Se è vero, e lo è, che l’alimentazione è un pilastro portante della nostra salute e della possibilità di vivere più a lungo e, soprattutto, stando bene, è vero anche che non si finisce mai di imparare come alimentarsi nel modo corretto. E non tanto seguendo diete che ci facciamo dimagrire o che aggiungano o tolgano alimenti ai nostri pasti quotidiani, quanto piuttosto alla possibilità di nutrirsi in modo positivo, ovvero in un modo che faccia bene al corpo, che lo mantenga in equilibrio nel tempo.

Scopriamo quindi cos’è e cosa significa nutrizione positiva (o positive nutrition), un concetto e una teoria sul rapporto tra alimentazione e salute.

Cos’è la nutrizione positiva e i suoi benefici

Un concetto che si basa su un altro assunto, ovvero il fatto che va bene vivere più a lungo ma la cosa importate è farlo in salute (e che sarebbe poi il principio di base della longevità e dell’healthy lifespan). Ma cosa si intende esattamente con il termine nutrizione positiva?

Quando si parla di positive nutrition si intende un concetto messo a punto da Barry Sears, già ideatore della dieta a Zona, che si basa su una serie di principi che puntano tutti in un’unica direzione non riconducibile alla ricerca del peso forma o di una forma fisica diversa, quanto piuttosto a un benessere fisico (e di conseguenza mentale) che porti un maggiore equilibrio del corpo attraverso l’alimentazione, andando così a prevenire la comparsa di malattie croniche causate dall’infiammazione presente nell’organismo, come tumori, diabete, malattie cardiache e patologie cardiovascolari.

Non una dieta, quindi, ma uno stile di vita che conduca, giorno dopo giorno, a vivere meglio e in salute.

I principi della nutrizione positiva

Insito nel concetto di nutrizione positiva, infatti, c’è proprio questo, l’attuazione di buone abitudini alimentari, che possano curare l’organismo e prevenirne la malattia. Con particolare attenzione a quelle patologie che nascono dalle infiammazioni del corpo.

Principio di base da cui nasce la positive nutrition, infatti, è la cosiddetta ingegneria del metabolismo: il metabolismo si occupa di convertire il cibo che ingeriamo in energia, ma allo stesso tempo è il fenomeno che controlla l’infiammazione del corpo e la sua risoluzione.

Altro compito del metabolismo, poi, è quello di controllare il sistema immunitario, la riparazione delle cellule danneggiate nell’organismo e l’espressione genetica, secondo quanto sostenuto dall’epigenetica (la scienza che studia come l’età e l’esposizione a fattori ambientali, tra cui la dieta, agenti fisici e chimici, l’attività fisica, possono andare a modificare l’espressione dei geni senza però modificare la sequenza del DNA).

I geni possono essere visti come dei controllori di cui la chiave di volta è rappresentata dalla molecola Ampk, una proteina chinasi sensibile allo stress. Se si riesce a controllare questa è anche possibile agire sul metabolismo e migliorare la propria qualità di vita in termini di salute.

Scopo della nutrizione positiva, quindi, è quello di attivare la molecola di Ampk mantenendola in una zona terapeutica che permetta di ridurre la senescenza cellulare (il processo biologico in cui le cellule, in presenza di specifici stimoli e con il tempo, smettono di replicarsi, andando incontro a modificazioni nella forma e nelle loro attività).

Agire con la dieta sull’ingegneria metabolica, quindi, e andando ad attivare la molecola Ampk, consente di abbassare il rischio di malattie croniche e di rallentare il processo di invecchiamento.

Come adottarla nella vita di tutti i giorni

Ma come seguire una nutrizione positiva e assicurarsi questi benefici? Si inizia dal contrario, ovvero partendo dalla comprensione di ciò che agisce nel modo opposto.

La causa primaria dell’accumulo di cellule senescenti e dell’infiammazione nel corpo è la dieta pro-infiammatoria, ovvero un’alimentazione in cui vi è un eccesso di consumo di carboidrati raffinati, calorie, zuccheri semplici, acidi grassi, soprattutto gli omega 6 (che si trovano in alimenti animali e vegetali come, la carne di pollo, la carne di maiale, le frattaglie di manzo e di agnello, il tuorlo d’uovo, i latticini, il tofu, i ceci, la frutta secca e semi tra cui noci, mandorle, arachidi, semi di girasole, ecc.,) e l’acido palmitico.

