Di certo il 2020 è stato un anno che difficilmente potrà essere dimenticato da quanti di noi l’hanno vissuto, e che verrà inevitabilmente raccontato nei libri di storia a venire; la pandemia di Covid-19 ha infatti messo il mondo in una situazione senza precedenti, al limite talvolta della trama di alcuni film apocalittici, e imposto a ciascuno di noi di ripensare la propria normalità, lavoro compreso.

Mai come nell’anno passato – e in quello da poco cominciato – abbiamo imparato a lavorare in smart working, e se all’inizio la cosa poteva pure piacerci, per la possibilità di lavorare nel nostro ambiente domestico con tutti gli agi del caso, alla lunga la situazione ha cominciato a farsi complessa, per una serie di problematiche legate al lavoro da casa e al dover stare praticamente chiusi nel proprio ambiente domestico.

Oltre a fenomeni come il presentismo o il burnout da smart working molti e molte di noi, non solo fra quanti lavorano, potrebbero ad esempio risentire della pandemic posture. Vi spieghiamo cos’è.

Cos’è la “pandemic posture”?

Non è difficile tradurre il significato del termine; a causa dell’aumento delle ore in cui si lavora da casa, può capitare di non sedersi più alle tradizionali scrivanie da ufficio, così come i nostri figli non siedono ai banchi di scuola, ma al tavolo di cucina o in salotto, ad esempio, iniziando così ad avere una postura scorretta e quindi, soprattutto a lungo andare, dolorosa. Ecco, questa è esattamente la postura da pandemia.

Una cattiva postura può iniziare con piccole irritazioni o dolori che possono però portare a gravi lesioni a lungo termine, quindi è importante essere consapevoli  della pandemic posture per agire di conseguenza.

Le origini della pandemic posture

Lo abbiamo detto poco sopra: stare seduti su poltroncine non confortevoli, o che non permettono di tenere perfettamente allineata la colonna vertebrale mentre si lavora o si studia, ma preferire una sedia da cucina, il divano o il letto, o semplicemente non assumere una posizione più “rigida” come faremmo al lavoro o a scuola, ma rilassarsi visto che siamo nell’ambiente domestico potrebbe portare all’insorgere della pandemic posture.

Secondo un sondaggio condotto dal Centro Medico Santagostino, riportato da Vanity Fair, nel novembre 2019 risultava sedentario il 20% dei partecipanti, mentre con la pandemia la percentuale è ovviamente salita, raggiungendo il 30%.

Come evidenzia questo articolo di Ultimate Health, una cattiva postura riduce la quantità di aria nei polmoni fino al 30%, creando tutta una serie di problematiche che vanno ben al di là dei semplici dolori a schiena e collo.

Katie Knapton, fondatrice di PhysioFast Online, a Vanity Fair ha spiegato:

Da quando è iniziata la pandemia c’è stato sicuramente un aumento dei problemi riguardanti il dolore al collo e alla schiena, e una maggiore preoccupazione per la postura e i problemi ad essa associati. Soprattutto i genitori sono molto preoccupati per il fatto che i loro figli trascorrono così tanto tempo davanti agli schermi. Questi problemi sorgono a causa dell’elevata quantità di tempo che passiamo in una posizione, perché l’essere umano è progettato per muoversi, non per stare fermo.

Pandemic posture: le conseguenze

Le conseguenze principali di una cattiva postura, infatti, posso essere:

  • dolore al collo;
  • dolore alla schiena;
  • nervi contratti;
  • mal di testa;
  • osteoartrite;
  • dolore alla mascella;
  • problemi respiratori;
  • squilibrio ormonale.

Anche il dottor Gbolahan Okubadejo, chirurgo spinale e ortopedico di New York, ha spiegato che la pandemic posture può esercitare una pressione eccessiva sulla colonna vertebrale, causando danni a nervi e muscoli, e debolezza nella parte inferiore della schiena.

Pandemic posture: cosa fare? I rimedi

In attesa di tornare in ufficio o a scuola c’è qualcosa che possiamo fare per evitare la pandemic posture? Ovviamente sì: proprio come faresti al lavoro, ritagliati qualche breve momento per fare una passeggiata, alzati per prendere l’acqua o per prepararti un caffè, così da sgranchirti le gambe e riattivare la circolazione sanguigna. Anche lo yoga, e alcune sue posizioni più semplici, possono aiutare a non sentire la tensione muscolare.

Importante è anche predisporre in maniera corretta la propria postazione di smart working o di DAD, assicurandosi una scrivania e di una seduta ergonomicamente corretta. Meglio anche evitare di tenere le gambe accavallate, tenendo invece i piedi appoggiati al pavimento, con braccia e gambe a 90 gradi; infine, assicuratevi di avere lo schermo del computer all’altezza degli occhi, per non aggiungere ulteriore tensione se si è costretti a guardare verso il basso.

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