4 modi per curare l'alluce valgo
Ecco cos'è l'alluce valgo, da cosa dipende, e 4 alternative diverse per curarlo.
Ecco cos'è l'alluce valgo, da cosa dipende, e 4 alternative diverse per curarlo.
Il piede è una parte estremamente delicata del nostro corpo, e alcuni problemi che presenta possono non essere puramente estetici, ma avere una vera e propria natura patologica.
Fra questi, uno dei più comuni e dolorosi è senza dubbio l’alluce valgo, una deformazione ossea che riguarda il primo dito del piede, il quale devia lateralmente in direzione delle altre dita. La deformità comporta anche una sporgenza del primo osso del metatarso, che si accompagna a un’infiammazione della cosiddetta borsa mucosa, situata alla base dell’impianto del dito, la quale può essere ripetuta nel tempo o costante.
L’alluce valgo provoca dolori, che producono un vero e proprio cambiamento a livello anatomico del piede: si viene infatti a formare quella che viene definita “cipolla”, ovvero una protuberanza a livello della prima testa metatarsale, ossia dell’attaccatura dell’alluce, che peggiora con il passare del tempo a causa del continuo sfregare dovuto al contatto con le scarpe.
È estremamente importante non trascurare l’alluce valgo, perché, se all’inizio il disturbo si manifesta semplicemente con una deviazione del primo dito del piede che si rivolge in direzione del secondo dito, con il passare dei mesi si possono notare dei cambiamenti evidenti dal punto di vista dell’allineamento delle ossa del piede; proprio per questa ragione, qualora si evidenzi un problema del genere, è assolutamente indispensabile rivolgersi al proprio medico, per avere una valutazione delle proprie condizioni e sapere quali sono i trattamenti che devono essere messi in atto per una guarigione.
Come si può riconoscere l’alluce valgo?
Le modifiche alla forma del piede associate a un dolore più o meno forte della zona interessata, a volte anche se non si sta camminando, sono i sintomi più evidenti della presenza di alluce valgo; il problema è che in molti casi nelle fasi iniziali del disturbo non si avvertono sintomi, i quali diventano palesi solo con il passare del tempo, quando il problema è notevolmente peggiorato. Bisogna fare attenzione, in particolare, ad alcuni tipi di scarpe, come quelle con il tacco alto e quelle con la punta stretta, che non si adattano al piede in maniera adeguata.
La deformazione della prima articolazione metatarso – falangea è la caratteristica più evidente del quadro clinico: questa è gonfia e provoca dolore, e non di rado può arrivare a mettere a repentaglio la dinamica del piede, se determina una limitazione funzionale.
La cute della zona interessata, inoltre, è contraddistinta da ipercheratosi, ovvero si può notare che lo strato epiteliale è più spesso della norma. L’arrossamento della protuberanza ossea che si nota sul bordo esterno del piede può spesso coinvolgere anche le altre dita, in modo particolare nell’eventualità in cui l’alluce si sovrapponga al secondo dito del piede.
La pelle si rivela callosa e dura, ma anche arrossata, gonfia e intorpidita.Non raramente l’infiammazione cronica e il dolore sono peggiorati da ulcerazioni e lesioni ossee che finiscono per rendere la condizione ancora più insopportabile.
Non bisogna dimenticare che l’alluce svolge un ruolo importantissimo nel movimento del camminare, bilanciando e spingendo in avanti. Le conseguenze locali dell’’alluce valgo si possono sintetizzare in metatarsalgie, degenerazione articolare, deformità delle dita, borsite e lussazioni; le conseguenze posturali, invece, si estendono anche al resto del corpo, e si concretizzano in rigidità delle anche, tendenza al ginocchio valgo, accentuazione della curva lombare, dolore alla faccetta rotulea interna del ginocchio e lombalgia cronica.
Le cause dell’alluce valgo, che può interessare chiunque, ma in particolar modo le donne in età matura, in molti casi sono congenite: i soggetti che hanno i piedi piatti o altri tipi di alterazioni del piede sin da quando sono bambini hanno una tendenza maggiore a sviluppare l’alluce valgo una volta diventati adulti, o raggiunta l’età senile. Nei casi di alluce valgo giovanile, inoltre, esistono dei fattori predisponenti collegati all’ereditarietà.
Oltre alle cause congenite, però, bisogna tenere in considerazione le cause secondarie o acquisite: spesso infatti responsabili dell’alluce valgo sono le scarpe non adeguate, che non rispettano la fisiologia del piede. Ciò è vero a maggior ragione per le forme infiammatorie, per quelle traumatiche e per quelle rachitiche. Tacchi, scarpe troppo strette o con la punta che fa sovrapporre le dita dei piedi fanno sì che la corretta pronazione del piede non venga rispettata, e che l’alluce sia costretto in una posizione non naturale che causa a lungo andare una condizione di dolore. Vi sono, poi, delle patologie specifiche, come la gotta e l’artrite reumatoide, che possono incidere sulla comparsa dell’alluce valgo. Altre condizioni che incidono sull’insorgenza del disturbo sono basso tono muscolare, la sindrome di Marfan, alcune patologie neuromuscolari, l’ipermobilità dell’articolazione metatarsale, alcune malattie del tessuto connettivo e la lunghezza del primo metatarso.
Uno specialista può diagnosticare anche tramite una radiografia la presenza del disturbo, tenendo conto che si può parlare di alluce valgo nel momento in cui l’angolo tra il primo e il secondo osso del metatarso non è inferiore agli 8 gradi.
I trattamenti di alluce valgo servono soprattutto a non peggiorare la situazione già esistente; vediamone alcuni.
Si possono mettere in pratica una serie di esercizi correttivi utili a contrastare l’evolversi del problema: queste attività non garantiscono una guarigione (la quale può essere garantita solo da un medico), ma rallentano l’avanzare della patologia.
Nel caso in cui la deviazione dovuta all’alluce valgo sia ancora modesta e non dolorosa, si procede a un trattamento conservativo, che consente di migliorare la qualità della vita della persona rallentando lo svilupparsi delle deformazioni. Si ricorre a cappucci in silicone che servono a tenere le dita del piede separate tra loro, evitando che l’alluce vada a sovrapporsi alle altre, e ad ammortizzare il più possibile il contatto tra l’alluce stesso e la scarpa. In alternativa, ci si rivolge a plantari correttivi che mettono la testa metatarsale, che provoca dolore, in scarico. Inutile ricordare di usare sempre calzature idonee.
Nei casi più gravi, però, la risoluzione del problema prevede un intervento chirurgico, attraverso la cosiddetta tecnica percutanea mini-invasiva, in funzione della quale l’articolazione metatarso-falangea deviata viene rimessa in asse.
Dato che si tratta di un intervento che non prevede l’uso del laccio ischemico, l’anestesia può essere effettuata localmente, attraverso un blocco loco-regionale alla caviglia. Viene eseguita un’incisione puntiforme mediale, per inserire i diversi strumenti chirurgici. Viene introdotta una fresa motorizzata ad azione abrasiva che, con movimento a tergicristallo, leviga in maniera uniforme l’esostosi, ossia la sporgenza ossea caratteristica dell’alluce valgo. L’intervento chirurgico dura circa 20 minuti ed è completato dalla realizzazione di un bendaggio correttivo che deve restare in posizione per circa 3 settimane.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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