplessità legate all’effettiva efficacia del regime, quindi chiariamo subito cosa pensi l’AIRC a proposito.

La dieta del gruppo sanguigno: il parere dell’AIRC

Come si legge chiaramente sul sito dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, è molto importante conoscere il proprio gruppo sanguigno, ma da un punto di vista strettamente medico. Non è mai stato dimostrato un legame tra uno specifico gruppo ed effetti dei cibi sulla salute. Allo stesso modo, non ci sono studi speficici, né revisioni sistematiche della letteratura che abbiano comprovato l’esistenza di benefici basati sulla diversificazione della dieta rispetto al proprio gruppo sanguigno. Chi – e capita, naturalmente – asserisce di sentirsi meglio seguendo questo regime alimentare, lo fa perché verosimilmente modifica la propria alimentazione quotidiana, rendendola più simile a quella che gli esperti considerano una dieta salutare, indipendentemente dal tipo di gruppo sanguigno.

Il gruppo sanguigno è determinato dai geni ereditata dai genitori, e sono una caratteristica immutabile. Gli studi di nutrigenomica (la scienza che studia il rapporto fra genoma e dieta) e di nutrigenetica (la scienza che valuta in che modo i geni di ognuno di noi reagiscono alle molecole presenti nei cibi) hanno mostrato che il cibo che mangiamo può avere molti effetti diversi sul DNA, ma ridurre le variabili sul tema ai 4 gruppi sanguigni è piuttosto limitato. Le nostre caratteristiche individuali, tali da influenzare la relazione con gli alimenti, sono molto più numerose, e non collegate in maniera diretta al gruppo sanguigno.

La dieta dei gruppi sanguigni è considerata inattendibile dalla medicina, perciò le teorie pronunciate da Adam in Eat Right 4 Your Type, il libro pubblicato ormai più di 20 anni fa, non hanno riscontri oggettivi validi e confronti sottoposti al giudizio della comunità scientifica con il metodo cosiddetto della “revisione tra pari” (peer review).

C’è di più: una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel 2013 sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition stabilisce che non esistano “prove fattuali a sostegno dei presunti benefici della dieta dei gruppi sanguigni sulla salute”. Tesi suffragata da uno studio, condotto l’anno successivo su quasi 1.500 persone, pubblicato sulla rivista Plos One: seguendo un regime alimentare in base a un determinato gruppo sanguigno si possono avere benefici per la salute indipendentemente dal gruppo sanguigno stesso. Ad esempio, seguendo una dieta ricca di frutta e verdura (quella consigliata alle persone di gruppo A) si migliorano i fattori di rischio cardio-metabolici, ma lo stesso miglioramento è osservato anche in chi segue questa dieta nonostante sia di gruppo B, o di qualsiasi altro gruppo. Infine, nel 2018, sul Journal of Nutrition è stato pubblicato un ennesimo studio riguardante le persone in sovrappeso, quindi con maggior rischio cardiovascolare rispetto alla popolazione generale, che hanno evidenziato miglioramenti in parametri importanti per cuore e vasi, come misure migliori di pressione sanguigna o di girovita, senza alcun legame con il gruppo sanguigno.

Fatta questa piccola, ma necessaria premessa, vediamo come funziona la dieta del gruppo sanguigno, con la nuova considerazione che abbiamo di essa, quindi con tutte le cautele del caso.

Come funziona la dieta del gruppo sanguigno

Dieta del gruppo sanguigno
Fonte: womansday.com

La dieta si basa sull’osservazione che gli stessi alimenti incidono in modo diverso su persone diverse: per alcune sono benefici e per altre invece fanno insorgere intolleranze e allergie. Qual è la spiegazione? La risposta, secondo i fautori della dieta, è nel sistema immunitario, strettamente legato al gruppo sanguigno, con cui condivide delle sostanze chiamate antigeni. A tal proposito James D’Adamo ha dichiarato:

Sono fermamente convinto che non esistano sulla faccia della terra due persone identiche; nessuno che abbia le stesse impronte digitali, labiali o vocali. E neppure due fili d’erba o due fiocchi di neve sono uguali. Visto che tutti gli individui sono diversi l’uno dall’altro, non ritengo logico che essi debbano nutrirsi allo stesso modo. Poiché ciascuno di noi “abita” un corpo dotato di punti di forza e debolezza differenti e di diversi fabbisogni nutrizionali, per conservare la salute e per combattere le malattie è indispensabile tenere conto di queste peculiarità.

