
Opoterapia, la medicina che usava pozioni realizzate con succhi estratti da organi
Una pratica antica, che nasce nella mitologia ma che trova spazio nella cura di organi e ormoni. Ecco cos'è l'opoterapia, da dove nasce e in cosa consiste

Una pratica antica, che nasce nella mitologia ma che trova spazio nella cura di organi e ormoni. Ecco cos'è l'opoterapia, da dove nasce e in cosa consiste
Non è un termine che si sente spesso, e quando vi spiegheremo di cosa si tratta capirete anche perché. Parliamo di opoterapia, una specifica tipologia di terapia che si basa sulla concezione di sostituire una data sostanza quando questa non è sufficiente, e nello specifico, riguarda generalmente l’utilizzo di ormoni/organi, andando a rispristinare i corretti parametri fisiologici degli stessi in caso di ipofunzione. Una terapia che, per quanto possa sembrare strana, era già nota ai tempi di Ippocrate, raggiungendo la sua massima diffusione nel XVIII sec., e diventando un scienza su base razionale piuttosto che rituale o magica, esattamente quando vennero scoperte le secrezioni endocrine.
Ma partiamo dalla spiegazione scientifica e dalla definizione che la Treccani fa dell’opoterapia, ovvero:
“ la cura di disordini funzionali o di malattie mediante succhi, estratti di organi animali, od organi freschi e liquidi organici (sangue, urina, succo gastrico, ecc.), o polveri di organi disseccati o principî attivi, di natura ormonica, preparati dagli organi stessi”.
Una terapia che si basa su principi antichissimi e su un mezzo di cura che risulta istintivo, per esempio in considerazione del fatto che gli animali mammiferi, dopo aver partorito, mangiano la placenta (una scelta che viene fatta tutt’oggi da molte donne).
L’opoterapia, quindi, è a tutti gli effetti una terapia in cui vengono utilizzate preparazioni che vengono realizzate con succhi estratti a organi. Una terapia spesso accumunata con l’organoterapia, che avviene tramite l’uso di organi conservati o freschi o con l’ormonoterapia, che si esegue tramite ormoni, sintetici o naturali.
Di fatto, quindi, l’opoterapia nasce dall’organoterapia, tanto che si narra che nella mitologia greca, il Chirone somministrava al giovane Achille il midollo di leone, in modo da dargli forza e coraggio, proprio come il re degli animali.
Dalla mitologia l’opoterapia passò nelle mani di diversi studiosi della storia, arrivando a Paracelso, che affermava che, l’assunzione di polmoni, milza e cuore di animali sani, poteva avere grandi benefici sulla salute.
Il vero momento di svolta per l’opoterapia, però, si ebbe con gli studi condotti da Claude Bernard, teorico dell’ “ambiente interno”, colui che portò in auge l’utilizzo di estratti di organi animali, e che ipotizzò l’esistenza di un sistema chiuso, ovvero che si basava sull’autoregolazione dell’essere vivente singolo, attraverso sostanze che venivano liberate all’interno dagli organi. E compiendo degli studi sul funzionamento del fegato e delle sue secrezioni.
Una particolare terapia, che dome detto si basa sull’assunto che, per curare uno stato di insufficienza, si possa agire integrando la sostanza che manca. Ecco perché l’ortoterapia trova applicazione in casi come le insufficienze funzionali di ghiandole e altri organi del corpo, come i reni o il fegato.
Una pratica che, rispetto alle sue origine, quando si basava unicamente sulla somministrazione di estratti di organi di animali (pancreas, tiroide, ecc.), oggi utilizza dei componenti purissimi che vengono prodotti grazie alle tecniche del DNA ricombinante.
Le preparazioni opoterapiche, infatti, vengono realizzate partendo da organi destinati alla opoterapia, andando a fare un’attenta selezione del materiale e scegliendo animali in cui l’organo richiesto è in condizioni di massima attività e preferendo esemplari sani e robusti.
Una terapia che, al di là della sua origine legata alla magia e ai rituali, nella sua veste moderna ha dei benefici riscontrabili, andando a stimolare e rieducare l’organo malato, seguendo il concetto dell’autogoverno nutritivo degli organi, ovvero il fatto che l’organo, lavorando, può produrre delle sostanze che lo aiutano a stimolare la sua propria attività. Allo stesso modo, l’opoterapia, introduce nel corpo le sostanze necessarie affinché un determinato organo possa tornare a funzionare facendosi del bene.
Un effetto visibile, per esempio nella terapia in sostituzione totale o parziale degli organi endocrini e degli ormoni, e che ha degli effetti importanti per esempio nei casi di diabete da insufficienza insulare del pancreas, con la somministrazione di insulina, nei casi d’insufficienza tiroidea con l’utilizzo della tiroxina, e via dicendo.
Utilizzare dosi minime di prodotti opoterapici, poi, permette anche di svolgere un’azione regolatrice della funzione dell’organo malato verso cui si agisce, andando a correggerne lo stato di equilibrio sia in caso di insufficienza che di eccesso, utilizzando un processo paragonabile all’omeopatia.
Se si parla di controindicazioni alla pratica, invece, ecco che queste possono subentrare in riferimento alla tipologia del tipo di organo utilizzato e possono essere diverse a seconda del soggetto. Tra le reazioni più comuni che si possono presentare ci sono:
Una pratica che oggi, non è largamente utilizzata e che è stata superata da altre terapie, come l’ormonoterapia, che si è largamente diffusa dopo la scoperta delle secrezioni endocrine e in cui, come detto sopra, vengono usati ormoni purificati o sintetici. Tanto che il termine opoterapia oggi è quasi usato come sinonimo di ormonoterapia.
Una terapia che, come accade quasi sempre, trova delle critiche e perplessità da parte della comunità scientifica moderna, che ne vede limiti e mancanze. Come i potenziali effetti collaterali sopra citati, la mancanza di prove scientifiche e studi rigorosi, la mancanza di una regolamentazione che controlli la qualità degli estratti utilizzati e la presenza di altre terapie valide e che hanno maggiori evidenze scientifiche a supporto, e che agiscono allo stesso modo nel trattamento delle malattie.
Vivo seguendo il mantra "se puoi sognarlo puoi farlo". Sono una libera professionista della vita. Una porta verde, una poltrona rossa e una vasca da bagno sono le mie certezze, tutto il resto lo improvviso.
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