Picacismo: il disturbo alimentare di chi mangia ciò che non è commestibile

L'abitudine di mangiare sostanze non nutritive può avere molte cause, e manifestarsi in maniera diversa a seconda dei casi. Si chiama picacismo e non si riferisce solo a materiali come sabbia e sporcizia, ma anche cose considerate alimenti se ingerite in un'altra forma, come la pasta cruda o il ghiaccio.

Un disturbo del comportamento alimentare, che porta a ingerire sostanze non commestibili, e soprattutto non nutritive: parliamo del picacismo. Tra le cose ingerite ci sono la terra, la cenere, il carbone, la carta, i capelli, le feci. Ma anche sostanze che appartengono alla sfera alimentare, ma non sono commestibili in quella forma, come il fondo del caffè, il ghiaccio, gusci d’uovo.

Questo disturbo prende il nome da “pica pica“, termine scientifico della gazza, un uccello conosciuto per raccogliere e assaggiare qualsiasi elemento che trova.

Vediamo come e perché si manifesta, e quando è pericoloso, specialmente nei bambini.

Picacismo: cos’è?

Il picacismo è definito, all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali come

un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal mangiare regolarmente cose non commestibili.

Sembra un’azione rara o particolare, ma non è così, se pensiamo ad esempio ai bambini, che hanno l’abitudine di mettere in bocca oggetti che non conoscono. In realtà il picacismo è diagnosticato quando un soggetto, che abbia superato i 2 anni di età, ingurgita elementi non commestibili per almeno un mese.

Al di sotto di questa età infatti non si considera un comportamento anormale ingerire oggetti estranei. Non solamente bambini ma anche gli adulti possono essere colpiti da picacismo, o farlo abitualmente. Esistono pratiche, riti o credenze in popolazioni di tutto il mondo che portano a mangiare normalmente cose che non sono commestibili, perché non apportano valori nutrizionali. Esistono inoltre cause di tipo psicologico, tra cui anche lo stress, che possono portare a forme di picacismo.

Non è una pratica pericolosa dal punto di vista in sé, perché gli oggetti che vengono mangiati non sono nocivi. Ma possono portare a rischi gravi, come occlusione, avvelenamento da piombo, e altri che vedremo nel paragrafo più avanti. In ogni caso, è importante che il picacismo sia diagnosticato da un medico, perché a lungo andare può avere pericolose conseguenze.

Le cause psicologiche del picacismo

Il picacismo, chiamato anche semplicemente “pica”, si manifesta principalmente in età infantile, e può avere cause di diversa natura. Esistono infatti una serie di fattori riconducibili a questo disturbo alimentare, che spesso si presentano in concomitanza di altri. Dal punto di vista fisiologico, pare che ci siano dei collegamenti tra la carenza di minerali come ferro e zinco, che porta gli enzimi del cervello a stimolare l’appetito, anche di sostanze particolari, non realmente nutritive.

Ma il picacismo ha anche origine psicologica, come gli altri disturbi alimentari può essere causato da traumi o disturbi psicologici. Innanzitutto è importante conoscere il contesto famigliare nel quale si trova il soggetto affetto da picacismo. Spesso infatti la causa deriva da un evento traumatizzante avvenuto in famiglia, come la separazione dei genitori, la negligenza degli stessi. Un ambiente conflittuale, poco sicuro, caratterizzato da chiusura relazionale ed evitamento delle emozioni.

Un’altra possibile causa, di cui ancora non si ha certezza scientifica, è la correlazione con un disturbo ossessivo-compulsivo. In questa situazione infatti il picacismo diventa un meccanismo di difesa, o coping, del disturbo ossessivo.

E ancora, pare che il picacismo si manifesti maggiormente in persone con disturbi psicologici di base, tra cui la schizofrenia, alcune forme di autismo e ritardo mentale. In questo caso infatti il soggetto può avere difficoltà anche solo a scindere gli alimenti e le loro funzioni nutritive.

Non esistono solamente cause psico-fisiche alla base del picacismo, ma anche origini culturali, come riti religiosi o pratiche sociali. Ad esempio, in alcune zone dell’India e dell’America del Sud l’argilla, ma anche cenere e altre sostanze, sono ingerite per combattere le voglie o le nausee mattutine dovute alla gravidanza. Il pericolo, come vedremo, nasce dalla mancanza di nutrimento che queste pratiche causano.

