Le malattie neurodegenerative non sono appannaggio soltanto di chi è entrato nella terza età. Possono infatti insorgere anche molto prima dei 65 anni.

In questi casi, la medicina parla di demenza giovanile, racchiudendo in questa espressione una serie di conseguenze legate appunto alle malattie che comportano un deterioramento delle cellule cerebrali. Di cosa si tratta?

Cos’è la demenza giovanile?

La demenza giovanile è una forma di demenza che può insorgere, come detto, prima dei 65 anni. La demenza in generale viene classificata, come riporta MsdManuals, come “una forma di deterioramento dell’integrità mentale molto più grave, che peggiora con il tempo”, e che comporta difficoltà nello svolgere le azioni più comuni che riguardano la nostra quotidianità.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori UniMore, Azienda Ospedaliero-universitario di Modena e Ospedale di Carpi, l’incidenza della demenza giovanile è di 74 persone ogni 100mila abitanti.

Le cause della demenza giovanile

Demenza giovanile
Fonte: iStock

La demenza giovanile è causata quindi da alcune malattie, e le più diffuse tra queste sono, secondo l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer:

  • demenza fronto-temporale, che porta a disturbi del comportamento e del linguaggio ed è soprattutto di natura genetica;
  • demenza a corpi di Lewy, in cui i principali sintomi sono rappresentati da disturbi cognitivi, allucinazioni visive e difficoltà a controllare i movimenti;
  • demenza da idrocefalo normoteso, in cui sono comuni disturbi cognitivi, vertigini e difficoltà nei movimenti delle gambe, oltre che incontinenza urinaria;
  • malattia di Creutzfeldt–Jakob, ovvero il cosiddetto morbo della mucca pazza, causato dal consumo di carne contaminata;
  • malattia di Parkinson, con le conseguenti difficoltà a controllare i movimenti.

Ci possono comunque essere altre cause, come per esempio carenza vitaminica, un disturbo endocrino (per esempio l’ipotiroidismo), e la depressione.

I fattori di rischio della demenza precoce

Non ci sono tanti studi sulla demenza precoce, ma uno dei più importanti è forse Risk Factors for Young-Onset Dementia in the Uk Biobank pubblicato su JamaNetwork. Si tratta di una ricerca che si è avvalsa di dati che hanno incluso un campione considerevole: 197036 donne e 159016 uomini, con un’età media di 54,6 anni. I fattori di rischio più importanti emersi dallo studio sono:

  • scolarizzazione bassa;
  • classe sociale bassa;
  • isolamento sociale;
  • ipoacusia;
  • ipotensione ortostatica;
  • diabete;
  • depressione;
  • ictus;
  • malattie cardiache;
  • abuso di alcol;
  • livelli troppo alti di di proteina C-reattiva.
  • presenza di un particolare allele dell’apolipoproteina.

Come si manifesta e i sintomi

Demenza giovanile
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I sintomi della demenza giovanile al suo esordio sono riportati da MsdManuals. Naturalmente, mano a mano che la neurodegenerazione progredisce, i sintomi sono più evidenti. Consistono in:

  • perdita di memoria, soprattutto per quello che riguarda concetti e ricordi più recenti;
  • difficoltà a trovare le parole;
  • difficoltà a comprendere i messaggi verbali;
  • difficoltà ad astrarre il pensiero;
  • difficoltà a usare il buonsenso;
  • difficoltà in tutte le azioni quotidiane, dal guidare l’auto (con problemi legati al senso dell’orientamento) al cucinare;
  • sbalzi di umore;
  • comportamenti insoliti assimilabili a cambiamenti di personalità.

Come curarla e trattarla

In un’intervista al settimanale Vero, la dottoressa Paola Merlo, specialista di Neurologia di Humanitas Gavazzeni, ha spiegato che le terapie cercano di non ricorrere ai farmaci, ma investire su terapie psicosociali e riabilitazione cognitiva:

Siamo oberati da un fardello sempre più pesante d’informazioni, ed è facile che un disturbo d’ansia possa prendere il sopravvento, con il risultato di avvertire un disturbo soggettivo di memoria. Chi non ricorda esami e interrogazioni? Poco prima della prova l’ansia fa sì che ci sembri sempre di non ricordare nulla di quanto studiato.

Per rallentare la demenza giovanile o, in generale, aiutare anche nella prevenzione, ci sono delle attività quotidiane che possono tornare utili, come:

  • leggere libri, quotidiani e riviste;
  • ascoltare musica;
  • studiare una lingua, uno strumento o una nuova disciplina;
  • dedicarsi all’enigmistica;
  • mangiare sano, soprattutto cibi che contengano antiossidanti;
  • praticare un’attività fisica anche leggera;
  • coltivare amicizie vecchie e nuove.

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