Ma può essere anche causata da carenze nutrizionali, come la mancanza di una dose equilibrata di omega 3 (che devono essere bilanciati con gli omega 6), di polifenoli e anche dallo squilibrio tra il consumo di proteine e carboidrati.

Seguire una nutrizione positiva, quindi, significa adottare un’alimentazione che, come primo step, combatta lo stato infiammatorio corporeo, riducendo l’apporto calorico che introduciamo nei nostri pasti, ma anche andando a ridurre il consumo di cibi ricchi di grassi idrogenati e saturi come, per esempio, le carni rosse, i latticini, i prodotti conservati, i prodotti da forno (pane, brioches dolci, ecc.), e i tipici menu che siamo soliti consumare nei fast food.

Altro tassello base della nutrizione positiva, è l’assunzione degli Omega 3, un potente alleato del benessere del corpo e che, uniti agli acidi grassi monoinsaturi (per esempio consumando l’olio di oliva) aiutano a rendere più equilibrata e sana la propria alimentazione.

Dove trovare gli omega 3? Nelle noci, nell’avocado, nel tuorlo dell’uovo, nelle alghe come l’alga wakame, le alghe secche, o lattuga di mare. Ma anche nello sgombro, nelle alici, nelle sardine, nel nasello, nelle aguglie, nel merluzzo e in generale nei pesci azzurri ricchissimi di acidi grassi polinsaturi essenziali.

Esempi di pasti equilibrati

Per creare dei pasti equilibrati e che si possano considerare in linea con il concetto di nutrizione positiva, è bene ricordarsi che ogni pasto deve contenere tutti i macro nutrienti, proteine, carboidrati e alimenti di origine vegetale (che dovrebbero essere la parte maggiore del pasto, il 50% dello stesso, e che devono essere consumati in cinque porzioni al giorno, due di frutta e tre di verdura).

È inoltre necessario assumere cibi preparati pensando di farsi del bene, vivendo la cucina come un momento di benessere e in cui prendersi dura di sé, per esempio optando per dei piatti come della pasta integrale condita con olio Evo, pomodorini e basilico, o ancora un’insalata di quinoa condita con verdure fresche, avocado e feta e con olio di oliva.

O ancora optando per un trancio di salmone al forno o alla griglia, abbinato a un contorno di verdure al vapore e una fetta di pane integrale.

Ma anche optando per una bella zuppa di legumi come fagioli, ceci, lenticchie e verdure. Un pasto ricco di proteine vegetali, fibre e antiossidanti e che si può completare con del riso integrale aggiungendo la fonte di carboidrati necessari.

Il principio base è abbinare i vari cibi con consapevolezza e attenzione a ciò che si ingerisce, senza perderne nel gusto ma sapendo che quello che mangiamo agisce nel corpo contro o a favore del suo benessere.

Nutrizione positiva e salute mentale

Un approccio all’alimentazione che, unito a una buona idratazione e all’attività fisica, permette di prendersi cura del corpo, portandolo a stare e sentirsi bene nel tempo. Aspetti che vanno a influire anche sul nostro benessere mentale.

Seguire il concetto di nutrizione positiva, infatti, non solo riduce la possibilità di incorrere in infiammazioni e patologie del corpo, ma porta anche a un miglioramento della salute psichica.

Introdurre nella dieta le proteine vegetali, come quelle dei legumi, cibi ricchi di fibre provenienti da frutta e verdura e cereali integrali, per esempio, agisce in favore della crescita di batteri benefici all’interno dell’intestino. Batteri che a loro volta producono metaboliti che agiscono positivamente sul cervello e sull’umore

E se è vero che “siamo ciò che mangiamo” appare logico che, più gli alimenti che consumiamo ci fanno del bene, così anche a livello mentale e sotto il profilo umorale tutto si volga in positivo, creando una condizione di base di benessere utile a farci vivere più a lungo e, soprattutto, più serenamente.

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