Gonorrea, quella malattia sessualmente trasmissibile così diffusa e sconosciuta
La gonorrea è una delle malattie sessualmente trasmissibili più diffuse al mondo. L'unica arma per difendersi è la prevenzione: rapporti sessuali protetti.
La gonorrea è una delle malattie sessualmente trasmissibili più diffuse al mondo. L'unica arma per difendersi è la prevenzione: rapporti sessuali protetti.
Con 131 milioni di nuove diagnosi all’anno, la clamidia è l’infezione sessualmente trasmissibile più frequentemente rilevata nel mondo. Al secondo posto, con le sue 78 milioni di nuove diagnosi annue, c’è la gonorrea seguita al terzo posto dalla sifilide, con 5,6 milioni.
I dati dell’ultimo Annual Epidemiological Report (Aer) del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) fanno riferimento al 2017. Nel documento si specifica che solo in Europa i casi rilevati sono 89.239 (+17% rispetto alle rilevazioni dell’anno precedente). Ciò significa 22.2 casi casi ogni 100.000 abitanti. La fascia d’età più colpita è quella 20-24 anni, seguita da quella 25-34 anni. In entrambi i casi, a essere più interessati sono soprattutto gli uomini. Ben la metà dei casi riguarda un solo Paese specifico, il Regno Unito: 49.156 casi confermati nel 2017. A seguire Francia, Spagna, Pesi Bassi e Svezia. In Italia, 850.
La preoccupazione più grande nei confronti della gonorrea è che è l’infezione che ha sviluppato una maggiore resistenza agli antibiotici. Ciò ha spinto l’OMS a pubblicare linee guida ancora più precise, in merito al trattamento di questa malattia, ribadendo gli effetti negativi di un uso inappropriato degli antibiotici, per esempio un dosaggio scorretto/eccessivo. L’informazione e la prevenzione sono le armi più importanti a disposizione.
Chiamata anche scolo o blenorragia, la gonorrea è una malattia sessualmente trasmissibile causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae.
Quest’ultimo attacca le vie uretrali dell’uomo e le vie uro-genitali nella donna, ma oltre al tratto genitale può infettare anche il tratto anale o la faringe. Quest’ultimo caso è il più difficilmente diagnosticabile perché è nel 99% dei casi un’infezione asintomatica.
La gonorrea soprattutto nelle donne può essere asintomatica, altrimenti si manifesta con sintomi lievi e a volte difficilmente distinguibili da altre infezioni. Solitamente si notano bruciore durante l’orinazione, aumento delle secrezioni vaginali, perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l’altro, dolori durante i rapporti sessuali.
Negli uomini, invece, i sintomi sono soprattutto bruciore durante l’orinazione, perdite, dolore o gonfiore ai testicoli.
La gonorrea viene trasmessa attraverso rapporti sessuali non protetti: non è necessario che avvenga l’eiaculazione per la trasmissione. Alla vista microscopica il batterio responsabile appare come un chicco di caffè. Può essere facilmente isolato e identificato, infatti la diagnosi viene effettuata analizzando un tampone proveniente dalle secrezioni uretrali o cervicali o una piccola quantità di urina.
Il tempo è una variabile importante, perché se non tempestivamente diagnosticata e curata la gonorrea può diffondersi nel sangue o causare problemi di salute cronici, inclusa la sterilità. In questo senso, a volte purtroppo può essere difficile accorgersi subito della presenza della gonorrea visto che può avere un periodo di incubazione anche molto lungo. I primi sintomi possono comparire da due a trenta giorni dopo l’infezione.
Essendo un’infezione batterica, la gonorrea si deve trattare con antibiotici. La situazione si complica per le donne in gravidanza, visto che in questo caso determinati farmaci non possono essere somministrati. Ma soprattutto, la cosa peggiore è che la madre può trasmettere l’infezione al figlio durante il parto, causandone la cecità o esponendolo al rischio di infezioni alle articolazioni o del sangue.
Va inoltre considerato il fatto che, purtroppo, gli antibiotici stanno perdendo di efficacia, soprattutto a causa della diffusione di nuovi ceppi farmaco-resistenti. Per questo, la cura va accuratamente modellata sul tipo di ceppo contratto e anche sull’eventuale presenza di altre infezioni, visto che di solito i pazienti affetti da gonorrea sono affetti anche da altre malattie sessualmente trasmissibili, rendendo obbligato l’uso combinato di diverse terapie. Basti pensare che i pazienti affetti da gonorrea rischiano 5 volte di più di essere contagiati dal virus dell’HIV durante un rapporto sessuale non protetto con una persona sieropositiva.
Per questi motivi, le nuove linee guida dell’OMS non raccomandano gli antibiotici appartenenti alla classe dei chinoloni, a causa degli alti livelli di resistenza evidenziati di recente. Proprio la grande variabilità antigenica del batterio ha fatto sì che non si riuscisse a mettere a punto un vaccino contro la gonorrea. I ricercatori sono però al lavoro e si spera che la scienza possa fare grandi passi in questa direzione.
Prevenzione e informazione: sono queste le parole chiave. Il contagio delle malattie sessualmente trasmissibili si può evitare solo avendo rapporti protetti e ciò vale per tutte le persone sessualmente attive, che potenzialmente sono a rischio di infezione. Tra l’altro, la gonorrea non dà immunità, dunque può infettare più volte la stessa persona.
Oltre al consulto immediato di un medico in caso di sintomi preoccupanti e all’uso corretto del preservativo, si raccomanda anche un esame di screening in caso di rapporti con soggetti potenzialmente a rischio. Va ricordato inoltre che i rapporti orali non protetti sono a rischio, in quanto il batterio della gonorrea può trovarsi non solo sui genitali, ma anche nelle prossimità.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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