Nel corso dell’evoluzione l’organismo dell’uomo si è adattato a grandi variazioni di clima e alimentazione, che gli hanno permesso di meglio adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente e di sopravvivere. Questo ha modificato anche il sistema immunitario e mutato e diversificato gli antigeni ematici. C’è poi l’interazione del cibo con il sistema immunitario: negli alimenti sono contenute le lectine, delle particolari proteine che reagiscono in modi differenti con i singoli antigeni del sistema immunitario creando delle infiammazioni quando c’è incompatibilità.

Da questa osservazione James D’Adamo ha testato gli effetti delle lectine sui vari gruppi sanguigni cercando di individuare quindi gli alimenti compatibili e incompatibili con gli antigeni contenuti nei vari gruppi.

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Vediamo ora quale sarebbe, secondo il parere di D’Alamo, la dieta più adatta a ciascun gruppo sanguigno.

Dieta del gruppo sanguigno per i 4 diversi gruppi

Per ognuna della quattro tipologie ematiche (0, A, B, AB) ci sono delle specifiche indicazioni di alimentazione con consigli di cibi compatibili e di quelli che invece possono arrecare delle difficoltà digestive.

Gruppo 0

Questo è il gruppo sanguigno più antico, è quello che apparteneva alla prima stirpe di uomini cacciatori: chi appartiene a questo gruppo avrebbe un alto tasso di reattività del sistema immunitario e un apparato digerente robusto che consente facilmente la digestione di proteine animali. Per questo la dieta del gruppo sanguigno 0 prevede un’alimentazione ricca di proteine animali (carne rossa in primis), legumi e verdure, abbinata a un’intensa attività fisica. Sono invece mal tollerati latticini e cereali con glutine (pare che le sue lectine interferiscano con l’attività dell’insulina che può causare aumento del peso e nel lungo periodo alla comparsa del diabete).
Per D’Alamo, il gruppo 0 reagisce allo stress in modo rapido e istintivo, proprio come gli antenati cacciatori sempre in contatto con situazioni di pericolo dove dovevano reagire con tempestività. Lo stress si concentra nei muscoli: ideali quindi sport ad alta intensità aerobica, pesistica e arti marziali.

Gruppo A

Questo gruppo fa la sua comparsa dopo lo sviluppo delle prime antiche comunità agricole: l’organismo tende ad essere più portato alle infezioni e il sistema digerente mal sopporta le proteine animali. L’alimentazione ideale dovrebbe prevedere frutta, verdura, uova, pesce. La carne rossa viene assimilata male e immagazzinata sotto forma di grasso, anche i latticini sono mal tollerati. Chi ha il gruppo sanguigno A spesso soffre più di stress di tipo mentale ed emotivo che può causare ansia e irritabilità. Ideali quindi le discipline come yoga e fit walking.

Gruppo B

Gruppo sanguigno originario dalle tribù nomadi dell’Asia, le persone di questo gruppo hanno un sistema immunitario piuttosto forte ma possono riscontrare malattie autoimmuni come il lupus. La dieta può essere molto varia, a parte una facile intolleranza verso il glutine. Chi appartiene al gruppo B gestisce abbastanza bene lo stress ma in caso di affaticamento fisico e mentale le attività migliori a cui dedicarsi sono il nuoto e il trekking.

Gruppo AB

È il gruppo sanguigno più giovane, risultato dall’unione dei gruppi A e B e di questi ne eredita alcune caratteristiche. Chi è di questo gruppo ha un sistema immunitario resistente e un apparato digerente forte: presenta una difficoltà di digestione per la carne rossa (come il gruppo A) e probabili intolleranze a frumento, grano saraceno e granturco (come il gruppo B).
Riguardo lo stress, come per il gruppo A, i soggetti AB vengono colpiti emotivamente, sono quindi consigliate tutte le discipline che favoriscono il rilassamento.

