Ormoni bioidentici: una terapia con rischi e controindicazioni
Cosa sono, quale efficacia hanno e quali sono i limiti degli ormoni bioidentici, ormoni che vengono dalle piante e sono modificati in laboratorio.
Cosa sono, quale efficacia hanno e quali sono i limiti degli ormoni bioidentici, ormoni che vengono dalle piante e sono modificati in laboratorio.
Ma non è detto che siano migliori o presentino meno rischi rispetto a una terapia ormonale sostitutiva maggiormente tradizionale. Cerchiamo di capire insieme di cosa parliamo, ma ricordiamo anche che qualunque scelta facciamo sul nostro corpo, è bene consultarci con i nostri medici di riferimento, di base e professionisti.
Cleveland Clinic chiarisce che gli ormoni bioidentici sono progettati e realizzati sempre dall’industria farmaceutica ma lo sono in modo da imitare gli ormoni secreti dalle ghiandole endocrine del corpo umano.
La loro base è fitofarmaceutica, ma teniamo sempre presente che le piante che rappresentano questa base vengono modificate appunto in laboratori. I più utilizzati sono estrogeni, progesterone e testosterone, disponibili in pillole, creme, gel, spray ma anche, per le donne, in ovuli da inserire in vagina.
Solitamente, per capire se si ha bisogno di una terapia ormonale sostitutiva, ci si sottopone a esami del sangue, delle urine e della saliva: questo è il punto di partenza per il medico per capire quale possa essere il fabbisogno di ormoni del paziente. E naturalmente la situazione può cambiare in itinere.
Fondamentalmente gli ormoni bioidentici tornano a perequare il bilanciamento ormonale in un corpo che è sbilanciato sotto questo punto di vista. È qualcosa che può capitare, sia con il passare degli anni sia con l’apertura di una nuova fase della vita (come possono essere menopausa e andropausa per esempio).
E quindi gli ormoni bioidentici vanno, nell’immediato a contrastare i fenomeni e i disturbi connessi con i cali ormonali, come l’aumento di peso, la perdita di memoria, le vampate di calore e la secchezza vaginale per le donne, l’insonnia, il calo della libido o i rapporti dolorosi, l’affaticamento. Tutte cose che si possono fare anche con la terapia ormonale sostitutiva tradizionale, in più con meno rischi per la salute.
Molte donne in menopausa vorrebbero orientarsi verso gli ormoni bioidentici, credendo, a torto, che siano più naturali e quindi più sani. Ci vogliono comunque almeno tre mesi per riscontrare un minimo sollievo, anche se alcune donne ricevono i primi benefici nelle prime settimane di trattamento.
Un esempio di questa confusione è rappresentato, come spiega Menopause, dall’estradiolo, che viene prodotto dalle ovaie prima della menopausa e che è proposto sia in forma di ormone bioidentico sia nella forma farmaceutica tradizionale. Ma sull’efficacia non ci sono differenze. La differenza la farà il vostro ginecologo, che vi aiuterà a capire cosa faccia meglio al caso vostro.
Tenete presente che i livelli ormonali in menopausa, in particolare quelli che vengono individuati dagli esami salivari, possono cambiare di giorno in giorno. E il dosaggio con gli ormoni bioidentici è più complesso da ricalibrare, mentre con la terapia tradizionale è tutto più semplice, più collaudato e più sicuro.
Secondo Cleveland Clinic, gli ormoni bioidentici non devono essere assunti da persone che
Per il resto non ci dovrebbero essere grossi rischi, ma ricordate che non tutti questi tipi di ormoni sono stati approvati dalle autorità sanitarie internazionali, o sono stati approvati in una forma mista, che coniuga l’ormone bioidentico a quello farmaceutico tradizionale. E non mancano gli effetti collaterali, per i quali bisogna consultare un medico, soprattutto se non scompaiono a breve. Questi effetti collaterali possono risultare:
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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