Il picacismo infantile

La pica può insorgere sia in età infantile che adolescenziale o in età adulta. Negli adulti il disturbo si accompagna quasi nella totalità dei casi ad altri disturbi mentali o ritardi cognitivi, ha quindi quasi sempre una causa psicologica, salvo i casi di riti o pratiche culturali. Il picacismo infantile è il più diffuso, infatti questo disturbo alimentare è ritenuto tipico nei bambini, più raro negli adulti. I bambini sono soliti, specialmente nei primi due anni di età, portare alla bocca qualsiasi cosa che possa alimentare la loro curiosità.

Quando però questa pratica continua anche negli anni successivi è bene fare attenzione che non si tratti proprio di picacismo: il disturbo è diagnosticato quando il comportamento è protratto nel tempo, non quando si tratta di uno o più episodi isolati. Non deve inoltre essere compatibile con lo stato di sviluppo cognitivo del paziente. Il picacismo infantile è ancora più pericoloso, perché più difficile da scoprire, e perché può portare a seri problemi nell’apparato digestivo e ritardi nello sviluppo, per mancanza di sostanze nutritive, con danni nella crescita del bambino stesso.

Nei bambini i sintomi più diffusi di pica sono:

  • ripetitività e regolarità nel consumo di sostanze non commestibili, in particolare quando si protrae per più di un mese;
  • una certa aggressività;
  • ansia in prossimità della sostanza.

Tra le cause, nel picacismo infantile, c’è anche il gusto e la curiosità che il bambino ha sviluppato per l’oggetto, il materiale o la sostanza stessa. Ma anche la ricerca di attenzione per una mancanza di affetto provata dal bambino da parte delle figure genitoriali.

Rischi e conseguenze

Il picacismo è un disturbo che di per sé non ha conseguenze per la salute, si può risolvere anche in breve tempo e in maniera spontanea. Tuttavia, specialmente nei casi in cui si protrae per più tempo, la pica aumenta il rischio di danni correlati, anche gravi. Tra le complicanze più pericolose troviamo l’occlusione del canale digerente e l’ostruzione dell’intestino. Ingerire infatti sostanze non assimilabili dall’organismo può portare a questi rischi, che si possono anche complicare ulteriormente se non si agisce tempestivamente.

Un pericolo importante è il bezoari, un agglomerato compatto di materiale nello stomaco. Altri possibili pericoli riguardano eventuali danni a livello dentale, non fatali ma comunque a cui fare attenzione, e l’avvelenamento, specialmente di piombo. Nelle vernici e in altri materiali infatti ci sono sostanze che causano tossicità da metalli pesanti. Inoltre, a seconda della provenienza dell’oggetto o del materiale ingerito, possono insorgere infezioni batteriche e parassitarie.

Esistono poi conseguenze legate alla carenza di sostanze nutritive che un lungo periodo di picacismo può causare, specialmente l’anemia, per mancanza di ferro. L’ingestione di argilla, chiamata geofagia, può portare stitichezza e severe carenze nutrizionali, di minerali e potassio. L’amilofagia invece è il picacismo riferito al consumo di amido, associata all’aumento della glicemia e a possibile rischio di obesità o diabete per via dell’alto contenuto di carboidrati.

Come si cura il picacismo?

Dato il grande numero di cause, non ancora del tutto chiare, non esiste una cura vera e propria per il picacismo. Una volta diagnosticato il disturbo, il medico provvede a curare le manifestazioni legato alla pica. Ad esempio, il trattamento medico più diffuso in questi casi è l’integrazione di ferro, zinco ed eventuali altre sostanze di cui viene accertata la carenza. Allo stesso modo, eventuali occlusioni o avvelenamenti vengono trattati specificatamente al caso.

Un’altra importante terapia che si consiglia per far scomparire in maniera graduale il disturbo è il trattamento psicologico. La psicoterapia può aiutare, quando si rileva l’origine del picacismo in traumi o disturbi psichici. Il ricorso a eventuali psicofarmaci è a discrezione assoluta del terapeuta, che riconosce o meno la necessità di coadiuvare la terapia con medicinali.

Una soluzione possibile, specialmente quando si parla di picacismo infantile, è eliminare l’esposizione alle sostanze ingerite, in modo che, pian piano, il disturbo si auto regolarizzi. Per facilitare il passaggio, si suggerisce di sostituire la cosa con materiali di consistenza simile, ma commestibili.

In conclusione, la pica è un disturbo che può diventare anche molto pericoloso, ed è importante non sottovalutarlo, dai due anni di età in su, e comprendere, insieme a un’equipe medica, le cause e le modalità di cura.

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