Virus Mers, meno contagioso della Sars ma più letale: cos'è?
La Mers preoccupa per l'alto tasso di mortalità: fortunatamente non si può parlare di epidemia, ma i casi aumentano e si estendono all'Europa.
La Mers preoccupa per l'alto tasso di mortalità: fortunatamente non si può parlare di epidemia, ma i casi aumentano e si estendono all'Europa.
La Sindrome respiratoria medio-orientale, conosciuta come Mers (Middle East Respiratory Syndrome), appartiene alla stessa famiglia della più tristemente nota Sars, l’infezione virale che estendendosi dalla Cina, si allargò nel resto del mondo causando 800 vittime tra 2002 e 2006. La Mers preoccupa proprio perché si teme possa avere lo stesso decorso: per ora i casi di contagio sono contenuti e non si può parlare di epidemia, ma ci sono poche informazioni sulla via di trasmissione e i numeri di morti sono comunque in forte aumento.
Fortunatamente, il virus della Mers sembra meno trasmissibile rispetto a quello della Sars, ma più pericoloso: il tasso di mortalità è del 40% contro il 10% di quest’ultima. Da giugno 2018 a oggi la Mers ha causato 136 infezioni umane: di queste, 58 hanno portato alla morte dei pazienti. Sia l’Istituto Superiore di Sanità che lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) hanno alzato l’allerta e la sorveglianza.
Il primo caso di contagio in Italia risale al 31 maggio 2013 e ha visto coinvolto un cittadino straniero di 45 anni residente in Toscana, tornato da un viaggio in Giordania. Un’altra dozzina di casi si sono susseguiti a Firenze, ma nessuno con conseguenze gravi o mortali. La maggior parte dei casi confermati interessano Paesi mediorientali: Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi, Yemen e Libano. Casi sporadici sono stati segnalati in Tunisia, Egitto, Algeria, Malesia, Filippine USA ed Europa (Francia, Germania, Regno Unito, Olanda e Grecia).
La Sindrome respiratoria mediorientale è una malattia infettiva provocata da un virus chiamato MERS-CoV, identificato nell’uomo nel 2012 da un virologo egiziano, Ali Mohamed Zaki, studiando il caso di un uomo originario dell’Arabia Saudita morto per una misteriosa forma di polmonite. A quel primo caso ne fece seguito un altro, in Qatar, che permise di porre in relazione le due infezioni e iniziare a studiare il fenomeno.
Il virus appartiene ai coronavirus, quelli che interessano sia gli animali che l’uomo. Stando a quanto scoperto dai virologi, infatti, il virus Mers avrebbe proprio origine animale: in primis forse sono stati infettati i pipistrelli, ma il virus è comune soprattutto tra i cammelli. Si pensa che da questi si sia poi diffuso agli esseri umani. Non si sa ancora, però, in che modo.
Difficile risalire con certezza alla cause della Mers: le stesse modalità di trasmissione del virus sono ignote e per questo è anche difficile ricondurre i vari episodi a una stessa epidemia. Sembra che tutte le persone contagiate avessero trascorso brevi o lunghi periodi in Paesi mediorientali, esponendosi probabilmente al virus in modo diretto. La trasmissione del virus da uomo a uomo avviene con un meccanismo ancora sconosciuto. Non si sa nemmeno se avviene per via aerea o per semplice contatto.
I sintomi si manifestano di solito dopo 2-14 giorni dopo che l’infezione è stata contratta. La maggior parte dei pazienti hanno accusato febbre, brividi, dolori muscolari e disturbi respiratori, da semplici tosse e raffreddore a problematiche più gravi. In casi più rari anche diarrea, vomito, dolore addominale e insufficienza renale.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) raccomanda a chi si reca nella penisola arabica di seguire le normali precauzioni base per limitare il rischio di infezioni:
La prevenzione è fondamentale, visto che oggi ancora non esistono né trattamenti specifici né vaccini. Chi viene contagiato viene sottoposto a terapia sintomatica e sono in corso alcune terapie sperimentali. Si procede con l’isolamento del paziente e la somministrazione di farmaci per alleviare i dolori e calmare la febbre.
Purtroppo la Mers ha un tasso di mortalità alto, intorno al 40%, molto più alto della Sars. E la probabilità di morte aumenta in caso di pazienti anziani o affetti da patologie croniche preesistenti, come il diabete o una malattia renale o cardiaca.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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