Cronestesia: il nostro corpo sa ricordare e viaggiare nel tempo

Siamo davvero in grado di viaggiare nel tempo? Niente macchine volanti o "ritorni al futuro", ma il nostro cervello sa muoversi nelle fasi temporali senza problemi, e, da quanto emerge da alcuni studi, anche il corpo tende ad allinearsi a questi movimenti.

Secondo alcuni studi, noi umani saremmo in grado di viaggiare nel tempo mentalmente, grazie a un’interdipendenza tra cervello e corpo. Si parla di cronestesia, un’abilità che non tutti manifestano allo stesso modo, di “muoversi” con la mente attraverso diversi periodi del tempo, riuscendo ad immaginare il futuro e ricordare il passato.

Questo spostamento mentale comporterebbe un movimento correlato del corpo, secondo l’esito di alcune ricerche. Come funziona la cronestesia, e che implicazioni ha nell’evoluzione dell’uomo?

Cosa significa cronestesia?

Il primo a parlare di cronestesia, spiegando di cosa si tratta, è lo psicologo e neuroscienziato Tulving nel 2002, e dalla definizione dell’APA Dictionary of Psychology, si può intendere questo meccanismo come

un’abilità del cervello o della mente umana, acquisita tramite l’evoluzione, che permette agli umani di essere costantemente consapevoli del passato e del futuro.

Si tratta quindi della percezione del tempo come qualcosa di continuo, e della consapevolezza del tempo passato, dei ricordi personali, che fornisce a sua volta la capacità di pensare a un possibile futuro senza fatica. Ma un significato più ampio l’ha ottenuto dai ricercatori dell’Università di Aberdeen, in Scozia, che hanno realizzato un esperimento per chiarire meglio il rapporto tra questa percezione mentale e il movimento effettivo del corpo.

La cronestesia non si manifesta ugualmente in tutti, ed è alterata dalle situazioni in cui ci si trova. Infatti alcuni aspetti come caratteristiche fisiologiche o emotive, come la presenza di condizioni che alterano le capacità di immaginare e ricordare, come l’afantasia o la prosopagnosia. Ma anche la durata e la tipologia dell’evento da ricordare, possono condizionare il processo del “movimento temporale”.

Cronestesia: come funziona?

cronestesia
Fonte: iStock

Gli studi, pubblicati sul Psychological Science, sono stati effettuati da tre psicologi dell’Università scozzese, Lynden Miles, Louise Nind e Neil Macrae. Secondo i ricercatori, esiste una correlazione tra l’immaginazione spazio-temporale a livello mentale, e la reazione del corpo, a livello del sistema motorio e sensoriale. Si parla quasi di viaggi temporali, perché pare che mentre il cervello si sposta avanti o indietro nel tempo, il corpo tende ad “allinearsi”, con dei piccoli movimenti.

Il fenomeno è stato valutato attraverso un esperimento chiave durante la ricerca. A 20 giovani soggetti è stato attaccato un sensore di movimento al ginocchio sinistro. È poi stato chiesto loro di immaginare di viaggiare nel passato o nel futuro. I risultati sono stati che, quando un soggetto pensava al passato, il sensore tendeva a registrare un’oscillazione del ginocchio all’indietro. Quando invece si proiettava nel futuro, l’oscillazione era in avanti.

Di conseguenza, i sensori del movimento appaiono legati ai processi della memoria, che si rilevano in particolare nel lobo temporale. Siamo in grado di ricordare il passato, con la sensazione o consapevolezza certa che quel ricordo appartiene a noi. E allo stesso modo, possiamo immaginare un futuro soggettivo, facendo riferimento alle conoscenze, alle esperienze e alla percezione del tempo che passa e in cui ci muoviamo. Grazie a questa correlazione tra mente e corpo, quando viaggiamo nel tempo con il cervello, il corpo reagisce con movimenti che tentano di seguire questo “viaggio”.

Le potenzialità della cronestesia

Negli studi di Tulving, la cronestesia si colloca all’interno della ricerca sulla memoria episodica, e viene usata per conoscere meglio malattie come l’Alzheimer o la demenza. Si è visto infatti che la memoria episodica, ovvero quella relativa al ricordo di episodi fissati nel proprio passato e quindi nel tempo, è la prima a svanire quando si presentano i sintomi di patologie neurodegenerative. Ma le potenzialità della cronestesia sono anche altre, e riguardano non solo il futuro, ma anche il passato.

Durante l’evoluzione dell’uomo, la cronestesia ha dato un grande contributo alla cultura e alla società, perché ha permesso di studiare i ricordi, e dunque la storia, non più solamente in maniera semantica. Esiste una consapevolezza condivisa da tutta l’umanità, del passato e del futuro. La cronestesia unisce tutta la storia dell’umanità, grazie alla possibilità di muoversi all’interno del tempo.

Questo fenomeno permette di studiare e comprendere maggiormente anche la simbiosi tra il corpo e la mente. La psicologia da sempre riconosce un rapporto fondamentale di interdipendenza tra cervello e corpo fisico, come si dimostra nei sintomi psico-somatici relativi a traumi o problemi di natura psicologica. Il corpo segue sempre il cervello, che rappresenta il comandante che invia ordini per il movimento. Scoprire che anche viaggi temporali nella mente causano un movimento fisico è pertanto interessante, per la medicina e la psicologia.

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