Cos'è l'inappetenza e perché è importante parlarne, come ha fatto Ema Stokholma

Per alcune persone, mangiare può essere molto difficile. Si tratta di un vero e proprio disturbo, che può avere conseguenze sul benessere di chi ne soffre. Quali sono le cause dell'inappetenza e come si può risolvere.

Mangiare non è solo essenziale per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere, ma è un atto che genera piacere. Siamo abituati a pensare che sia così per ognuno di noi. Per alcune persone, però, mangiare può diventare molto difficile. Talvolta, può causare addirittura un senso di repulsione. L’inappetenza è una mancanza o una drastica diminuzione dell’appetito dovuta a fattori fisiologici o psicologici. Può avere una durata variabile (temporanea o prolungata) e può manifestarsi in qualsiasi momento della giornata in adulti, bambini e donne in gravidanza.

In alcuni casi, si tratta di un vero e proprio disturbo che, se si protrae per troppo tempo può causare carenze nutrizionali importanti, oltre che perdita di peso e che richiede analisi specifiche per scoprire la causa e i rimedi più adeguati.

I sintomi dell’inappetenza

Chi soffre di inappetenza non sente lo stimolo della fame o percepisce un vero e proprio malessere al pensiero del cibo. I sintomi principali sono quindi nausea e perdita di peso, a cui si associano però

  • Mancata assunzione dei nutrienti e delle calorie necessarie per restare in salute e deperimento psicofisico;
  • Disidratazione, che colpisce soprattutto anziani e bambini, in particolare nel periodo estivo.

Le cause dell’inappetenza

L’inappetenza temporanea può essere la conseguenza di un’alimentazione scorretta, di un particolare periodo di stress intenso o persino del cambio di stagione. Dietro l’inappetenza prolungata, invece, possono nascondersi diverse cause, alcune delle quali richiedono un intervento tempestivo, ed è pertanto importante segnalare al medico una perdita protratta dell’appetito.

Tra le cause principali ci sono:

  • febbre, influenza, raffreddore, malattie esantematiche come varicella, morbillo, rosolia;
  • problemi intestinali legati alla stitichezza, a intolleranze alimentari o alla celiachia;
  • infezioni batteriche;
  • squilibri ormonali;
  • problemi psicologici come ansia e depressione;
  • disturbi dell’alimentazione come anoressia e bulimia;
  • malattie gravi come l’AIDS, insufficienze renali, tumori

In alcuni casi, ci sono delle condizioni che possono favorire l’insorgere dell’inappetenza anche per periodi prolungati senza che questo sia un sintomo allarmante: è il caso della gravidanza, durante la quale in alcuni casi si ha una perdita dell’appetito dovuta in un primo momento all’ormone Beta HCG e in seguito alla pressione dell’utero sulla parte inferiore dell’intestino, che causa un rallentamento della digestione. Anche in questo caso, però, è sempre bene mettere al corrente il medico di questo fenomeno, in modo da escludere eventuali cause ulteriori.

Anche nei bambini, soprattutto in quelli molto piccoli, l’inappetenza può essere un fenomeno fisiologico – perché è ancora forte l’istinto di autoregolazione dell’appetito – o legato a cause specifiche che non devono destare eccessiva preoccupazione, come la dentizione, una patologia lieve come raffreddore o febbre o un cambiamento (nella dieta, la nascita di un fratellino o di una sorellina, trasloco, cambiamento di stagione, etc., spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù).

In ogni caso, è importante consultare il pediatra per valutarne durata e intensità, perché in alcuni casi potrebbe essere sintomo di patologie fisiche o psicologiche.

Quando l’inappetenza diventa patologica

In una società come la nostra, ossessionata dal controllo del peso e dalla restrizione alimentare, la prima reazione a chi afferma di soffrire di inappetenza è spesso un “buon per te, che fortuna”. Eppure, la mancanza di appetito può diventare un fenomeno patologico che influenza pesantemente la vita di chi ne soffre.

Non mi colpisce quando dite che sono troppo magra o robe peggiori perché già lo so. Ma non posso mai dire che soffro di inappetenza da quando sono bambina. Non posso dirlo perché mi viene risposto che sono fortunata. […] So solo che da 38 anni per mangiare correttamente mi devo sforzare di pensarci, mettere la sveglia apposta e ritagliarmi il tempo.

A parlare del disturbo di cui soffre da sempre è la dj Ema Stokholma, pseudonimo di Morwenn Moguerou, che ha raccontato del suo rapporto con il cibo in un post Instagram, stanca delle continue critiche al suo fisico che rimarcano la sua magrezza.

La mancanza di appetito è molto più che l’assenza di fame: significa non sentire lo stimolo a mangiare, a volte per periodi molto lunghi, un fenomeno che incide molto sulla salute e sulla capacità di calibrare correttamente le energie.

Cure e rimedi all’inappetenza

Come molte possono essere le cause all’origine dell’inappetenza, anche le cure e i rimedi sono molti e variano a seconda del caso specifico.

Ci sono però alcuni accorgimenti utili a stimolare il senso dell’appetito:

  • eliminare o limitare il fumo e il consumo di alcolici;
  • praticare attività a bassa intensità, come ciclismo o nuoto;
  • camminare molto e non chiudersi in uno stile di vita sedentario, cercando di non rimanere seduti per troppe ore consecutive;
  • prendere l’abitudine di inserire nella propria giornata due spuntini tra i pasti principali;
  • evitare alimenti voluminosi e prediligere cibi a maggiore densità nutrizionale;
  • alternare all’acqua bevande come il latte o i succhi di frutta. In questo modo si assumono calorie in più senza riempire eccessivamente lo stomaco con alimenti pesanti;
  • valutare col proprio medico se l’inappetenza può essere causata da un farmaco che si sta assumendo ed eventualmente, farsi consigliare una diversa terapia.

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