La dieta del dottor Mozzi

Dieta del Dottor Mozzi
Fonte: Amazon

La dieta del Dottor Mozzi, così si intitola il libro del medico piacentino che promuove la dieta del gruppo sanguigno: c’è stato fin dalla pubblicazione un boom di vendite, sembrerebbero essere molte le persone soddisfatte dei risultati ottenuti seguendo questo regime alimentare, sia in termini di perdita di peso che di qualità di benessere generale. Bisogna ricordare però, come scritto prima, che riconoscere gli effetti di un cambiamento alimentare non comporta automaticamente riconoscere la validità delle differenze in base al gruppo sanguigno.

Mozzi si autodefinisce “dottore secondo natura” e in un articolo pubblicato su Il Giornale possiamo leggere che ha dichiarato:

Mai indossato il camice bianco in vita sua, mai prescritto un farmaco ai malati o a se stesso, mai avuto un ambulatorio, mai messo piede in ospedale (“solo nel 1974, al San Raffaele di Milano, ma da studente”)

Mozzi conduce una vita spartana a Le Mogliazze, un piccolo borgo della Val Trebbia, Appennino piacentino. Vive lì dal 1974 con sua moglie e i suoi due figli e lì possiede un frutteto, un orto, delle api e un gregge di 50 pecore. Nonostante la sua formazione scientifica Mozzi è un medico fuori dagli schemi e nonostante il suo percorso di studi ecco cosa pensa sulla medicina classica:

Anziché indagare sulle cause delle malattie, i medici rimuovono tonsille, adenoidi e appendici, cioè le pattumiere del corpo umano, senza capire che quegli organi sono i primi custodi della nostra salute. Nessuno che indaghi sul cibo. I governanti non hanno capito che l’Occidente va a ramengo per colpa delle diete sbagliate. Basterebbe che un terzo dei malati bisognosi di cure stessero meglio e avremmo soldi per tutto, dalle pensioni al lavoro giovanile. La crisi economica cesserebbe subito.

Cosa pensano i medici della dieta del gruppo sanguigno

I medici sono molto scettici sull’idoneità della dieta del gruppo sanguigno, soprattutto per la mancanza di basi scientifiche, come spiegato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
In Italia ci sono sia professionisti che hanno accolto con entusiasmo questo regime alimentare sia quelli che non risparmiano le critiche, come ad esempio il dottor Enzo Spisni, ricercatore e docente di Biologia nutrizionale presso l’Università di Bologna che nella sua intervista a Vanity Fair ha dichiarato:

Il gruppo sanguigno non può essere l’unico parametro di riferimento per un comportamento alimentare. Sarebbe come salire su una montagna e sostenere che il panorama è dato da una casetta nella vallata! Ci sono moltissimi geni e fattori ambientali (fra cui fondamentale è l’alimentazione dei primi anni di vita) che influenzano in modo determinante la nostra flora batterica intestinale e, di conseguenza, il nostro sistema digerente e immunitario

Di parere diverso invece il biologo nutrizionista Roberto Mazzoli, che in un’intervista a D.Repubblica ha dichiarato:

È la più evoluta dal punto di vista scientifico perché noi mangiamo e il cibo si trasforma in sangue e c’è un nesso tra sangue e cibo. Inventata dal dott. D’Adamo, l’ho provata su molti pazienti. Non crea limiti di quantitativo ma indica cosa può far bene o meno all’organismo secondo il proprio gruppo sanguigno.

Come detto, però, l’AIRC ha portato molte prove che evidenziamo come il regime di benessere si ottenga semplicemente scegliendo un’alimentazione equilibrata e diversificata, indipendentemente che il nostro gruppo sanguigno sia A o 0. Per questo, è importante ricordarsi soprattutto quanto sia proprio la scelta di ciò che portiamo a tavola a incidere sul nostro peso (e sulle malattie legate al sovrappeso), ma a quanto pare il nostro sangue, invece, non c’entra proprio nulla.

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