Ogni medico dovrebbe leggere le risposte delle donne al tweet di questo ginecologo
Un ginecologo chiede via Twitter come poter migliorare il proprio studio: le risposte ricevute sono davvero molto interessanti.
Un ginecologo chiede via Twitter come poter migliorare il proprio studio: le risposte ricevute sono davvero molto interessanti.
Lo studio del ginecologo per molte donne rappresenta un luogo che è fonte di disagio e imbarazzo.
Non solo l’idea di dover mostrare le proprie parti intime mette in difficoltà diverse persone – e poco importa sapere che per i medici questo è semplicemente il loro lavoro -, spesso a questa impasse si aggiunge anche l’allestimento stesso dell’ambulatorio, il più delle volte asettico, freddo, con una semplice tendina dietro cui spogliarsi e una sedia su cui dover riporre le proprie cose nel momento della visita.
Per questo un ginecologo americano, il dottor Ryan Stewart, ha ricevuto risposte decisamente interessanti sotto un tweet in cui chiedeva suggerimenti proprio per rifare il “look” al suo studio.
I have the opportunity to design my office from scratch.
I’m asking women. How would you design/optimize a visit to the gynecologist’s office?
✅problems
✅frustrations
✅solutions
No detail is too small.
If I’ve ever had a tweet worthy of virality, it’s this one. 🙏🏼 RT.— Ryan Stewart (@stuboo) December 5, 2021
Ho l’opportunità di riprogettare il mio ufficio da zero – scrive il medico – chiedo alle donne. Come progettereste/ottimizzereste una visita allo studio del ginecologo?
- problemi
- frustrazioni
- soluzioni
Nessun dettaglio è insignificante.
Le risposte ricevute, effettivamente, fanno riflettere, e non poco, sulla percezione che generalmente le donne hanno degli studi medici, in particolare quelli ginecologici. Proprio perché sono ambienti in cui ci si mette letteralmente a nudo, è estremamente importante che siano accoglienti e dotati di tutti quei dettagli che possono contribuire a far sentire a proprio agio una persona. Fra pareti bianche, sedie spoglie e speculum, invece, spesso è proprio il contrario.
Ecco quindi alcune delle proposte e dei suggerimenti migliori ricevuti dal dottor Stewart sotto il suo tweet.
Da mia moglie che non usa Twitter: offri degli antidolorifici. Non costringere le persone a chiedere o a dover sapere per chiedere. Chiunque venga sottoposta una biopsia cervicale dovrebbe ricevere gli stessi antidolorifici e farmaci per l’ansia che ho ricevuto io per la mia vasectomia.
Odio gli abiti di carta per gli esami. Mi fa sentire così esposta. La mia ginecologa recentemente ha cambiato con abiti in stile Spa. Che differenza! Inoltre occorrerebbe un bagno privato collegato alla stanza degli esami per cambiarsi, riporre i vestiti e usare il bagno.
Parlando di peso, le donne sono di tutte le forme e dimensioni. Si prega di avere abiti che si adattino a più taglie!
Sii un ufficio neutrale rispetto al peso (e chiariscilo sul tuo sito web)! Non pesare le persone a meno che non sia necessario dal punto di vista medico (spiega perché se lo è). Dotati di sedie/abiti/tavoli adatti alle corporature più grandi. Evita le cose religiose (nessuna radio/tv gospel, nessun versetto della Bibbia sui muri).
Uno spogliatoio *all’interno* della sala esami dove è possibile riporre i propri vestiti. Quel mucchietto di vestiti con le mutande che devi mettere su una sedia è demoralizzante. Forse anche avere uno spogliatoio/WC privato per ripulire la roba appiccicosa.
Per favore mettete immagini di donne nere in ufficio. Non ho ancora visitato uno studio ginecologo con questo tipo di rappresentazione. Inoltre, la privacy è fondamentale. Non dovrei temere che la porta si apra esponendomi nel bel mezzo del mio esame.
Non chiederei solo alle donne. Non sono una donna e le cure ginecologiche sono essenziali per la mia salute. Lo spazio fisico è importante, ma occorre anche investire in una formazione completa per il personale, per garantire la sicurezza di pazienti BIPOC [black, indigenous and people of color, ndr.], queer, disabili e altri pazienti emarginati. Questo è essenziale.
La cosa migliore che ho avuto: credi alle tue pazienti. Ascolta davvero le parole che dicono e credi a quello che ti dicono. Non c’è niente di peggio che dire a un medico dei sintomi che hai per poi essere liquidata.
Se non è possibile avere stanze più calde, che ne dite di lettini riscaldati e coperte calde come quelle che abbiamo durante il travaglio e il parto? Scommetto che costerebbe pochi centesimi tenere a portata di mano un semplice scaldavivande pieno di coperte.
Ricorda che almeno 1 persona su 10 è una sopravvissuta a un’aggressione sessuale. Piuttosto che porre una domanda diretta come “Sei mai stato aggredito?”, un medico dovrebbe chiedere: “Hai mai avuto esperienze sessuali indesiderate? Chiedi: cosa posso fare per semplificare la visita e l’esame?”
Non chiedete alla paziente se un tirocinante può rimanere nella stanza in presenza del tirocinante stesso: è difficile dire di no di fronte a loro; non cambiare medico tra il momento dell’appuntamento e l’appuntamento stesso, aspettandosi che la paziente si senta a suo agio con qualcun altro.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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