Sindrome dell'abbandono, come superarla quando non è solo un modo di dire
Ansia, paura di perdere le persone che si amano o di vivere una separazione: scopriamo insieme cos’è la sindrome dell’abbandono e come affrontarla.
Ansia, paura di perdere le persone che si amano o di vivere una separazione: scopriamo insieme cos’è la sindrome dell’abbandono e come affrontarla.
Una preoccupazione eccessiva di essere abbandonati dalle persone a cui si vuole bene e che, nella maggior parte dei casi, è generata dalla mancanza di cure fisiche ed emotive adeguate durante l’infanzia.
Ma cerchiamo di capire meglio cos’è la sindrome dell’abbandono, perché si origina, come si manifesta e come superarla.
Quando si parla di sindrome dell’abbandono non si deve cadere nell’errore di associarla unicamente alla paura di perdere chi si ama. Dietro questa sindrome, infatti, c’è molto di più.
Non si tratta solo di una sensazione di disagio legata al distacco o alla separazione. Questo lo proviamo un po’ tutti nell’arco della vita. La sindrome dell’abbandono è una vera e propria forma di ansia che non si riesce a gestire, un sentimento di angoscia costante che può diventare patologico.
Le conseguenze legate a questa sindrome possono essere molto diverse tra loro, dalla difficoltà ad instaurare relazioni nuove o durature agli attacchi di panico fino anche a forme di depressione. Ma non solo.
A lungo termine, chi soffre di sindrome dell’abbandono può incorrere in sintomi o atteggiamenti come:
Ma da cosa dipende questa paura e cosa genera realmente questo disturbo?
Solitamente la sindrome dell’abbandono si scatena a causa di episodi “traumatici” legati alle relazioni vissute durante la propria infanzia: la morte o l’abbandono di un genitore, la loro separazione, l’essere stati trascurati o ignorati e l’abuso sia fisico che mentale, sono tutti eventi che possono generare la paura della perdita.
Nell’infanzia il rapporto con i propri genitori è fondamentale. I bambini hanno bisogno di essere visti, capiti e accuditi. Soprattutto quando sono pervasi da emozioni come la rabbia o la tristezza. Se questo non avviene possono generarsi delle conseguenze che possono perdurare fino all’età adulta per la paura mai superata di essere lasciati di nuovo soli o di essere rifiutati.
Per questo, capire il modo in cui i genitori si sono rapportati con noi durante l’infanzia è fondamentale per comprendere meglio le cause del nostro comportamento da adulti e il nostro modo di relazionarci con gli altri.
La sindrome dell’abbandono, quindi, non è un problema che riguarda solo i bambini ma può manifestarsi, con effetti diversi, anche in età adulta. Vediamo in che modo.
Come detto, il rapporto con i propri genitori è alla base dei comportamenti dei più piccoli.
Quando i genitori sono attenti ai bisogni, disponibili e pronti all’ascolto, si genera una forma di attaccamento sano e sicuro.
Diverso è il caso in cui ci siano delle rotture o perdite in famiglia, nel rapporto genitore-figlio o quando i bambini si sentono inadeguati o incapaci davanti ad altre persone.
Questo può portare ad un senso profondo di insicurezza e a formare delle forme di attaccamento morboso nei confronti del genitore stesso.
Alcuni dei segnali che fanno capire che un bambino soffre di sindrome dell’abbandono sono:
In alcuni casi, i bambini sperimentano la “sindrome da abbandono infantile”. Questa si manifesta in seguito alla morte o all’abbandono di un genitore e può causare:
Tutti questi sintomi, se non vengono recepiti e curati in tempo, possono diventare cronici e manifestarsi anche in forma adulta, minando ogni tipo di relazione.
Negli adulti, infatti, la sindrome dell’abbandono agisce direttamente nel rapporto con gli altri. Insicurezza, sensazione di non meritarsi l’amore del prossimo, ansia nei momenti di separazione, sono tutti campanelli d’allarme legati a questo disturbo. Ma non solo.
La paura di essere lasciati soli può generare una forma automatica di difesa verso questa possibilità. Un adulto che soffre di sindrome dell’abbandono farà di tutto per evitare qualunque tipo di separazione o all’opposto si allontanerà per primo per combattere la paura di essere lasciato.
Questo perché chi ha subito un abbandono da piccolo e non l’ha superato tenderà a portare le sue insicurezze in ogni attimo della sua vita, avendo bassissime aspettative verso gli altri.
Nella vita di coppia, per esempio, atteggiamenti come la possessività, la paranoia verso i comportamenti dell’altro o il bisogno costante di rassicurazioni, possono essere sintomi che indicano la presenza nel partner di questa sindrome. Solitamente questi effetti aumentano man mano che la relazione diventa più “importante”.
Inizialmente ci si sente sicuri e tranquilli. Via via che la relazione si fa più seria e si iniziano a vivere esperienze quotidiane concrete, compresi i problemi normali di ogni coppia, possono manifestarsi i primi segnali di paura e ansia.
Questi generano un cambiamento nella personalità che spesso può portare ad una destabilizzazione del partner. Un vero e proprio controsenso che viene dettato dalla paura ingestibile e violenta di essere rifiutati e abbandonati (di nuovo).
Ma come fare per mettere un freno a questo circolo vizioso?
Che si parli di bambini o di adulti, è possibile combattere e superare questo disturbo, garantendo a chi ne soffre una vita più serena.
Se la sindrome dell’abbandono è presente in un bambino, la cosa più importante da fare è rassicurarlo, fargli capire di essere amato e di avere un ruolo e spazi ben definiti nella vita dei genitori.
Anche renderlo partecipe di avere dei piani per ogni giorno in cui è incluso e parte integrante può essere utile, perché gli darà sicurezza anche nel caso in cui i genitori non ci fossero. Tutto questo per farlo sentire sicuro all’interno di una relazione sana, concreta e appagante.
In caso di sindrome dell’abbandono in età adulta è importante specificare che, essendo un disturbo della personalità, è facilmente riconoscibile da un buono psicologo o psicoterapeuta, che potrà agire direttamente con percorsi terapeutici mirati. Lo scopo è quello di comprendere il proprio vissuto, riconoscere le emozioni e lasciarle emergere per poi imparare a gestirle e vivere un presente e un futuro più sereno.
Alla base della “guarigione” ci sono degli step da raggiungere:
Questo perché la cosa importante da capire in ogni relazione è che tutti si meritano di avere dei rapporti capaci di donare gioia e soddisfazione al cento per cento. Tenendo sempre presente che il rapporto più importante e quello con se stessi.
Vivo seguendo il mantra "se puoi sognarlo puoi farlo". Sono una libera professionista della vita. Una porta verde, una poltrona rossa e una vasca da bagno sono le mie certezze, tutto il resto lo improvviso.
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